Julian. Carlo Lucarelli a fumetti in salsa Grand Guignol

Uscito nel 2024, un racconto a fumetti che rende nel modo migliore la vena non solo gialla di Carlo Lucarelli, con uno splendido adattamento.

Anche se in quarta di copertina Davide Barzi parla di adattamento a fumetti, contrapponendolo al più spregiativo riduzione, il racconto di Julian di Carlo Lucarelli sembra nato direttamente come soggetto per un fumetto: infatti non ne abbiamo trovato una versione che non sia quella illustrata edita da Cut-Up.

Su tale racconto originale, perciò, si innesta la sceneggiatura di Stefano Fantelli con i disegni di Marcello Mangiantini, affiatata coppia che da tempo lavora su Zagor, e si aggiungono i colori di Letizia Castagna.

Lucarelli, da maestro del noir, mette dentro a un racconto tra il fantasy e l’horror una serie di ingredienti che, senza eccessi, tengono il lettore incollato alla lettura, con la voglia di scoprire come va a finire, ma senza in fondo generare troppi sentimenti negativi.

La storia è interessante: una testa mozzata durante la Rivoluzione francese che non perde la coscienza di sé, né si disfa. Quasi che il rapidissimo tempo dell’esecuzione abbia arrestato la sua morte, non solo lasciando sopravvivere la coscienza, ma addirittura annullando la degradazione della carne morta. Così la coscienza di Julian si mantiene miracolosamente viva, come miracolosamente vivi restano i tessuti.

La storia prende il via il 18 brumaio (diciamo tra il 10 e il 12 novembre) 1793, il resto della scansione temporale non è meglio precisato, ma il tempo non è certo troppo breve.

Lo status della testa di Julian, tra le tante rotolate via a opera delle condanne di Robespierre, per piccoli o grandi contrasti, cambia nel tempo passando attraverso le fogne, fino alla formalina di un’aula universitaria e alla cassa di oggetti di scena di un teatro, prima stabile, poi ambulante.

L’epilogo è tanto sorprendente quanto inatteso, ma ovviamente non può essere svelato…

Lucarelli nel soggetto, poi sviluppato dalla sceneggiatura di Stefano Fantelli, tocca moltissimi temi del romanzo gotico e horror, come appunto il passaggio dalla vita alla morte, la non-morte stessa, insieme ad aspetti grandguignoleschi. E intersecandosi con tanti elementi parossistici (la riesumazione dei cadaveri, il viaggio nelle fogne) e umani (dal disprezzo di chi assiste all’esecuzione, alla lascivia di chi fa uso della testa come oggetto di scena).

Nonostante lo sfondo storico, sono l’atmosfera e gli avvenimenti weird a farla da padrone. Anzi, la bravura di chi ha scritto è stata anche quella di rendere del tutto attendibili le ambientazioni e gli eventi che si mescolano con la storia di Francia e d’Europa alla fine del Diciottesimo secolo, rendendo davvero realistiche le atmosfere.

A questo contribuiscono ovviamente i disegni di Marcello Mangiantini completati dai colori di Letizia Castagna.

La grafica è molto bonelliana, d’altra parte Mangiantini è da oltre un ventennio disegnatore di Zagor: ma se il tratto è abbastanza classico, inquadrature e gabbia giocano in maniera molto weird a loro volta.

Un tratto realistico è comunque importante per dare credibilità a una storia che, anche se di fantasia, si innesta in quel filone di verosimiglianza tipico delle narrazioni realistiche, specie in quella zona del crepuscolo che è l’atmosfera da Grand Guignol.

Inoltre i dettagli aiutano a rendere anche storicamente attendibili tutte le parti del racconto, collegandosi con gli approfondimenti che vengono raccontati nelle parti di testo. Per dirne alcuni, la natura di Cordigliere del nostro Julian, le localizzazioni geografiche degli eventi e altro.

In questa ricerca di realtà, alcuni passaggi sono al limite della crudezza. Si pensi alle teste mozzate e in fase di avanzata decomposizione nelle fogne; oppure le tante vignette che raccontano la mise en scéne della Salomè; o ancora i dettagli della testa in balia dei ratti.

In alcuni passaggi i disegni sembrano essere anche volutamente eccessivi, proprio alla ricerca di quel weird al cui interno quest’opera si colloca.

Per raccontare la storia in modo credibile in quaranta tavole bisogna mescolare sapientemente gli avvenimenti con le atmosfere. In questo, di grande aiuto è la gabbia, che fa il ritmo della narrazione, tra sovrapposizioni e riquadrature mai uguali. Questo uso della gabbia non è certo una novità, ma in questo caso rende molto dinamico il racconto e, con le sovrapposizioni, consente di presentare i momenti della narrazione abbreviando o dilatando i tempi a seconda delle necessità.

La storia è molto cinematografica: la centralità dell’oggetto testa che non viene mai perso di vista origina una sorta di lungo piano sequenza efficacissimo.

Altra particolarità è la totale mancanza di balloon (esclusa l’ultima tavola), perché in effetti il racconto è nella testa del protagonista, che però non è in grado di parlare, per cui riferisce fatti e sensazioni attraverso le didascalie, riportate su apparenti pezzi di pagine. Anche le onomatopee sono pochissime, per cui la storia si dipana come il lungo monologo di una voce narrante esterna. Le frasi vengono riportate su strisce o angoli che sembrano presi dalle pagine di un diario, o di un resoconto, di cui la storia dà conto nell’ultima vignetta.

In chiusura dell’albo, alcuni studi dei personaggi e cinque tavole con sceneggiatura a fronte, prima della colorazione.

L’opera è disponibile anche nella edizione limitata cover variant (€25), con l’opera di Alessandro Amoruso.


Titolo: Julian
Autori
: Carlo Lucarelli, Stefano Fantelli, Marcello Mangiantini, Letizia Castagna
Editore: Cut-Up publishing
Volume: 17×24, cartonato, colore
Pagine: 64
Collana: Ecate
Anno di pubblicazione:
2024
Prezzo: € 23.90
ISBN 9788832218657

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