Rat Queens: Chiappa e spada – Le regine delle risse

Rat Queens - saldaPress

Oggi è il giorno di pubblicazione di Rat Queens, il nuovo titolo edito negli USA dalla Image Comics e portato in Italia dall’ottima saldaPress che è stato presentato come un originale e sboccato fantasy con protagonista, facile da dedurre, un gruppo di ragazze pronte a menare le mani e tracannare alcol.

Questa presentazione ha decisamente messo di buonumore colei che scrive, soprattutto le definizioni “fantasy” e “sboccato” sono apparse in accordo con i suoi gusti, tanto che ha deciso di recensirlo senza neanche aver visto un’immagine e senza conoscerne gli autori.

Solo dopo averlo letto e goduto, da buona nerd non-così-nerd, è andata a informarsi sulla sua genesi e quindi, per chi come lei si sta avvicinando al fumetto americano indipendente, ecco alcuni retroscena dell’opera che magari non tutti conoscono (immagino).

Il giovane autore di origine canadese Kurtis J. Wiebe ha ricevuto diverse nomination a premi come lo Shuster Award e l’Eisner Award (per Rat Queens) e ha ammesso di essersi ispirato alle atmosfere di D&D, suo amore di gioventù, mescolandole a elementi classici del fantasy in stile Il Signore degli Anelli. Il disegnatore Roc Upchurch invece, che troviamo in questo primo numero della serie, è stato estromesso dal progetto dopo che nel 2014 è stato condannato per violenza domestica e sostituito da Stjepan Šejić. Il titolo inizialmente doveva partire attraverso il crowdfunding di Kickstarter, ma la Image Comics ne ha acquistato i diritti; purtroppo però dal 2015, quando anche Šejić abbandona il lavoro per motivi di salute, i disegnatori si alternano senza rimanere per più di un anno e la serie passa a diventare una webcomic per poi ritornare in formato cartaceo lo scorso anno, con le matite affidate a Owen Gieni, già visto su Manifest Destiny.

Questi erano i “fun (ehm) facts” riguardanti l’opera, ma: allora, com’è? Abbastanza sboccata e fantasiosa? Assolutamente sì.

Rat Queens - saldaPress
Ecco le Queens nel loro originale schieramento: da sinistra Dee, Violet, Betty e Hannah. Sappiamo già che nei prossimi numeri aumenterà anche il numero delle “regine”…

Le Queens sono quattro tipe sopra le righe e simpaticissime: Hannah è un’elfa con il pugno facile e uno sfrenato amore per le bevande alcoliche, Violet è una nana sui generis che ha lasciato il suo popolo per cercare la sua strada, Dee è una bellissima chierica (atea) capace di poteri di guarigione, che le richiedono purtroppo la perfetta castità, e Betty è un mezzuomo dolcissima, ma abilissima ladra, che ama fare l’amore e i funghetti allucinogeni. Deliziose.

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Se questo non vi basta, dietro c’è anche una storia: catapultati in questo mondo medieval-fantasy ci troviamo nella città di Palisade, dove il Sindaco, ormai esasperato dalla “esuberanza” dei gruppi di mercenari, tra cui, le più “vivaci”, le Queens che non avendo altro da fare si prendono a cazzotti con tutti distruggendo e insultando cose e persone sulla loro strada, affida a ognuno un incarico “utile”, che serva a rinsaldare la sicurezza della “città delle mura”. Ma qualcosa va molto, molto storto, e le ragazze, unendosi agli altri mercenari coinvolti, diventano molto, molto pericolose mentre cercano chi e perché sta cercando di farle fuori.

Wiebe non inventa niente, prende elementi e genti dal mondo fantasy preesistente, come orchi, goblin, vampiri e quant’altro, senza cercare di snaturarli per renderli più originali, e questa è una gran cosa (per capirci, vedi i vampiri che luccicano) anche perché è perfettamente in grado di pescare nel classico per trasformare la pasta madre in altro, solo attraverso la caratterizzazione fisica e psicologica dei personaggi. Grazie anche al disegno di Upchurch, le varietà umane e meno umane sono molto belle da guardare, con i loro abiti tematici, il colore di pelle e capelli sapientemente utilizzato, e da vedere agire. Il tono dei dialoghi è sempre scanzonato e ironico, e riescono a far ridere anche quando ci viene presentata una di quelle gag che sembrano quasi scontate (come il grande classico: – Hey vecchia! – Non sono vecchia, ho trentanove anni!). Il gruppo delle Queens inoltre è un misto di orgoglio femminista e cortese attenzione al non offendere nessuno (compreso nelle preferenze sessuali): a vederle sono quasi delle Spice Girls della dimensione brutal, ognuna a rappresentare un popolo e un colore (anche se ne manca una, secondo me Mel C.), orgogliose della loro femminilità, messa anche bene in mostra mentre nascondono le loro fragilità, ma anche indipendenti, forti e cazzute (scusate) che non se le fanno dare da nessuno. Sicuramente senza peli sulla lingua, ma di cosa dovrebbero aver timore? La loro libertà sessuale, mai volgare, le completa e le rende sempre più concrete e vicine a noi, da entrare nelle grazie di lettori e lettrici indiscriminatamente. Sono così complesse e allo stesso tempo comprensibili da perderci la testa a cercare di spiegarlo, segno che Wiebe sa fare molto bene il suo lavoro.

Rat Queens - saldaPress

I disegni, come accennato, sono molto ben riusciti e completano il tutto tondo dei personaggi. Sono anche molto allietanti occhio e spirito, grazie, come dicevamo, all’uso del colore, ma soprattutto alla capacità dell’artista di creare linee avvolgenti, che si prestano bene sia alla staticità che alle scene dinamiche. Non che siano perfetti, tutt’altro: il vestito elasticizzato rosso di Hannah fa spesso pieghe strane e spigolose, i fianchi di Violet sono fin troppo forti e naneschi, ma direi che nella vita, soprattutto se stai facendo una rissa, il vestito non può essere fresco di lavanderia e le cosce grosse assicurano stabilità negli affondi con la spada. Insomma, il comparto artistico è più che soddisfacente, a parte una tendenza a trascurare lo sfondo creato spesso da sole evocative sfocature di colore.

L’importante è che il tutto sia funzionale alla narrazione e al ritmo, che è anch’esso vivace. Partendo da una griglia inizialmente convenzionale troviamo le vignette che si sovrappongono come se avessero fretta di farsi avanti e armi (praticamente solo armi) che sfondano la quarta dimensione e puntano direttamente alla gola del lettore, che non può così non sentirsi coinvolto.

Insomma, Rat Queens, le parolacce non ci spaventano, con tutte quelle diciamo anche noi, da oggi in vendita; un ottimo prodotto che si allontana dalle major e che soddisfa diversi tipi di palato: che state aspettando?

Silvia Forcina

Non pratico il nerding estremo pur essendo nerd nell'animo, ma non ho niente da condividere con i Merd che popolano il mondo. So solo quello che non sono. Come Balto.

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