DNA e genetica alla portata di tutti

Claudia Flandoli pubblica il suo primo fumetto scientifico “completo”, di cui scrive il testo, oltre ai disegni. Da biologa non poteva che partire dalla cellula…

DNA copertina

Si può parlare di biologia cellulare e di DNA usando i fumetti?

Certamente è più facile se chi scrive e sceneggia il fumetto è un biologo.

Se poi troviamo un biologo che sa disegnare non c’è bisogno di andare oltre.

Claudia Flandoli è esattamente questo.

In origine scienziata, ha poi scoperto una passione per il fumetto, che ora porta avanti nella (inospitale) perfida Albione.

L’abbiamo già incontrata, noi di Dimensione Fumetto. Sia perché ha collaborato con Comics&Science, sia perché è stata ospite della scorsa edizione di San Beach Comix, con cui collaboriamo.

E ora ci troviamo a recensire questa sua opera prima come autrice completa.

Il libro, corposo, è destinato a un pubblico vasto. È infatti adatto anche ai ragazzi: imposta la storia facendoci conoscere i personaggi che esploreranno la biologia delle cellule: sono le due gemelle Blu e Ambra insieme a un pulcino di nome Pio, che sarà l’alter ego dell’autrice.

Proprio Pio ha il duplice scopo di fare da guida alle esploratrici (anche se loro avrebbero preferito qualcosa di più zannuto) e di spiegare alla fine di ogni capitolo i principali concetti affrontati.

La sceneggiatura è a metà tra il Piero Angela de La Macchina meravigliosa e Esplorando il corpo umano.

Infatti, anche qui corpuscoli cellulari, nucleotidi, nucleosoma sono antropomorfi, ma rispetto al cartone animato francese c’è molta più attenzione scientifica. Anche un adulto può leggerlo con buona soddisfazione.

L’approfondimento scientifico è buono, i dettagli sono riportati con attenzione, come ad esempio le triplette di basi azotate collegate ai diversi aminoacidi.

La rappresentazione delle parti della cellula è verosimile, visto che l’autrice ha anche lavorato come illustratrice di opere scientifiche.

Sia nella parte a fumetti che negli approfondimenti testuali, alla fine dei capitoli ci sono anche dei gustosi aneddoti, come quello della falena delle betulle o la storia di Mendel.

Ma c’è anche la corposa parte divertente:

  • la caratterizzazione dei personaggi, non solo Blu, Ambra e Pio, ma anche le parti della cellula;
  • la rappresentazione dei meccanismi intracellulari: dal trasporto dell’RNA al lavoro dei ribosomi
  • l’apparizione di personaggi fuori dal coro: cosa ci fa un koala in un orto di piselli?

Il lavoro ha quindi diversi livelli di lettura, che consente a tutti di trovare un motivo per leggerlo. Anche per i tecnici, è divertente vedere come sono stati resi dei passaggi scientifici non facili, come ad esempio le mutazioni, o il passaggio dal DNA alla sintesi proteica, o il concetto di codominanza.

O ancora la capacità di rendere graficamente semplice e divertente una nozione, ad esempio come quella dell’allele, che è centrale nella comprensione del DNA e della genetica, sottostante a tutto quello di cui si sta parlando.

E questo succede spesso, per poi riprendere il concetto nella parte finale del capitolo corrispondente, in cui i disegni del fumetto diventano delle illustrazioni scientifiche, comprensibilissime e altrettanto precise.

Lo stile grafico è, al solito, estremamente chiaro, e il lettering, che fa parte del disegno, si amalgama e diventa tutt’uno con i personaggi. Ci sono spiegazioni un po’ più tecniche inserite in didascalie all’interno del fumetto che non spezzano il ritmo, anzi, riescono a dare il contributo tecnico al momento giusto.

DNA splash

Lo stile dell’autrice è ormai noto, ma non stanca, con i colori privi di ombre. Fa talvolta pensare ai disegni di Adventure Time: ne riprende la dinamicità, il parossismo, la caratterizzazione cromatica, ma anche la ricerca del dettaglio sullo sfondo e i giochi con le espressioni facciali.

Altrettanto dinamica è la struttura della pagina, che viene piegata a piacere alle esigenze della storia e dei disegni. Non solo passando da un gabbia piuttosto standard, quasi bonelliana, a splash page in cui lo sguardo può cogliere i diversi piani.

Troviamo anche pagine in cui una o più vignette sono prive di bordo, perché servono alla storia e alle spiegazioni, o se lo hanno, lo sfondo bianco comunque le tira fuori dal continuum del racconto.

In quel caso è come se si facesse un inciso, la storia in sé viene sospesa e ci si focalizza su un aspetto scientifico, in maniera rapida ed efficace.

Un’ultima piccola osservazione: tra i personaggi all’inizio e alla fine del libro compare anche la scrittrice (ma non è la Flandoli…), che interagisce con i personaggi, e ha fatto i provini per selezionare la guida giusta per il libro.

Ecco, questo è ancora una volta un buon modo di fare scienza a fumetti. Essere rigorosi, ma avere un gancio che consenta di tenere il lettore, di tutte le età e di tutte le estrazioni culturali, legato anche all’aspetto meno scientifico.

Claudia Flandoli lo ha fatto. La conoscevamo essenzialmente per storie brevi. Ci sembra di poter dire che con questo lavoro ha dimostrato di poter anche scrivere, sceneggiare e disegnare un fumetto ben più “impegnativo”.

DNA quarta

Claudia Flandoli
Sulle tracce del DNA
Editoriale Scienza, 2020
192 pagine, 17×23cm, colore, cartonato, €16.90

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