UT 1, una recensione stupefatta

Se qualcuno, solo cinque anni fa, mi avesse detto che la Sergio Bonelli Editore avrebbe mai portato una storia del genere nelle stitiche edicole italiane, beh, lo avrei spedito a leggersi 20 numeri di fila dell’Uomo Ragno scritto da Terry Kavanagh.

UT, di Paola Barbato e soprattutto Corrado Roi, atterrerà sul nostro pianeta il 14 Marzo 2016. Cosa accadrà dopo non è dato saperlo.

1- Senza chiave non si aprono porte

In una intervista (ancora inedita) a Paola Barbato, la scrittrice mi rivelava a proposito di UT che:

È stato eliminato il concetto di uomo mantenendo alcune caratteristiche (deteriori) della nostra specie.

Nel leggere UT in anteprima ho dovuto far tesoro di questa chiave di lettura fornitami da una fonte insospettabile: un’ancora di salvezza. Leggere UT è infatti un’esperienza che rischia di lasciarti smarrito, come in una megalopoli straniera in cui nessuno parla la tua lingua.

Non che questa chiave di lettura fosse poi così nascosta: è chiaramente esplicitata nelle prime pagine, ma in UT gli spunti sono così tanti, così vari, che avrei tranquillamente potuto dimenticarla.

Pagina 1
Pagina 1 © Sergio Bonelli Editore

Un mondo senza l’uomo non significa un mondo senza animali bipedi parlanti. Significa però un mondo dove questi animali hanno abbandonato (o forse non hanno mai posseduto, non ci è dato saperlo) l’umanità.

2- Non è un fumetto per vecchi

Roi e Barbato scelgono di spogliare l’uomo di ciò che lo rende umano; e assieme spogliano il fumetto popolare Bonelli di ciò che lo rende il fumetto popolare Bonelli. Non aspettatevi spiegoni, eroi iconici, spalle comiche, fissazioni, avventura, misteri rivelati, trame lineari e colpi di scena ogni 30 pagine. UT distruggerà ogni convenzione Bonelli e, cosa peggiore, lo farà senza che ve ne rendiate conto.

UT, il nostro eroe, non assomiglia ad alcun attore. Non vediamo nemmeno il suo volto, nascosto com’è dietro una maschera inquietante. Non è nemmeno un eroe, a ben vedere: è un custode, curioso, contatore di stelle, confuso, che non capisce cosa gli accade intorno e non ha interesse a farlo. Non è nemmeno il protagonista della storia, se proprio vogliamo cercarne uno. UT, come veniva chiamata la prima nota dello spartito musicale. I nomi sono un’altra chiave di questa storia: una chiave che, però, sembra non adattarsi ad alcuna serratura.

Pagina 4
Pagina 4 © Sergio Bonelli Editore

Vive in un luogo che non possiamo riconoscere, in un tempo che non è misurabile. Vive, ed è forse abbastanza.

UT si ritroverà ad inseguire un gatto, mentre attorno a lui si dipana un mondo in cui niente assomiglia a quello che conosciamo. Le città non sono città ma labirinti di abitazioni (non “case”, perché “casa” è un concetto umano); i suoi abitanti non sono cittadini, ma entità affamate e atomizzate (sottrazione dell’umano: e se l’uomo è animale sociale, questo uomo è incapace di formare società). Persino la fame riesce a non essere più la nostra, riconoscibile, umanissima, fame, se è possibile nutrirsi una volta al mese e anche soltanto di storie.

Tutto in questa miniserie contraddice le convenzioni. Il titolo, dopotutto, forse nemmeno si riferisce al vero protagonista della storia. Quello che è certo è che non potrete leggerlo e riporlo, come un albo qualsiasi. Non è un fumetto per vecchi, UT: anche se sembra essere il punto d’arrivo dell’opera di un grande “vecchio” del fumetto italiano, Corrado Roi.

3- Paola Barbato

Dopo che avrete letto quest’albo (e questa recensione) vi resterà impressa una sola cosa in mente: Corrado Roi. È quindi necessario dare a Paola quel che è di Paola, e sottolineare il lavoro della Barbato.

Una delle cose sorprendenti di UT è il tenore dei dialoghi, che scorrono sulla tavola con una naturalezza davvero rara. Ci raccontano di personaggi che, pur non-più-umani, pur immersi in una realtà terribilmente aliena, straniante, sono quotidiani. In un’ambientazione come questa, dove tanto è da spiegare, i dialoghi non spiegano mai nulla. Non si pongono al di sopra del lettore, ma al suo fianco, come coinvolgendolo negli scambi di battute, stimolandolo a interpretare il non detto, ad unire i puntini.

