Dimensione Arcobaleno: Le Peruggine, intervista alle pioniere dello yaoi italiano

Vi presentiamo Le Peruggine, pioniere del genere yaoi in Italia, in una interessante intervista che ci farà conoscere il loro percorso artistico e amare ancora di più il duo umbro.

«Sono quasi sicuro che se da Internet togliessero tutta la pornografia resterebbe un solo sito chiamato “Ridateci i porno”»: 21 anni dopo, queste parole pronunciate dal Dr. Cox nel telefilm Scrubs sono ancora una grande verità.

Il porno muove il mondo. Le prime raffigurazioni erotiche si hanno già nella preistoria e nei secoli si sono ritrovate in tutte le civiltà, si sono evolute da semplici raffigurazioni di genitali ai classici dipinti greci, alla pittura e scultura, poi alla stampa passando per romanzi e riviste, fino a oggi con i video e i fastidiosissimi spam di “Samantha calda a 5 km di te”. Onnipresente. D’altronde, la regola più famosa dell’Internet cita che “Se una cosa esiste, allora ne esiste anche la versione porno”.

Non stupisce quindi che un elemento così preponderante nella cultura totale globale sia presente anche nel mondo del manga con tutti i suoi (infiniti) sottogeneri; per amor di decenza però citerò solo le tre macro-classi che sono molto genericamente hentai (etero), yuri (lesbo) e yaoi (gay), e di quest’ultimo parleremo oggi.

Eppure definire gli yaoi “porno gay” è tremendamente riduttivo. Sebbene la parte erotica sia sempre presente, non è necessariamente centrale, anzi in alcuni casi è persino marginale rispetto a un fattore molto più rilevante: la storia. Ebbene sì, contrariamente al suo stesso significato, dato che la parola viene dall’acronimo yama nashi, ochi nashi, imi nashi ovvero “nessun climax, nessun epilogo, nessun senso”, gli yaoi sono per quelle persone che amano guardare i porno per la trama. Niente più pagamenti equivoci agli idraulici, donzelle incastrate nella lavatrice e altri stupidi espedienti, gli yaoi hanno davvero qualcosa da raccontare, tant’è che seppure all’inizio c’era una netta differenza di nomenclatura fra yaoi e shōnen ai (storie d’amore fra ragazzi SENZA l’esplicitazione grafica dell’elemento erotico), ad oggi quest’ultimo termine sta andando sempre più in disuso perché lo spettro dello yaoi è talmente ampio da contenere anche opere più leggere. Che siano storie totalmente inventate o con personaggi già esistenti, gli yaoi spesso non hanno spesso nulla da invidiare ad altri generi per complessità e impatto visivo, e infatti non è strano che si parta pubblicando dōjinshi di questo genere per poi diventare autori affermati: è il caso ad esempio di Yana Toboso (Black Butler) e Tsubasa Yamaguchi (Blue Period).

Persino in Italia si sta sempre più sdoganando il tabù dello yaoi e ormai tutte le fumetterie e librerie sono ricolme di BL, ovvero Boys Love, un termine più moderno e internazionale (usato in primis dai giapponesi stessi) che arriva dall’omonimo film giapponese del 2006. “Internazionale” è in effetti la parola giusta, perché questo nuovo modo di narrare il porno, mantenendo il fattore erotico ma dando risalto alla trama, è esondato in tutto il mondo creando non solo un incredibile fandom, ma anche nuovi autori anche nella nostra Italia… e ne abbiamo qui un esempio: Le Peruggine, che abbiamo il piacere di intervistare!

Dimensione Fumetto desidera ringraziare Le Peruggine per la disponibilità dimostrataci.


Ciao! Grazie per aver accettato questa intervista! Volete presentarvi ai lettori?

Ciao a tutti, noi siamo Barbara e Claudia, ma siamo più note come Le Peruggine. Ci conosciamo da quando eravamo piccole, giocavamo inventando mondi fantastici e storie delle quali eravamo le protagoniste. Siamo cresciute insieme coltivando molte passioni in comune: la lettura, i viaggi, l’amore per gli animali e, soprattutto, la passione per i fumetti e gli anime giapponesi. Dagli anni 1990 abbiamo cominciato a realizzare in maniera amatoriale fumetti sotto il nome Le Peruggine, fumetti che poi venivano venduti alle fiere del collezionismo a Roma. Il nostro nickname si scrive e si pronuncia proprio con due “g”, ed è dovuto alla cadenza romana con cui i lettori romani ci chiamavano: sono stati loro il nostro primo pubblico e, per questo, abbiamo deciso di far nostro questo nome.

Come avete conosciuto il mondo dei fumetti?

Siamo le felici appartenenti a quella generazione che ha passato i pomeriggi a guardare i cartoni animati giapponesi, a partire dai mitici robottoni come Goldrake e Mazinga per arrivare poi, qualche anno più tardi, a scoprire l’esistenza dei manga e di tutto l’incredibile universo che vi era dietro. Solo in tempi più recenti ci siamo anche avvicinate alla produzione amatoriale italiana e ai comics supereroistici statunitensi.

Quale opera in particolare ha influito sul vostro stile, sia grafico che tematico?

Difficile individuare una singola opera. Nel corso degli anni abbiamo seguito molt* autori/autrici che ci hanno ispirato, sia a livello grafico visivo, sia come tematiche o stile narrativo. Ci si appassiona, si studia, si prende spunto e si introietta quanto più possibile per rielaborarlo poi in qualcosa di personale. Tuttavia non possiamo negare che tra i tanti artisti “maestri”, un nome in effetti emerge: Kentarō Miura, l’autore di Berserk. Opera gotica, profonda e oscura, nello stile di disegno dettagliatissimo e molto tratteggiato, nella cura di ogni personaggio, persino i secondari di passaggio, nella forza narrativa unica nel suo genere.

