Mitsuru Adachi Chronicle: Cross Game
I tre anni delle superiori in Giappone: quell’arco di tempo dai quindici ai diciotto anni che ha qualcosa di magico. In questo periodo sbocciano i grandi amori, si creano i ricordi con i compagni, si parte per emozionanti gite, e, se sei un personaggio di Mitsuru Adachi, si vince il campionato di Baseball delle superiori al Koshien.
L’opera di cui vi raccontiamo oggi in questa Cronaca rispetta e smentisce questo cliché.
Sì, perché stiamo parlando di Cross Game, titolo pubblicato in Giappone dal 2005 e in Italia dal 2008 (per i tipi Flashbook), che parla ancora del sacro gioco del Baseball: ma stavolta la trama parte da quando i personaggi principali frequentano la quinta elementare. Ko e Wakaba sono vicini di casa: lui è lo sveglio rampollo di un negozio di articoli sportivi, adiacente al Batting Center, con annesso Caffè della famiglia della bambina. Lei è la secondogenita di quattro sorelle, e non a caso il locale si chiama Clover, quadrifoglio, in quanto ogni ragazza è un petalo della pianta portafortuna. Wakaba è una ragazzina brillante e bellissima, e stravede per il suo amico Ko, nato il suo stesso giorno, il 10 giugno. Da sempre si scambiano i regali, ma il ragazzino fa molta fatica a indovinare i gusti dell’altra, così lei gli scrive una lista dei prossimi regali da acquistare per i futuri nove compleanni. Per il ventesimo, la lista prevede un anello di fidanzamento. Ma quella è l’ultima estate in cui riceverà dei doni, perché Wakaba, cercando di salvare dall’annegamento una compagna di scuola, muore.

La storia riprende le fila dopo quattro anni. Ko Kitamura, alle soglie del suo ingresso al Liceo Seisho, viene coinvolto dagli amici in un progetto grandioso: entrare nel club di Baseball, arrivare al Koshien e realizzare l’ultimo sogno di Wakaba, che li vedeva vincitori nello stadio, acclamati dal pubblico. Ma la squadra della scuola è affidata ad un allenatore arrivista e bastardo, che punta solo a sfruttare il talento dei suoi giocatori per accumulare fama. Riusciranno i nostri a realizzare il loro sogno? E Ko riuscirà mai a farsi accettare come uomo e come lanciatore da Aoba, la sorellina di Wakaba che lo ha sempre detestato, ma che è anche la musa ispiratrice dei suoi lanci?
Cross game è uno dei manga più appassionanti di Adachi, e la cosa può davvero stupire perché, in fondo, è ancora una storia incentrata sul Baseball, con uno stuolo di personaggi ormai standardizzati: il protagonista che rivela il proprio talento mettendosi in gioco contro le difficoltà interne alla squadra e quelle poste dagli avversari, sempre più agguerriti; il comprimario un po’ ciccione che aiuta il protagonista sacrificandosi; la ragazza ambita da molti che però resta indissolubilmente legata al destino del character principale; una nuova ragazza che entra nella storia a portar scompiglio… eppure…
Eppure.
Intanto, se il nostro protagonista non esce troppo dai contorni che abbiamo appena delineato rimane uno dei personaggi più meritevoli di affetto creati dal Nostro: il dramma della morte prematura della ragazzina che amava gli regala quell’aura di pathos che solo Tacchan di Touch può eguagliare. Ma soprattutto Aoba è, insieme a Katsuki-chan, un modello di ragazza esemplare, da contrapporre alle generazioni di “HelloKittyGirls”. Ha il talento e l’abilità dei migliori lanciatori del torneo scolastico, ma non potrà mai salire sul monte di lancio del Koshien, perché donna, appunto. È lei a pronunciare le parole che segneranno il destino di Ko e la sua carriera di lanciatore; a lei lui si ispira nello stile di lancio; lei allena la squadra per farli arrivare alle qualificazioni. Sente immensamente la mancanza della sorella Wakaba, la sorella perfetta e adorata, e sente soprattutto il peso della sua assenza, tanto che questa mancanza metterà a rischio la sua stessa felicità. Come eguagliare la perfezione dell’altra? Come affrontare il peso del suo rapporto con il vicino di casa che tanto disprezza?

