Alla riscoperta di Daikengo e dei protagonisti con la coda di cavallo
Una trama intrigante e adulta, personaggi originali (soprattutto grazie alle acconciature), un protagonista robot che sembra provare emozioni, soprattutto dolore e rabbia, forse di combattere contro altri robot: una serie da riscoprire, Daikengo.
Non so in quanti tra i nostri lettori hanno visto da bambini la serie robotica Daikengo, prodotta in patria nel 1978 e arrivata in Italia nel 1981: a un bambino di quei lontani anni la serie appariva molto drammatica, ve lo dico per esperienza, con una trama un po’ difficile da seguire, e lasciava un vago senso di ansia e di apprensione per i protagonisti dalle strane acconciature.
Anime Factory è tornata a proporre la serie completa, di 26 episodi, in un cofanetto vintage composto da 5 DVD e ricco di sorprese. Prima di tutto il booklet in omaggio di 16 pagine che presenta i riassunti degli episodi e i disegni dei personaggi principali della serie. Molto interessante è inoltre la sezione Extra che comprende le sigle italiane della prima messa in onda storica e soprattutto le sigle originali con karaoke in caratteri europei e le traduzioni.
La serie di Daikengo si discostava da quelle classiche dei robottoni stile Mazinga e Goldrake prima di tutto per la sceneggiatura non episodica, ma che seguiva un intreccio preciso: l’ambientazione non è quella della Terra, ma è lo spazio intero. Un po’ come succedeva in Galaxy Express 999 di Matsumoto, i protagonisti si spostano di pianeta in pianeta cercando di contrapporsi ai piani distruttori di Magellano, e in ogni viaggio si imbattono in storie e culture diverse e appassionanti.
In questo caso, parliamo di Ryger, l’erede al trono al pianeta Emperius, e Cleo, figlia del consigliere del re Empel (padre di Ryger), che si imbarcano su Daikengo, provvidenzialmente risvegliato dalle radiazioni di una cometa e la sola arma in grado di contrapporsi ai robot guerrieri dei magellani. Oltre a tentare di vincere sul tempo i piani criminosi del nemico, esiste una sottotrama che si basa sugli intrighi di corte del pianeta natale di Ryger, il cui re è mal consigliato dal padre di Cleo, che ha venduto la sua lealtà ai cattivi, e suggerisce a Empel di eliminare il figlio per poter raggiungere un accordo diplomatico, tradimento scoperto dalla figlia. I nostri eroi dunque episodio dopo episodio si trovano a difendere la giustizia universale, ma anche quella personale, scampando ad attentati e sordidi tranelli.
Il senso di dramma che quest’opera ha lasciato nei ricordi dei bambini degli anni ’80 risale appunto a questo impostazione di sceneggiatura, molto adulta e complessa (alleggerita però dalla presenza di due robot pasticcioni che sono gli aiutanti dei protagonisti e riportano il target più vicino e quello infantile), ma anche, ci duole dirlo, alla scelta dell’adattamento e del doppiaggio, che probabilmente volevano accentuare questo aspetto. Le voci infatti, nonostante la presenza, in ben due ruoli, di attori del calibro di Gastone Moschin, sono spinte a una recitazione eccessivamente enfatica, molto teatrale e poco adatta al media. Anche l’adattamento ha scelto di apportare cambiamenti nei dialoghi che rendono molto arduo riuscire a seguire gli eventi, con battute che molto spesso sono separate dal contesto e si rivelano forzate.
Per questo consigliamo di guardare gli episodi con l’audio originale (in cui le voci, per quanto molto serie e calibrate, non sono mai fuori luogo) e i sottotitoli che seguono il testo dell’opera. Consigliamo anche di notare l’originalità delle ambientazioni, dei characters e dei mecha, non solo quello di Daikengo, ma soprattutto quello dei nemici, che sono rappresentati come enormi scheletri preistorici robotizzati. Da notare anche che i nemici sono dei robot appunto, anche se hanno tutti i difetti degli umani, ma non un cuore per provare pietà (il che porta alla mente la serie Daitarn 3, uscita nello stesso anno, un mese prima, che vede cyborg come nemici e un robottone che sembra avere sentimenti ed espressioni autonome, come il Nostro che sembra provare dolore e rabbia).
Un pezzo di storia dell’animazione da riscoprire e rivalutare.
Scheda Tecnica
Numero Dischi: 5
Durata: 650 minuti Extra esclusi
Video: 1,33:1 4:3 Full Frame Original Aspect Ratio
Audio: Italiano 1.0, Giapponese 1.0
Sottotitoli: Italiani (fedeli all’originale)
Extra:
SIGLE ITALIANE DELLA PRIMA MESSA IN ONDA
TRADUZIONE E KARAOKE DELLE SIGLE
DOPPIAGGIO STORICO RESTAURATO
SOTTOTITOLI ITALIANI FEDELI ALL’ORIGINALE
PROLOGO E ANTICIPAZIONI INEDITI DOPPIATI IN ITALIANO
BOOKLET DI 16 PAGINE CON LE SINOSSI DEGLI EPISODI E GALLERIE DEI PERSONAGGI