Avete sempre pensato di fare della vostra passione anche il vostro lavoro?

Non esattamente, all’inizio era una passione che condividevamo solo con i nostri amici, ma sono stati proprio loro a spingerci a farci avanti e pubblicare. Abbiamo sempre amato creare e raccontare storie e dar vita ai nostri protagonisti, sia con l’utilizzo delle immagini che con le parole, ed è stata una vera gioia per noi scoprire che anche altre persone li apprezzano.

Come sono state le vostre prime esperienze col mercato?

Abbiamo iniziato proprio nella seconda metà degli anni 1990, disegnando storie con i protagonisti di anime e manga che ci piacevano in quelle che allora venivano chiamate “fanzine”, ossia storie a fumetti realizzate in maniera amatoriale dai fan. Vendevamo queste fanzine alle fiere del fumetto. Visto il notevole interesse suscitato abbiamo poi deciso di buttarci con una storia originale e l’abbiamo disegnata e pubblicata con un’associazione culturale: il fumetto in questione si chiama Caim ed è composto da quattro volumi usciti fra il 2000 e il 2004. Un’esperienza davvero incredibile, tanto più che è stato anche comprato da una piccola casa editrice statunitense e stampato in lingua inglese. Da qui abbiamo pubblicato altri fumetti, anche con una casa editrice tedesca e, infine, abbiamo iniziato ad autoprodurci, principalmente realizzando romanzi illustrati.

Lo scegliere temi LGBTQIA+ ha influito sulla pubblicazione delle vostre opere?

Decisamente, anche perché tutti i nostri lavori hanno tematiche queer, per essere precisi rientrano in due generi particolari: lo yaoi e il romance MM.
 Lo yaoi è piuttosto in voga in Giappone presenta storie omoerotiche con protagonisti maschili, tutti i nostri lavori a fumetti hanno questa impronta. Quando abbiamo cominciato, per l’appunto quasi trent’anni fa, questo genere era pressoché sconosciuto nel nostro Paese, e per questo siamo state fra le prime autrici in Italia a trattare certi temi; oggigiorno invece è molto conosciuto e apprezzato e tantissime case editrici importano e traducono manga yaoi. Per quanto riguarda il romance MM è un genere di narrativa che può essere un fantasy, uno storico, uno spionistico, o qualunque altre tipologia narrativa, ma il fulcro principale deve essere, tassativamente, la storia d’amore fra due uomini (“MM” sta appunto per “Male Male”). Questi sono i due ambiti principali in cui collochiamo le nostre storie.

Tuttavia bisogna fare un necessario “distinguo”: entrambi questi generi non hanno lo scopo di essere realistici o rappresentativi della comunità LGBTQIA+. Questo non significa che non possano trattare temi importanti come l’omofobia, l’inclusione o la denuncia sociale, soltanto non è quella la loro caratteristica primaria. Per quanto ci riguarda noi siamo un po’ delle cantastorie, e il nostro obiettivo primario è proprio quello di intrattenere, magari emozionare e coinvolgere i nostri lettori, ma ci piace pensare che il famoso slogan Love is love sia assolutamente vero e in tutte le nostre opere questo è piuttosto chiaro: i nostri protagonisti affrontano sempre un sacco di problemi e guai, ma alla fine ottengono l’anelato lieto fine perché, altro slogan che amiamo, love wins!

Pensate che negli anni ci sia stata una migliore accettazione di queste tematiche da parte del pubblico?

Sì, a nostro parere c’è stata, e questo si può chiaramente notare dal numero di fumetti, romanzi e opere televisive e cinematografiche di stampo queer che sono apparsi e sono sempre più numerosi negli ultimi anni nel panorama culturale e dell’intrattenimento mondiale, per non parlare di un pubblico molto ampio che è interessato e coinvolto. Di questo non possiamo che esserne contente e pensare di avere, anche se in piccolissima parte, dato il nostro contributo ci rende molto orgogliose.

C’è una vostra opera di cui siete particolarmente fiere o a cui siete più affezionate

Questa è la domanda da un milione di dollari! Ma è davvero difficile rispondere. Ogni opera a cui abbiamo lavorato è importante per noi e rappresenta un momento particolare della nostra vita e del nostro lavoro. Di sicuro ci sono storie venute meglio di altre, più complesse o più coinvolgenti, più elaborate o più viscerali, ma in ognuna di loro abbiamo sempre dato il meglio, per cui ci risulta davvero difficile fare una classifica. Preferiamo che siano i nostri lettori a scegliere quale sia per loro la nostra storia più significativa, in base alle loro preferenze o motivazioni personali.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Abbiamo molti progetti nel nostro cassetto: a tema fantascienza, dark fantasy, storico. Al momento, però, non abbiamo ancora deciso a quale prestare la nostra attenzione, in un certo senso stiamo aspettando l’ispirazione giusta. Speriamo che non la nostra musa non tardi troppo a darci la giusta dritta!

Grazie per la vostra disponibilità! Un saluto ai nostri lettori?

Grazie a voi per averci chiesto questa intervista, è stato un onore e un piacere per noi! E un grazie di cuore anche ai lettori che con il loro supporto continuano a far crescere le produzioni LGBTQIA+ e tutta l’arte in generale: arte vera che nasce dalla passione, la cura, l’impegno di fumettist*, illustrator*, scrittor*, ma anche redattor*, grafic*, e, di sicuro, giornalist* e blogger che si occupano di informare e pubblicizzare le opere figurative e di narrativa. I lettori sono la vera benzina che fa andare avanti tutt* noi!

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