Ne è valsa la pena – Il Comandante Diavolo e la vita dei partigiani

Ne è valsa la pena è il racconto della storia di Germano Nicolini, una figura centrale della nostra Resistenza. Il “partigiano diavolo” ci ha lasciati nel 2020, all’età di cento anni, e la sua è stata una vita
romanzesca, vissuta pienamente fino alla fine, capace di ispirare intere generazioni, in Emilia Romagna e in tutto il Paese. Questo fumetto nasce dal desiderio di esprimere, attraverso le immagini,
quelli che sono i valori fondanti che lo hanno guidato in un’esperienza lunga un secolo: onestà, senso di giustizia, amore e, soprattutto, rispetto. (dalla sinossi del fumetto)

Germano Nicolini non è certo uno sconosciuto assoluto. Anzi, per certi versi è una celebrità: comandante partigiano importante e famoso, e anche nel dopoguerra ha fatto parlare di sé.

Della sua vita e del suo caso hanno parlato in tanti, nella sinossi si parla infatti di «saggi, canzoni, documentari».

C’al veint e i usèe i posen purter
luntan al paroli ed la veritèe,
c’as sapia in gir che c’l om là l’è ste
un dievel sol p’r i tedèsc.

Che il vento e gli uccelli possano portare
lontano le parole della verità,
che si sappia in giro che quell’uomo è stato
un diavolo solo per i tedeschi.

Cantano i Modena City Ramblers nella canzone a lui dedicata.

Ma come scrive Veltroni nella prefazione, in effetti mancava un fumetto che raccontasse o parlasse del Comandante Diavolo.

A distanza di oltre due anni e mezzo dalla morte, esce il fumetto che in 60 pagine fotografa i tre momenti salienti della sua vita: i trascorsi da Partigiano, il tentativo di creare la Mensa del Reduce e del Povero e l’ingiusta incarcerazione per l’omicidio di Don Umberto Pessina.

Un racconto tutto sommato breve e se vogliamo incompleto, perché la vita di Nicolini è stata pienissima di molte altre cose: l’esperienza amministrativa, quella familiare, fino alle onorificenze e l’impegno divulgativo sulla Costituzione.

Certamente però gli eventi raccontati nel libro sono i più caratterizzanti. E danno lo spunto per approfondire ulteriormente la figura di quest’uomo, la sua storia e anche il contesto, che è stato una parte fondamentale di quanto gli è accaduto.

Marco Aldrighi ne ha fatto una sceneggiatura, poi messa sulle tavole con i disegni di Christian Galli e i colori di Alberto Bugiù.

Scrive Valter Veltroni nella prefazione:

Un uomo onesto e tra i protagonisti della Liberazione, che è stato costretto a restare invischiato in un processo che, a rileggere le carte oggi, mostra tutta la sua iniquità.

Subito dopo la morte di Nicolini è la sua badante negli ultimi dieci anni, Irina, a sistemare la casa e ritrovare alcuni cimeli che fanno da introduzione alle storie della vita appena finita:

  • il campanello di una bicicletta e una camicia, che parlano della sua attività nella Resistenza fin da giovanissimo, compreso il motivo per cui ebbe il soprannome di Diavolo
  • un caffè, che è il simbolo dell’accoglienza nella Mensa del Reduce e del Povero
  • il modellino di un galeone, per ricordare l’esperienza in carcere.

Tutti questi cimeli finiscono in una valigia, che serve ad augurare Buon viaggio.

Che Nicolini non sia l’ultimo arrivato, lo testimoniano anche i tributi di tanti illustratori e le foto alla fine del libro. Infatti è stato prima considerato un capro espiatorio, da cui il processo farsa, e per questo poi è diventato un emblema anche per le cariche dello Stato che hanno voluto sottolineare la sua onestà e caparbietà, nella forza dei suoi ideali.

È stato protagonista e scrittore di altri libri.

Il fumetto è scritto in modo lineare, come detto andando alla ricerca dei cimeli di una vita che servono poi a raccontarla.

La parte “odierna” è priva di qualsiasi fronzolo, caratterizzata solo dalla ricerca solitaria di Irina nella casa vuota. Qualche piccolo dettaglio familiare, come l’etichetta sul barattolo di conserva, la foto sull’attaccapanni vicino alla porta. Ma serve essenzialmente a passare da un ricordo all’altro.

Ricordi e racconti della vita di Nicolini che invece nelle immagini acquistano ciascuno un viraggio particolare. Il bianco ghiaccio nella neve, o il verdastro della battaglia partigiana.

E servono a mettere in evidenza anche alcuni dettagli rossi, come il fazzoletto al collo dei partigiani, o la fascia indossata come sindaco nel dopoguerra.

Negli altri due racconti, quello della prigione e del processo non ci sono particolari rossi, quindi il viraggio è con colori caldi.

Le pagine iniziali di ciascuna sezione, sia quando si racconta il presente, che il passato, hanno una gabbia particolare: una splash page o vignette sovrapposte a quella più grande che fa da sfondo. Comunque viene sottolineato anche graficamente il passaggio da  un tempo all’altro.

Per il resto la gabbia è sempre abbastanza regolare, ma non vuol dire noiosa o troppo ripetitiva, anzi. È sempre e comunque al servizio della storia, ad esempio il momento della sentenza del processo è preceduto da due pagine molto lineari, quattro vignette orizzontali per l’intera larghezza. Dopo la sentenza l’entusiasmo per l’assoluzione si legge anche nella griglia delle pagine, che perde in regolarità e segue un po’ l’emotività dei personaggi.

Lo stesso accade dappertutto nel volume.

Interessante il finale, in cui il buio della casa vuota ripropone l’atmosfera presente già nei racconti del passato, quasi fosse un viraggio. Perché in fondo il viaggio finale di Germano è anche un augurio a tutti noi a proseguire il viaggio verso cui ci ha indirizzato.

Come detto sopra, le sessanta tavole sono la parte più corposa, ma non l’unica, del volume, che è un tributo a tutto tondo.
Se ne racconta la storia anche con l’aiuto delle foto, con una biografia scritta dal figlio, con una lettera della nipote, con gli studi per i personaggi del fumetto.
Se ne esalta la memoria con i tributi da parte di tanti illustratori.

Come scritto nei ringraziamenti, la cosa è partita dal Circolo Culturale Primo Piano di Correggio, e dalla nipote Francesca Nicolini. E in tanti hanno voluto aderire, arricchendo il progetto.

Manca forse, ma questo ha poco a che fare con la parte fumettistica, una bibliografia/filmografia/sitografia esauriente, se è vero che

La scomparsa dei testimoni significa una responsabilità in più per chi rimane.


Marco Aldrighi, Christian Galli, Alberto Bugiù
Ne è valsa la pena. La vita del Comandante Diavolo
Antonio Mandese Editore, collana Ottocervo, giugno 2023
112 pagg., colore, brossura con alette, 17×24 cm, €18.00
ISBN 97-91-28074105-9

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