Armida Barelli: quando il fumetto racconta la vita

“Niente sarebbe nato, né fiorito senza lo zelo, la pietà, l’intelligenza e la vita soprannaturalmente ispirata della signorina Barelli” Padre Agostino Gemelli

Un fumetto nato in occasione del centenario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (1921), per celebrare l’unica donna che aveva lavorato alla sua fondazione, Armida Barelli. L’anno precedente era stato fondato l’Istituto Giuseppe Toniolo, l’ente promotore e garante dell’Ateneo.

Queste due istituzioni, a distanza di cento anni dalla fondazione, hanno pensato di raccontare la storia di una delle prime donne protagoniste della cultura italiana. Per farlo hanno coinvolto un’altra donna moderna nota a tutti gli italiani, Tiziana Ferrario, già notissima giornalista RAI; e oggi impegnata nella difesa dei diritti delle donne.

Sotto la sua curatela, e con il supporto editoriale di Franco Cosimo Panini Editore, il lavoro tecnico è stato svolto da Giancarlo Ascari e Pia Valentinis, già co-autori di diversi lavori, con la consulenza di Aldo Carera, Direttore dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia “Mario Romani”, ed Ernesto Preziosi, postulatore della causa di beatificazione di Armida Barelli, già conclusasi con la proclamazione il 30 aprile 2022.

Nonostante sia passato qualche anno, e il fumetto non sia passato inosservato, soprattutto alle testate cattoliche, come ad esempio Avvenire o Vatican News, il sito ufficiale della sala stampa vaticana, non smette di essere attuale, in quando è anche collegato a una serie di materiali ed eventi che l’Istituto Toniolo mette a disposizione per far conoscere meglio questa figura.

Una figura infatti importante, per l’Azione Cattolica meneghina, ma in generale per tutta la cattolicità, anche se è poco conosciuta.

Il volume è didascalico, pensato per presentare la storia della beata Barelli. In questo è anche un po’ agiografico, tenendo conto del fatto che la storia è scritta in collaborazione con i postulatori della causa.

Ma non per questo viene nascosta la sua personalità forte e ribelle, che la porta anche a scontrarsi con la famiglia per la scelta di dedicare la sua vita alla fede, prendendo ad esempio Santa Elisabetta d’Ungheria.

Armida (o Ida) Barelli attraversa l’inizio del 1900 con tutte le sue grandi spinte, ideologiche e politiche. E diventa protagonista della nascita della Gioventù Femminile Cattolica, investita addirittura da Papa Benedetto XV della missione di portare in tutta Italia questo movimento.

Nello stesso tempo, insieme a Padre Agostino Gemelli, noto ai più perché dà il nome al Policlinico della sede  romana dell’Università Cattolica, continua a lavorare alla nascita della stessa Università. Con caparbietà e abnegazione, portando avanti in parallelo il percorso della Gioventù Femminile, anche scontrandosi con il regime fascista.

Il fumetto è didascalico anche nella struttura. Leggibile in modo semplice per quasi tutte le età. Il linguaggio è immediato. Si struttura infatti quasi come un libro illustrato, in cui le vignette del fumetto sono singole illustrazioni. Solo raramente ci sono sequenze in cui si sviluppa un percorso, ad esempio quando Armida incontra Giuseppe Toniolo, o, più in generale, per descrivere in modo un po’ più ampio gli incontri che spesso Armida ha con alti prelati o addirittura con i pontefici.

In queste situazioni c’è una sequenza, sempre limitata, di vignette, che serve a descrivere più in particolare i contenuti e gli esiti dei colloqui.

Infatti la storia personale di Armida viene percorsa cronologicamente, se si eccettua l’inizio del fumetto, con la creazione dell’Università Cattolica. Infatti poi la domanda, posta in occasione dell’inaugurazione dell’Università stessa:

Ma chi è questa Armida Barelli?

Serve a dare inizio a un percorso sostanzialmente ordinato, nel quale si evidenziano i momenti importanti della vita di Armida, alternati a vignette che servono a descrivere il contesto in cui si svolgono i fatti oppure a cosa hanno portato le azioni e le iniziative intraprese.

In questo modo il lettore ha un quadro completo ed esaustivo, per quanto può esserlo un fumetto. Ma certamente non lo porta a divagare mai.

A confermare questa caratteristica sono le ricche didascalie, che servono a spiegare al meglio cosa sta succedendo e quali sono gli eventi che non sono stati riportati graficamente. Inoltre spesso vengono arricchite o parzialmente sostituite dai dialoghi.

Dal punto di vista grafico, il fumetto è altrettanto chiaro. Piacevole, colorato in uno stile ligne claire, ma che gioca con i contrasti di colore e limita il numero delle tonalità. Ad esempio la pelle dei personaggi è sempre bianca. Il numero delle gradazioni di colore che compare su ciascuna pagina è molto limitato, e non ci sono mai sfumature. Si evidenzia anche una notevole preferenza per i toni caldi, dal giallo al rosa, al rosso, e l’utilizzo dell’azzurro come sfondo.

Non compare invece mai il colore verde, neppure per colorare le foglie degli alberi o i paesaggi.

Il tutto è funzionale a mettere al centro la storia e non la parte grafica.

Anche la gabbia delle pagine è molto semplice, con un numero limitato di vignette per pagina, nonostante il grande formato. Sono solitamente tre, ma non è infrequente l’uso di splash page, a volte anche su due pagine, proprio perché non serve far crescere il ritmo, piuttosto serve far riflettere il lettore sulla figura e sulle azioni di Armida.

Al massimo, durante la storia, abbiamo cinque vignette per pagina, ma accade solo una volta.

Solo alcuni passaggi presentano un ritmo più serrato, quando, in poco spazio, va presentata una sequenza funzionale al racconto, come ad esempio la pagina che riassume la vita di Elisabetta d’Ungheria, che Armida prende ad esempio.

In questo caso cambia anche lo stile, che sembra riportare le pagine di un libro illustrato.

Altre volte si usano altri artifici grafici per non rendere l’opera troppo statica, ma senza mai appesantire, mantenendo la centralità sui personaggi, sulla storia, sui sentimenti. Come quando Armida compare al telefono in una specie di box, oppure quando, in una pagina intera, i personaggi compaiono e parlano dalle finestre illuminate su uno sfondo urbano.

Un altro passaggio grafico interessante è il riassunto finale, in cui vengono riportati, come nelle pagine di un album fotografico, le iniziative salienti della vita di Armida Barelli e le conseguenze che hanno portato.

Le vignette infatti sono disposte in modo un po’ irregolare, hanno ciascuna la sua didascalia, e hanno una cornice, che fa pensare alle foto dei primi decenni del secolo scorso.

Ancora una volta uno strumento interessante per far conoscere una figura storica, sociale e religiosa, anche se laica, sconosciuta ai più, ma  che tanta parte ha avuto nella storia del nostro paese, sia per il lavoro sull’Università Cattolica, ma anche per l’emancipazione delle donne, dentro e fuori le istituzioni religiose e le associazioni vicine alla Chiesa.

Il fumetto, insieme alle iniziative mediatiche che ad esso si accompagnano, ha avuto una Menzione Speciale al premio Fede a Strisce 2021 del Cartoon Club Rimini.


Giancarlo Ascari, Pia Valentinis
A cura di Tiziana Ferrario
Armida Barelli
Nulla sarebbe stato possibile senza di lei

21×29.7cm, 52 pagg, colore, brossurato
2021. Franco Cosimo Panini Editore
ISBN 9788857016962
Il volume è disponibile anche in edizione rilegata (ISBN 9788857017761)

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