Disney silenziosa: quello che non ti aspettavi su Disney+
Il 24 marzo il servizio straming Disney+ arriva in Italia: DF festeggia l’avvenimento consigliando quattro serie tv che mostrano il lato più sperimentale e progressista dell’azienda di Burbank.
Il 24 marzo 2020 arriva finalmente anche in Italia Disney+, la piattaforma di streaming della celeberrima azienda multimediale statunitense, e con lei arriveranno centinaia di film, documentari e soprattutto serie tv, sia quelle dal vivo sia quelle animate di Disney Channel che sono amate a dismisura dai fan, ma sconosciute alla grande massa.
La grande differenza fra i film da cinema e le serie tv della Disney è che quest’ultime hanno molta più libertà, creando perle sperimentali con design innovativi, trame avvincenti e soprattutto temi che i film da box office come Frozen non si azzardano ad affrontare. E così, silenziosamente, nascosti in bella vista in casa Disney si trovano famiglie allargate, genitori divorziati, fino a coppie apertamente omosessuali.
In occasione del lancio italiano di Disney+, in questo articolo presentiamo quattro consigliatissime serie tv.
Phineas e Ferb
Celebre in Italia grazie alla sua trasmissione in loop sul canale K2, Phineas e Ferb è una serie del lontano 2007 in cui due fratelli passano l’estate a creare mirabolanti invenzioni con la sorella Candace che cerca di farli scoprire dalla madre, mentre il loro ornitorinco domestico Perry vive una doppia vita come agente segreto che combatte Doofenshmirtz, uno scienziato malvagio.
La serie è incredibilmente divertente, annovera ben quattro stagioni e un film. Ciò che però sfugge a volte è che Phineas e Ferb non sono affatto fratelli, ma fratellastri: i parenti di Ferb (e del padre) sono inglesi, e solo durante la serie Phineas conoscerà il resto della sua famiglia, ma nonostante ciò la situazione è gestita con la stessa leggerezza che contraddistingue tutti gli aspetti la serie. Inoltre la famiglia dei protagonisti non è l’unica atipica, poiché anche Doofenshmirtz è divorziato, ha un rapporto difficile con la figlia (che migliorerà durante la serie) e non ci sono mai accenni al ritornare con la sua vecchia moglie: a volte l’amore finisce e va bene così.
Gravity Falls
Gravity Falls è una serie del 2012 ed è considerabile un cult: amata a dismisura dai suoi fan, nasconde una serie pressoché infinita di codici e segreti da decifrare. La serie si svolge per l’appunto nella città di Gravity Falls dove i due gemelli Dipper e Mable Pines passeranno le loro vacanze estive con lo zio Stan e i misteri che avvolgono la città.
Seppure la prima stagione si presenti allegra e divertente, la seconda procede con toni sempre più dark grazie alla presenza di quello che potrebbe essere il più malvagio e folle cattivo Disney di sempre: Bill Cipher, una creatura proveniente da un’altra dimensione la cui unica ambizione è la distorsione della realtà. Grazie a Bill, la serie si trasforma in modo grottesco, con elementi quasi disturbanti: come dimenticare l’iconico episodio in cui Bill si impadronisce del corpo di Dipper e come prima cosa decide di riscoprire quanto sia piacevole provare dolore??? Fino agli ultimi tre episodi che si svolgono durante l’Oscurmageddon (Weirdmageddon in originale) ovvero la rappresentazione di un incubo contorto del regista.
Marco e Star contro le forze del male
La serie è del 2015, il titolo originale è Star vs. the Forces of Evil ed è stato italianizzato in Marco e Star contro le forze del male, contrariamente a tutto ciò che la serie vuole essere: un manifesto contro il maschilismo, il razzismo e qualsiasi forma di intolleranza, anche l’omofobia.
L’eroina della serie è Star, principessa di Mewni, giunta sulla Terra per esercitarsi con la magia. Qui trova Marco, un ragazzo che ama la tranquillità e la ospiterà a casa sua. Le tre stagioni della serie vedono un’evoluzione continua dei personaggi: si parte con una Star infantile, che ama combattere i mostri per il puro gusto di farlo, solo per poi prendere coscienza del razzismo subito da questi in base a criteri scelti dai nobili e chi detiene il potere, Star rivoluzionerà il suo regno in nome dell’uguaglianza, arrivando a combattere persino sua madre.
