Tintin: il fumetto fa la storia
Continuando con la riproposizione delle serie più famose del fumetto franco-belga d’autore, sulla scia di Asterix e Lucky Luke, in ordine cronologico e con ricchi redazionali, arriva la riedizione di Tintin.
Proseguendo sulla linea della bande dessineé storica e d’autore, facendo seguito ad Asterix e a Lucky Luke, La Gazzetta dello Sport ed Il Corriere della Sera propongono l’intera opera di Hergé.
Il più importante titolo della ligne claire franco-belga è arrivato in edicola con una edizione dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, in brossurato, con approfondimenti storici e fumettistici estremamente interessanti.
Infatti siamo arrivati ormai intorno alla metà della serie cronologica di 24 volumi, iniziata a dicembre 2016, ciascuno contenente una storia del più famoso reporter del fumetto francofono, che traducono il lavoro portato avanti da Philippe Mellot con Jean-Marie Embs e Philippe Goddin per la pubblicazione degli interi Archive Tintin, per Casterman, in collaborazione anche con il Museo Hergé.
Ciascun volume, oltre al fumetto, è diviso in quattro parti, molto corpose ed estremamente interessanti:
- una prefazione che riporta le notizie reali del mondo in parallelo con le storie di Tintin: i fatti storici, la moda, il cinema, la musica;
- le fonti dell’opera, in cui si cercano gli eventi, i personaggi, le fonti dei disegni e le attenzioni storiche e scientifiche da parte di Hergé;
- i dettagli tecnici (aerei, automobili, navi, paesaggi) della storia, dell’ambientazione e di quello che si chiama anche mecha design;
- i segreti della creazione (in cui interviene Philippe Goddin) sottolineano anche la storia di ciascun albo, in tutte le versioni precedenti a quella pubblicata, correlandoli con la storia personale e le esperienze dell’autore
La storia vera e propria viene preceduta dalla descrizione dettagliata di tutti i personaggi che vi compaiono, e da una serie di riferimenti passati, copertine dedicate a Tintin (in particolare de Le petit vingtieme, sul quale Hergé ha pubblicato fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale), le evoluzioni grafiche e i colori delle singole pagine nel passare dall’edizione iniziale a quelle finali in volume.
Quando si arriva al fumetto, che non ha niente di nuovo rispetto a quanto perfettamente conosciuto, però il lettore attento è così immerso nel mondo di Hergé e di Tintin, ha così chiaro il contesto storico, l’evoluzione del pensiero e dell’opera, che il fumetto scivola via lasciandosi gustare completamente. Tutte le possibili domande sul contesto, sui personaggi, sui disegni, le inquadrature, la tecnologia, hanno trovato preventiva risposta nelle pagine precedenti, e si tratta di andare a ritrovare l’informazione che interessa di volta in volta.
Così ci si gusta solo il fumetto, la storia sempre ricca di colpi di scena, il tratto pulito e i colori ottimamente definiti.
Il grande formato, anche se le vignette potrebbero essere più grandi, il lettering vintage quanto basta: l’esperienza della lettura di un fumetto storico si rivela interessante e coinvolgente. Non solo per un lettore seriale come me, ma anche per lettori in erba.