Wakaba è appunto un’assenza che ingombra lo spazio della storia, molto più di quanto faccia Katsuya, sempre in Touch: proprio come un arto amputato può prudere e far male, la sua scomparsa, il suo non essere più, diventa una presenza angosciante. Ko e Aoba forse non potranno mai dichiararsi il loro amore, forse neanche ammetterlo a loro stessi, perché l’altra, l’avversario da affrontare, non è presente.

Ma alla fine tutto si risolve, perché, grazie al dio della Letteratura, Adachi ama i lieto fine, come me: ma attenzione, come dicevamo all’inizio questo manga abbatte qualche cliché, e questo è l’ennesimo. Dopo un’appassionante partita contro la fortissima squadra del Ryou, l’ultimo ostacolo prima dell’accesso al campionato estivo del Koshien – che dura tre numeri e tiene altissima la tensione, tanto quanto il miglior Inoue in Slam Dunk – l’ultimo numero si chiude con Aoba e lo spettinato Ko che si tengono per mano aspettando il treno che li porterà al famigerato stadio di baseball.
Se il Seisho vincerà o no il campionato e il sogno di una bambina si avvererà, solo noi, nella nostra immaginazione, possiamo saperlo.
Ma forse, stavolta, non è neanche la cosa più interessante da immaginare.
Ottimo articolo davvero, però mi permetto di dissentire su un’affermazione: “Aoba, la sorellina di Wakaba che lo ha sempre detestato”. Ecco, secondo me Aoba on ha mai detestato Ko, tutt’altro. Il punto è che Wakaba e Aoba possono essere considerate come la riproposizione “reverse” del duo Kacchan-Tacchan di Touch. Tacchan reprimeva il suo talento nascondendosi sotto la maschera dello svogliato e “rinunciava” a Minami per evitare di mettersi in competizione col fratello, meno dotato per natura, e quindi costretto a sforzarsi e faticare molto di più per raggiungere pari risultati. Così fa Aoba. Nonostante la giovane età, Wakaba in un certo senso “percepisce” l’affinità elettiva fra Ko e la sorella Aoba, e pertanto si sforza e si adopera pur di legare Ko a sé prima che sia troppo tardi. Aoba, dal canto suo, visto l’amore per la sorella, e visto che l’attrazione per Ko è ancora in uno stato embrionale, “decide” di detestarlo pur di evitare in ogni modo di doversi mettere in competizione con lei. E questo perdurerà per molti anni anche dopo la sua scomparsa, perché il suo fantasma rimarrà presente e vivo nel cuore dei suoi cari. Solo l’arrivo di Akane permetterà ai protagonisti di far uscire dal ripostiglio del proprio cuore il fantasma di Wakaba e confrontarsi con esso, esorcizzandolo; e i successi sportivi di Ko, avvampando Aoba, riusciranno a far riemergere in lei quel sentimento che aveva così profondamente represso.
Grazie Cristian dell’ottima osservazione: sono perfettamente d’accordo con te, hai spiegato la complessa situazione tra i personaggi in maniera egregia. Hai scritto tutto quello che per motivi di spazio e di ritmo “giornalistico” ho dovuto rinunciare a esplicitare. Quel “sempre detestato” era solo una semplificazione, l’atteggiamento che doveva apparire agli occhi degli esterni, mentre la vera forza da celare era l’attrazione, esattamente come hai notato tu. Grazie ancora. Hai letto gli altri articoli dedicati ad Adachi?
Sì, letti tutti, e ti rinnovo i miei complimenti. Ben scritti, piacevoli da leggere, rendono giustizia alle opere senza s adere nella banalità.
Grazie, continua a leggere e soprattutto a commentare, così da arricchire con i tuoi pensieri le nostre presentazioni!