Lupin III Live Action Movie…
Attenzione: per quanto abbia cercato di evitare spoiler, se dovete ancora vedere il film, questo articolo potrebbe disturbarvi. La storia del film non ve la raccontiamo, ma qualche spunto per parlarne un po’, sì!
Ebbene sì, ci sono andato.
Peraltro senza sapere cosa aspettarmi, senza aver letto recensioni né italiane, né straniere, senza sapere altro che è “il primo film su Lupin approvato da Monkey Punch“.
Beh, in effetti c’è molto del cartone animato, non solo perché i doppiatori italiani sono gli stessi, non solo perché Lupin indossa i tipici pantaloni e le scarpe con le punte verso l’alto, e cammina con le ginocchia flesse e l’apertura dei piedi esageratamente “a papera”.
Ci sono le espressioni dei personaggi, la sigaretta di Jigen e la katana di Goemon che si chiude con uno scatto, la Fiat 500 gialla (con la targa “storica” e il marchio FIAT rosso ben riconoscibile, però modello nuovo) dal cui tettuccio volano via le banconote e che non si ammacca mai, neppure quando si prende a sportellate con l’Hammer dei cattivi.
C’è Fujiko che se ne va con il bottino, mentre Jigen apostrofa Lupin con un “te l’avevo detto”, per poi finire inseguiti dalle immarcescibili macchine bianche e nere, con Zazà che urla dal megafono.
C’è la spada di Goemon che taglia la porta di acciaio spessa un metro, ferma centinaia di pallottole; c’è Jigen che si salva con due proiettili contro il cattivo di turno dotato di mitraglietta.
Non mancano alcune chicche: dal cameo del maestro Monkey Punch, in aereo accanto a Goemon, alla citazione della scena iniziale de Il Castello di Cagliostro, con Lupin e Jigen che fuggono (anche se qui affrontano dei cattivi armati fino ai denti) saltando di gran carriera gli ostacoli per infilarsi nella 500 gialla dal tettuccio.
E a volte c’è anche troppo: i cattivi grossi e stupidi (con corredo di bad girls), il supercattivo ladro a sua volta, ma ben poco gentiluomo; i “collaboratori esterni” che rimangono poco più che macchiette.
D’altra parte qualcosa manca…
Le misure di Fujiko (bellissima Meisa Kuroki, ma purtroppo di giapponesi di carne ed ossa paragonabili alla maggiorata più maggiorata dei cartoni non ce ne sono), la mascella quadrata di Zenigata (secondo me il personaggio meno riuscito insieme a Goemon).
Mi ci è voluto un po’ ad abituarmi a Lupin (e a Jigen) con gli occhi a mandorla, (e con i buchi per gli orecchini nei lobi delle orecchie :/ ) ma piano piano l’interpretazione si è fatta più convincente e ironica. Inizialmente infatti Lupin era “troppo serio”. L’inizio in stile un po’ Mission Impossible ha creato una tensione eccessiva, per il nostro ladro preferito, culminata nella morte del “padre putativo” di Lupin, violenta al punto da lasciare quasi di stucco… “ma come, non è Lupin?!”. D’altra parte nella prima parte il nostro ladro gentiluomo è alle prime armi, e la storia è ancora indefinita…
Poi piano piano la compagnia si stabilizza e il film si scioglie, mantenendo comunque dei passaggi (anzi, quasi dei salti) di registro non sempre lineari, a volte forzati, al punto da sembrare voluti. Infatti nel film convivono molte anime (spesso sottolineate da citazioni): da alcuni passaggi quasi onirici tipici dei film orientali (la scena di Goemon nel bosco di bambù mi ha ricordato un po’ La foresta dei pugnali volanti) alle scene di combattimento a mani nude e con inquadrature iper-ravvicinate. Dalle esplosioni in stile Chuck Norris, ai momenti drammatici della relazione tra Lupin e il suo antagonista Michael Lee. Dal cattivo “tagliato in due” in stile quasi Hokuto, alla tipica atmosfera scanzonata dei cartoni del nostro eroe, con Zenigata sempre tra il serio e il faceto.
Anche nella parte tecnica il film sembra “discontinuo”. Negli effetti speciali, nel ritmo, nella musica. È come se a tratti ci si concentrasse solo su un aspetto, quasi assolutizzandolo e perdendo di vista il contesto in cui ci si muove.
Per chi segue i lungometraggi animati del ladro gentiluomo, il film per molti versi è sembrato continuare la falsariga degli special: nella caratterizzazione del “cattivo” di turno, super-ricco e quindi super-avido; nel carattere storico dell’oggetto del contendere; nelle caratteristiche di trama e realizzazione non sempre convincenti.
Non sarà un film che passerà alla storia del cinema, ma agli appassionati non dispiacerà. La caratterizzazione dei personaggi è riuscita, la storia e altri aspetti lo sono a tratti. Forse un po’ diluito, 2 ore e 13 minuti sono tanti (troppi?), e, anche per quanto detto sopra, non riesce a tenere. Però in questo modo si ritrovano tutti gli aspetti che un amante del ladro gentiluomo si aspetta. Ecco, per chi non conosce bene il personaggio, in alcuni punti il film risulterà poco convincente, ma l’appassionato (malato?) ci troverà tante citazioni e ritroverà, almeno in buona parte, i personaggi che è abituato a conoscere, cosa non sempre frequente in operazioni come questa.
Lo noleggio stasera stessa.
Ok, visto il film: quoto tutto, compresa l’altalenante fedeltà e l’altalenante qualità. Ho apprezzato in particolare gli antagonisti speculari ai protagonisti (soprattutto quella conciata come Lady Gaga), la scena in cui il momento lesboerotico si trasforma in un catfight, e le situazioni ironiche; non mi sono piaciute alcune licenze immotivate (tipo Jigen giovanissimo e sempre con la tesa del cappello alzata), la musica così anonima da sembrare brani di stock, e le situazioni drammatiche.
Volevo aggiungere una piccola nota sul regista. Il nostro è famoso dalla metà degli anni 90 nel panorama cinematografico nipponico e non, grazie ai suoi film pieni d’azione e scene splatter. Il titolo maggiormente conosciuto anche all’estero è Versus.
Ha girato anche l’ultimo film, in ordine di tempo, di Godzilla ovvero; Godzilla Final Wars incentrato anche questo più su combattimenti pieni di stunt che sul mostrone atomico…
https://it.wikipedia.org/wiki/Ry%C5%ABhei_Kitamura