“Gli eroi camminano sulla Terra” – “Il fumetto supereroico” di Marco Arnaudo
La vita è fatta di passioni: per sé stessi, per altre persone, per degli ideali, per delle cose, per delle attività. Quando si possono soddisfare le proprie passioni ci si può ritenere fortunati e felici di stare al mondo. Ecco il motivo di fondo da cui nasce il mio articolo: una perfetta combinazione di quattro passioni, per la lettura, per i fumetti, per l’insegnamento e per la scrittura, che mi hanno portato a leggere e amare profondamente il libro di cui vi sto per parlare, a contattare l’autore e a rivolgergli alcune domande.
A fine ottobre sono andata al Lucca Comics e, dopo aver camminato in lungo e in largo per gli stand in mezzo a una fiumana di gente, la passione per i fumetti e la passione per la lettura di libri mi hanno fatto entrare in una libreria dove ho trovato Il fumetto supereroico di Marco Arnaudo. Appena letto il sottotitolo, Mito, etica e strategie narrative, la terza passione, quella per il mio lavoro di insegnante di lettere, mi ha spinta con il volume in mano alla cassa. In seguito, man mano che assaporavo le pagine, si è risvegliata anche la passione per la scrittura, che solitamente pratico solo per l’ambito della scuola, ed è maturata così l’idea di far sapere a tutti quanto mi è piaciuto questo libro. Perché di saggi e lavori specialistici ne ho letti, ma nella maggior parte dei casi erano o noiosamente pesanti o eccessivamente tecnici o narcisisticamente complicati o palesemente “scopiazzati”, mentre quello di Marco Arnaudo è tutto l’opposto: piacevole, avvincente, intelligente, originale, ricchissimo di esempi, spunti e suggestioni.
A quest’opera possono accostarsi con la sicurezza di scoprire molto sia gli appassionati del genere, sia i lettori occasionali, sia chi non ama i supereroi, perché probabilmente cambierebbe idea. Sono numerosi gli argomenti affrontati, dalla storia del genere alla definizione del monomito americano, dalla religione alla politica, dalla simbologia alla funzione modellizzante dei fumetti supereroici, dai confronti con i film a quelli con opere letterarie come i poemi epici.
La versatile competenza di Marco Arnaudo è legata alla sua attività di docente dell’Università dell’Indiana a Bloomington, dove insegna letteratura italiana e cultura pop anglosassone, usando anche i fumetti. Infatti alla fine della mail in cui ha immediatamente risposto alle mie domande è scritto: Marco Arnaudo – Professor of Italian Studies – Director of Graduate Studies in Italian – Department of French and Italian, e devo dire che a posteriori provo un certo imbarazzo nel pensare alla confidenza con cui mi sono rivolta a lui da perfetta sconosciuta e un certo stupore per la sua disponibilità, che ha accresciuto la mia stima nei suoi confronti e la mia invidia per i suoi studenti. Ma forse in un mondo in cui “gli eroi camminano sulla Terra” (per citare una delle frasi più belle dell’opera) anche questo è possibile.
Ed ecco l’intervista “a distanza”.
Perché hai scelto il fumetto supereroico come argomento del tuo libro?
Perché si tratta di un genere troppo ingiustamente ignorato dall’accademia. Quando è stato fatto oggetto di studi, lo si è impiegato per dire altro (per esempio per testare strumenti semiologici, o per trarre conclusioni sociologiche) piuttosto che per farne oggetto di autentica analisi che ne valorizzasse le qualità proprie. Ho deciso dunque di dare un mio modesto contributo alla comprensione del fumetto supereroico COME TALE.
Ci sono altri generi di fumetto che ti piacciono e su cui hai scritto o vorresti scrivere qualcosa?
Mi piacciono molto i fumetti italiani della Bonelli, e infatti ho scritto alcuni saggi su Dylan Dog, e un mio saggio su Tex uscirà tra poco nella rivista online Arabeschi. In futuro conto di scrivere anche su Martin Mystère, Nathan Never, e Julia.
Quali saggi sui fumetti sono per te fondamentali?
A costo di suonare antipatico, ci sono pochi saggi il cui metodo mi interessi. Come dicevo, troppo spesso i saggi che parlano di fumetto usano l’argomento per parlare di altro – come strumento piuttosto che come vero oggetto di analisi. I saggi che mi piacciono affrontano sempre lo specifico formale del fumetto, collegando medium a significato. Cioè mi interessano saggi che parlano di come il fumetto impieghi i mezzi espressivi suoi propri per determinare certi effetti ed esprimere certi messaggi che non sarebbero possibili in altre forme.
Cosa insegni ai tuoi studenti? Come usi i fumetti nelle tue lezioni?
Dipende dall’oggetto del corso. A volte insegno corsi sul fumetto, col fumetto come oggetto principale. Quindi copriamo la storia di un determinato genere, leggiamo i testi più significativi, e li discutiamo in classe, in forma di dialogo tra me e gli studenti. In altri casi inserisco fumetti in corsi di argomento generale; per esempio in un corso sulla fantascienza come genere questo semestre leggiamo molta prosa, guardiamo alcuni film, e leggiamo le storie classiche di Alex Raymond su Flash Gordon. Il fumetto aggiunge una prospettiva in più.
In Italia esistono ancora alcuni pregiudizi sui fumetti come espressione culturale. Negli Stati Uniti?
Molti meno. Non ci sono ancora molti corsi attivi sul fumetto, ma diciamo che quando io ne insegno uno i colleghi non mi guardano come se fossi un marziano. Cioè il campo è ancora piccolo ma non ci sono pregiudizi contro la sua espansione.
Nell’introduzione del tuo libro parli dell’evoluzione del genere supereroico. Quale periodo è per te più significativo o interessante?
Io sono un grande fan della cosiddetta Silver Age, cioè circa gli anni ’60 e ’70, con la formazione della Marvel. È in quel periodo che i fumetti di supereroi sono maturati come genere per adulti, e hanno iniziato a trattare temi complessi e costruire storie lunghe e dall’afflato epico. Gli anni ’80 e ’90 sono stati un periodo di violenza e spettacolarità gratuite, il che mi ha interessato molto poco. Mi piace anche il fumetto dei primi anni del 2000, proprio perché è ritornato in parte all’eleganza e sobrietà della Silver Age – con un taglio più moderno, ma senza grandi eccessi di stile.
In riferimento all’attualità, i fumetti supereroici rappresentano le cose ”come appaiono al momento” o “come il pubblico le avrebbe volute”?
Come appaiono al momento, e come potrebbero apparire tra qualche tempo. Raramente come il pubblico le avrebbe volute, e infatti il fumetto supereroico ha spesso un taglio critico verso il presente. Si è parlato tanto di fumetto supereroico come di genere “consolatorio”, ma andando a scavare i testi io questa funzione consolatoria l’ho trovata molto meno del previsto.
Maura Pugliese
Il fumetto supereroico
Autore: Marco Arnaudo
Casa editrice: Tunuè
Collana: Lapilli
Formato: 14×19; pp. 202
13,90 €
ISBN: 978-88-89613-70-2