Comic? a chi! Le short stories di Atsushi Kaneko
Una raccolta di storie brevi che ripercorrono la pubblicazione di Atsushi Kaneko dall’inizio fino agli anni più recenti, con un ottimo equilibrio tra storia surreale e trovate grafiche sublimi.
Una raccolta di storie brevi che ripercorrono la pubblicazione di Atsushi Kaneko dall’inizio fino agli anni più recenti, con un ottimo equilibrio tra storia surreale e trovate grafiche sublimi.
Classe 1966, fumettista e illustratore giapponese, Kaneko inizia il suo percorso artistico da autodidatta e come tale lo porta avanti. Le sue opere sono caratterizzate da un tratto netto e aggressivo con un sapiente uso del contrasto tra bianco e nero, sperimentale sia nella trama che nel disegno, non si avvale di assistenti proprio per preservare e garantire le proprie peculiari caratteristiche. Noto in Italia per Soil pubblicato da Panini Comics e Bambi Remodeled edito dalla Edizioni Star Comics ed è proprio grazie a quest’ultima che arriva in edizione nostrana: Comic? Atsushi Kaneko Extra Works.
Il volume è diviso in due parti, riconoscibili anche dal cambio di numerazione di pagina; la prima metà della raccolta, quasi esclusivamente dedicate al ciclo delle Tattoo Girl(s), è caratterizzata da un disegno in bianco e nero, con un tratto deciso, aggressivo e potente fortemente ispirato alle opere indipendenti americane e nipponiche e ad autori quali Paul Pope e Suehiro Maruo.
Il secondo gruppo di storie, pur mantenendo il caratteristico stile di inchiostrazione introduce il colore usato con sapienza e originalità, è proprio questa la parte mi ha colpito molto positivamente.
In Atomic? viene usato solo il colore arancio, in una tinta fluo, con campiture piene e uniformi volto a esaltare le atmosfere e gli stati d’animo.
Cosmic? è caratterizzato dall’uso della stessa tinta di colore ma questa volta usato come livello di fuori registro, questa scelta contribuisce a rendere la storia particolarmente ansiogena e fastidiosa riuscendo quindi a rappresentare perfettamente lo spirito del racconto.
L’arancio di Satanic? è invece di una tonalita più chiara tendente al giallo e usato con maggiore parsimonia per evidenziare solo alcuni dettagli cruciali del narrato.
Pare evidente che l’arancio sia il colore prediletto dall’autore che ne fa un uso sapiente e furbo piegandolo al suo volere affinché risulti originale e funzionale.
Linea di congiunzione di tutti i racconti raccolti nel volume è poi senza dubbio la scelta di una narrazione molto visionaria e surreale, che lascia libera interpretazione al lettore non ingabbiando la lettura in schemi predefiniti e canonici.
Un volume particolarmente interessante stampato in una buona edizione e con ottima cura, una presenza essenziale nelle librerie dei lettori più curiosi e consigliato anche a quelli che hanno anche solo voglia di evasione.