Dall’altra parte abbiamo Marco che da timido ragazzino che guardava la sua cotta da lontano, impara ad avere fiducia in sé stesso e diventa lo scudiero di Star combattendo al suo fianco. Marco è l’esatto opposto della figura tossica maschile: gli piacciono le cose carine, non si vergogna di piangere e più volte nella serie si veste da donna, nonostante ciò riesce a fidanzarsi con la ragazza dei suoi sogni, Jackie Lynn Thomas. La loro storia però non durerà e i due si lasceranno di comune accordo, ritroveremo Jackie Lynn alla fine della serie, quando si sarà fidanzata di nuovo. Con una ragazza. Nella serie abbiamo anche il primo, anzi i primi baci LGBTQ+ della Disney nell’episodio della seconda stagione intitolato Il concerto dei “Verdetto d’amore”.
Rapunzel: la serie
Purtroppo la meno conosciuta fra le serie qui proposte, questa di Rapunzel è un vero gioiello. In onda dal 2017, la serie racconta dei fatti accaduti prima del matrimonio di Rapunzel, quando il regno di Corona venne invaso da delle misteriose rocce nere. Oltre ad approfondire i personaggi che già conoscevamo, ne vengono introdotti di nuovi, fra cui i più importanti sono Cassandra, dama di compagnia e migliore amica di Rapunzel, e l’alchimista Varian.
La caratterizzazione dei personaggi è eccellente, Varian è forse il primo vero adolescente dai tempi di Ariel che diceva «Scommetto che sulla terra le figlie non le sgridano mai», così anche lui canta, ancora arrabbiato col padre, «… maybe you’re right to have doubt in me. Maybe, but nevertheless, if you FOR ONCE could just trust me», ovvero “… forse avevi ragione a dubitare di me. Forse, tuttavia, se PER UNA VOLTA mi ascoltassi” (sfumatura persa nel comunque ottimo adattamento che recita «dammi fiducia perché voglio soltanto aiutarti»).
Unica pecca della serie è non approfondire il personaggio di Madre Gothel che si ostina a essere semplicemente la cattiva di turno: un’occasione persa per una serie che s’incentra soprattutto nel comprendere le dinamiche che possono portare un qualunque personaggio a diventare malvagio, e in cui perfino la stessa Rapunzel non è la principessa perfetta del film e nei primi episodi impara che a volte bisogna accettare di non essere amati da tutti e va bene provare antipatia per qualcuno.
Madre Gothel a parte, Rapunzel: la serie è un’opera magnifica che vede anche il ritorno di Alan Menken, storico compositore delle canzoni dei musical Disney, che ovviamente non delude le aspettative. Un plauso va anche all’incredibile Eden Espinosa, doppiatrice originale di Cassandra: scartata per il ruolo di Elsa in Frozen, qui ha decisamente provato di non essere da meno di Idina Menzel.
Attenzione: il prossimo paragrafo contiene spoiler.
Forse la caratteristica più interessante di Rapunzel: la serie è la trasformazione caratteriale dei personaggi. Varian passa da alleato a nemico principale della prima stagione, sottolineando costantemente la sua consapevolezza di essere nel torto, ma certo di non poter tornare più indietro. Questo conflitto interiore rende la redenzione di Varian estremamente credibile, ed è lo stesso a caratterizzare l’altrettanto riuscito personaggio di Cassandra: sin dal primo episodio, soprattutto durante la canzone Il vento tra i capelli è evidente la differenza fra lei e Rapunzel, il divario fra una protagonista e un personaggio secondario, sarà proprio questo senso d’inferiorità a spingerla a voltare le spalle a Rapunzel. Cassandra è personaggio estremamente reale.
Menzioni d’onore
Alcune menzioni d’onore sono d’obbligo per sottolineare che questa Disney silenziosa che osa tanto è sempre esistita e continuerà a osare più che nelle grandi produzioni: troviamo Gabriela, una sirena sordomuta, nella serie tv del 1992 tratta dal film La sirenetta, una serie di famiglie atipiche nel fumetto W.i.t.c.h. del 2001 (la madre di Will è divorziata, Irma ha una matrigna), e i due papà di Violet nel reboot di Duck Tales. Oltre ai temi “difficili”, è bene osservare come tutte queste serie siano innovative anche nel design (tutte in 2D oltretutto).
Che Disney+ sia l’occasione per tutti per recuperare queste perle: la Disney non è solo film (belli) classici, la Disney è sperimentare, la Disney è sognare.