Ipse Dixit – Black Jack: Osamu Tezuka ci insegna il 2016

Osamu Tezuka
Autoritratto di Osamu Tezuka

Un classico è un libro che non ha mai finito di dire ciò che ha da dire

Sulla quarta di copertina di tutti i libri della Mondadori. Sulla bacheca Facebook della sedicenne illetterata. Sul muro della stazione, scritta con le k. Quante volte avrete letto questa frase?

E’ una di quelle frasi che si è sentito così tante volte che, per quanto l’abbia scritta quel genio assoluto che risponde al nome di Italo Calvino, alla fine un po’ ti viene sulle palle. Come le filastrocche in inglese che ti fanno ripetere fino alla nausea alle elementari, ben presto cessa di avere un qualsivoglia significato.

Però poi capitano quei giorni lì che, in una sonnacchiosa mattina di pendolare, su un autobus Cotral tutto scassato, mentre rileggi un classico, comprendi il significato autentico di quella frase. È un’esperienza che ha qualche tratto mistico.

Siamo nell’annus domini 2016; in molti si sforzano di capire questa epoca, e di spiegarla agli altri. Ecco, quaranta anni fa un giapponese dall’aria mite di nome Osamu Tezuka ne aveva colto l’essenza, e aveva affidato la sua intuizione alle pagine di un manga.

blackjack

Black Jack esce per la prima (e ultima) volta in Italia nel 2003, per i tipi della Hazard Edizioni. In un paese dove si ristampa Dragon Ball ogni tre giorni, questo caposaldo del fumetto mondiale è assente dagli scaffali delle librerie da più di dieci anni. Ce lo meritiamo, Alberto Sordi.

Le avventure del medico senza licenza, sfigurato in volto e accompagnato dalla tenera e incredibile Pinoko, sono una summa dell’umana avventura su questo povero pianeta. Non c’è uno solo di questa serie di brevi episodi narrati con grazia, passione, competenza, e soprattutto con la pura semplicità del linguaggio tezukiano, che non sia in grado di far sbocciare un pensiero nuovo, un punto di vista differente, una consapevolezza inedita, in questi nostri “ragnatelosi” cervelli.

Qui e oggi vogliamo parlare dell’episodio 23, pubblicato nel terzo volume dell’edizione italiana e intitolato Capitan Paku.

Black Jack - vol 03 112

Il Capitan Paku ci viene presentato come il barbuto comandante di una nave che non se la sta passando granché bene. Nel tentativo di portarla in salvo, il capitano ha un brutto incidente. Guarda caso, la nave passava proprio sotto la casa di Black Jack, che vive su una scogliera a picco; da qui ad andarlo a chiamare, è un attimo.

Pinoko sembra una tenera bambina pucciosa, ma il suo aspetto in realtà contrasta con la tragedia della sua storia. E' un tratto tipico di Tezuka, quello di mischiare dramma e comicità nel contesto di un linguaggio quasi infantile. Il risultato è sempre tale da dare lezioni di fumetto a chiunque. come dite, volete sapere qual è la storia di Pinoko? Beh... accattatevi il fumetto, se riuscite a trovarlo. O incatenatevi davanti ai cancelli di qualche casa editrice finchè non la ristampa, grazie.
Pinoko sembra una tenera bambina pucciosa, ma il suo aspetto in realtà contrasta con la tragedia della sua storia. Un tratto tipico di Tezuka è quello di mischiare dramma e comicità nel contesto di un linguaggio quasi infantile. Il risultato è sempre tale da dare lezioni di fumetto a chiunque. Come dite: volete sapere qual è la storia di Pinoko? Beh… accattatevi il fumetto, se riuscite a trovarlo. O incatenatevi davanti ai cancelli di qualche casa editrice finché non la ristampa, grazie.

Il povero dottore viene tratto con l’inganno verso la nave che sta colando a picco. Il mare è nero e la notte oscura: cosa potrà mai spingere degli esseri umani a percorrere una strada tanto spaventosa?

Black Jack 3

Black Jack trova il paziente veramente inguaiato, e vorrebbe tornare a terra a prendere degli strumenti medici più adatti. Peccato che il Capitano non sia d’accordo: basta una medicazione d’emergenza, tutto quello che vuole è poter portare la nave a riva.

E poter scaricare i clandestini che trasporta.

La tavola che segue merita di essere riportata nella sua interezza.

Black Jack - vol 03 120«Non è più strano non fuggire? Eh?»

La situazione è molto difficile. Black Jack insiste che è il caso di mandare un SOS per farsi salvare al più presto. Il Capitano Paku non è d’accordo.

Le operazioni di sbarco proseguono. Con sprezzo della propria vita, proseguono, e Black Jack deve assistervi inerme. Quando l’ultimo dei profughi è salito sul gommone di salvataggio, non restano sulla nave che Paku e il dottore.

Black Jack 5

Ma il Capitano non scenderà a terra.

Sarà servito il suo sacrificio?

Era l’anno del Signore 1973. È l’anno del Signore 2016. Niente è cambiato sotto il sole.

Un classico è un fumetto che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.

E Tezuka, bontà sua, nel 1973 ha indovinato persino il mio volto, oggi, mentre attraverso le sue pagine io vivo il presente.

Black Jack 7

Francesco Pone

Francesco Pone legge fumetti da troppo tempo. La sua principale occupazione è tentare di far servire a qualcosa la sua laurea in filosofia.

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