La Fortezza, vol. 1: Zenith

In occasione dell’uscita del secondo volume, abbiamo riletto anche il volume 1 de La Fortezza, mastodontica opera fantasy a fumetti di Trondheim.

La Fortezza copertina 1

Tra i protagonisti di questa massiccia opera fantasy, insieme a maghi, mostri e draghi c’è lei, La Fortezza.

Quattro torri nere, la più alta delle quali si vede a dieci giorni di cammino…
Una porta di piombo nascosta nel cuore di una palude malsana…
Chilometri di corridoi, foderati di muschio e salnitro…
Rampe, montacarichi, scale fin nelle viscere della terra… è La Fortezza.

Lewis Trondheim e Joann Sfar hanno raccolto intorno a questo progetto in oltre venti anni (la prima uscita è del 1998) moltissimi autori del fumetto franco-belga.

Il progetto è mastodontico. L’idea degli autori è di trecento albi, di cui ne sono già usciti quarantadue (42!), più alcuni legati al gioco di ruolo, che in Francia sono editi da Delcourt e negli USA da NBM. Dopodiché è diventato un vero e proprio mondo, presente anche su Facebook.

In questa prima raccolta, in cui troviamo i sei volumi di Donjon Zenith, ai due autori si aggiunge Boulet, che ha disegnato gli ultimi due episodi.

La raccolta non è cronologica, dal punto di vista del tempo di uscita, né dal punto di vista della storia. Il sommario lo propone graficamente lo stesso Trondheim in una divertente illustrazione in bianco e nero dove ritroviamo i protagonisti. E ci prepara alle prossime uscite, con raccolte in volumi che propongono storie vicine nella cronologia narrativa, ma scritte e disegnate a distanza di anni. A volte con volumi, che si riferiscono a periodi diversi, intrecciati e intervallati fra loro.

La fortezza schema

BAO Publishing inizia le pubblicazioni proprio da Zenith, cioè dall’apogeo della fortezza.

Il punto di massimo splendore.

Ma, come dice il poeta:

Chi troppo in alto sal,
cade sovente precipitevolissimevolmente.

E la fortezza, per quanto ricca e potente, non fa eccezione.

Perché l’apogeo genera invidia, voglie di rivalsa, o semplicemente cupidigia, ed è sufficiente una volta, una piccola distrazione, un trucco per cadere.

E gli eroi sono quelli che meno ti aspetti.

E che magari lo diventano perché devono rimediare a un grosso errore.

In un mondo che ricorda da una parte Adventure Time, dall’altra Munchkin, in cui fantasy e comicità si mescolano continuamente, anche se ci sono personaggi che vorrebbero essere terribilmente seri.

E con una serie infinita di citazioni, volontarie o involontarie. A partire dagli archetipi fantasy a cui siamo abituati: goblin e orchetti, draghi, troll e magie. Eroi ed eroine, ma anche principesse da salvare. Mescolandoli però con elementi, diciamo, particolari.

Un drago che non può uccidere chi lo insulta per motivi religiosi e impara a sputare fuoco grazie a dei funghi. Un papero antropomorfo (letteralmente) senza cuore, che diventerà eroe per caso (o forse no?).

Gli elementi ci sono tutti. Insieme a due autori che sono maestri dell’ironia e della ridefinizione in senso ironico e fumettistico dei generi. In fondo Trondheim lo aveva già cominciato per il western con Les formidables aventures de Lapinot.

I mostri de la Fortezza

Qui continua con il fantasy, mescolandolo ai romanzi di iniziazione. Con gli artefatti magici che cambiano continuamente le carte in tavola. E sono dunque una trovata fondamentale per una storia che si ingarbuglia sempre di più.

Una mescolanza di generi in fondo, un po’ come un pezzo jazz (ne abbiamo trovato uno intitolato Tong Deum, come l’arma definitiva di Marvin, e dal sottotitolo La pancia che zampilla quindi probabilmente è dedicato proprio al nostro drago).

La Fortezza sembra in realtà più una scusa per raccontare l’evoluzione, contorta e inattesa, dei personaggi:

  • il papero Herbert, che da inserviente intempestivo deve trasformarsi in guerriero, e finire come un vero e proprio eroe. Al punto di saper combattere e vincere anche con solo una piuma come arma
  • il drago Marvin, inizialmente il principale difensore della fortezza, che però ha delle sfaccettature religiose e sentimentali non usuali per uno della sua razza
  • il custode, il cui scopo è accumulare ricchezze e potere per sé e per la fortezza, ma che si troverà presto a doverla abbandonare, dopo averne fatto una perfetta macchina da soldi.

E questi tre si intersecano con una pletora di personaggi che compaiono e scompaiono continuamente. E che, nella loro improbabilità, alla fine danno un senso a tutto.

Le innumerevoli citazioni sono impossibili da afferrare nella totalità.

Perché toccano i campi più disparati, dalla letteratura all’arte, al cinema, ma anche alla matematica.

In questo modo la storia è un intreccio continuamente raggomitolato, con nuovi elementi a ogni pagina. Ma il carattere ironico viene sempre preservato, con personaggi e situazioni davvero improbabili, per quanto a volte tragici. E con battute e trovate che allentano comunque la tensione.

La parte grafica è altrettanto ironica, in una forma di linea chiara che però non risparmia crudezze e giochi di ombra. Trondheim la caratterizza chiaramente, dando anche una chiara traccia da seguire a Boulet, che ci si cala in modo perfetto, anche se a volte si concede qualche prospettiva più azzardata.

Il gioco è comunque quello di un tratto non realistico, a volte quasi confondibile con quello di un libro illustrato per bambini. In realtà è un disegno estremamente comunicativo, duttile e dinamico. Che condisce in modo assai coerente un intreccio continuamente in fieri.

I particolari, i cambi di inquadratura, la costruzione delle tavole sono dunque a servizio di questa duttilità.

Dunque non è un fumetto facile, La Fortezza, bensì un’opera epica per quanto giocata su livelli e con linguaggi a volte apparentemente inadatti. E forse ha dato il via a una serie di opere, a fumetti, ma anche in TV, in cui il fantasy classico si è lasciato rileggere con ironia e un po’ di leggerezza.

Un lavoro non facilmente definibile, perché ricco di contraddizioni: dalla serialità disordinata agli eroi disegnati male o alle comiche carneficine.

Un’opera che richiede più letture, anche solo per coglierne le infinite sfaccettature e citazioni. Stimola infatti tutte le emozioni del lettore.

Se poi mettiamo insieme quasi trecento pagine, tutta questa ricchezza, complessità e il garbuglio che ne consegue, si capisce quanto sia densa e ricca la lettura del volume.

E quanto improbo sia il compito di chi prova a scriverne…


Lewis Trondheim, Joann Sfar, Boulet
La Fortezza, volume 1
BAO Publishing, 18 luglio 2019
296 pagg., colore, cartonato, 21×28 cm, €25.00
ISBN: 9788832732443

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