Pagina 34. Questa linea di dialogo è esemplare di ciò che intendo.
Pagina 34. Questa linea di dialogo è esemplare di ciò che intendo. © Sergio Bonelli Editore

Non so cosa ne pensate voi, ma muoversi in questo modo tra il surreale e il naturale, cancellandone la linea di confine, è qualcosa che non si legge tutti i giorni. Quando hai reso credibile una storia come UT, hai fatto metà del lavoro.

4- Corrado Roi, e basta

Abbiamo lasciato per ultimo il nome di Roi perchè merita di rimanere impresso nella memoria di chi legge.

Pagina 28
Pagina 28 © Sergio Bonelli Editore

UT trasuda un lavoro di ricerca stilistica, approfondimento tematico, progetto artistico quali raramente si sono visti nel fumetto italiano e mondiale. Ogni vignetta, ogni ambientazione, la messa in scena, è frutto di uno studio che traspare cristallino, senza alcun pudore. UT non si presta ad una descrizione fatta di parole, perché non è una semplice lettura.

UT è un’esperienza della mente, degli occhi (gli occhi, l’unica cosa che vediamo di UT), delle mani. E come tutte le esperienze, ti cambia. Roi consegna nelle mani della Bonelli (e, prima ancora, in quelle della Barbato, il cui apporto giunge delicato come il cacao spolverato su un dolce squisito) il suo capolavoro, e la Bonelli si dimostra ancora una volta una signora casa editrice, consegnandola a noi in una veste editoriale semplicemente perfetta.

UT4
Pagina 36 © Sergio Bonelli Editore

La pagina di Roi è uno spartito bianco dove l’artista lombardo adagia delle perfette note di nero, creando un’armonia che ti mozza letteralmente il fiato. La sua leggendaria capacità di sfumare gli inchiostri qui raggiunge vette di maestria spaventosa. I suoi volti, i suoi oggetti riescono a sintetizzare espressivismo e realismo, mostrando agli occhi e parlando all’anima.

Pagina 46
Pagina 46 © Sergio Bonelli Editore

Non c’è una vignetta su 96 pagine che non sia semplicemente perfetta. E dire che soltanto ieri non avevo mai letto UT!

5- Conclusioni

UT è una miniserie di cui usciranno 6 numeri, per fortuna. Non credo che una tale qualità artistica possa essere retta troppo a lungo. Tuttavia altri cinque numeri comprendono un numero sufficiente di pagine per poter fallire, o anche solo deludere le elevatissime aspettative che si sono create dopo il numero d’esordio.

Deve però essere chiara una cosa. Non lasciatevi confondere dal basso prezzo di copertina (e se sento qualcuno lamentarsi dei 5 euro per questa roba, che in Francia con una inopportuna colorazione avrebbero venduto a 40 euro, gli vado a casa con una roncola); non lasciatevi confondere dalla collocazione in edicola a fianco dell’ultimo numero di Secret Wars; non fatevi confondere dal formato uguale all’ultimo dei Mister No.

UT è una rivoluzione.

UT è un fumetto d’autore che si traveste da fumetto popolare per entrare in più case possibili. UT ci racconta di una Bonelli che è cambiata, nel senso che è tornata quella casa editrice che era capace di portare nelle edicole italiane nomi spaventosi come quello di Pratt, di Crepax, di Breccia, e porca miseria, da oggi anche quello di Corrado Roi; nel senso che è diventata una casa editrice che non considera i propri lettori dei decerebrati in grado di comprendere soltanto un solo tipo di storia reiterata in eterno, bensì dei soggetti meritevoli di godere di opere complesse, appassionanti, e profonde come UT; al miglior prezzo possibile.

Francesco Pone

Francesco Pone legge fumetti da troppo tempo. La sua principale occupazione è tentare di far servire a qualcosa la sua laurea in filosofia.

6 pensieri riguardo “UT 1, una recensione stupefatta

  • 14 Marzo 2016 in 13:28
    Permalink

    Da un papà come Roi e una mamma come Barbato non poteva che nascere un figlio così!
    Suona male ma il mio è solo un grande complimento ai miei autori preferiti!!!

    Rispondi
  • 25 Agosto 2016 in 0:08
    Permalink

    L’ho letto e l’ho trovato:
    a. incomprensibile
    b. noioso
    c. pretenzioso

    Rispondi
  • 24 Ottobre 2016 in 17:32
    Permalink

    ho letto i primi 3 mi trovo abbastanza daccordo con Micmel.. al momento è incomprensibile e contorto. quando hai bisogni di ritornare tante volte sulle pagine precedenti e rileggere secondo me non hai per le mani un buon prodotto. i disegni sono fantastici ma lo story telling è pessimo… 600 pagine di fumetto e certe volte non capisci come un personaggio si trovi in quella vignetta.. ero carico, Roi è uno dei miei autori preferiti ma il fumetto finora l’ho trovato una delusione

    Rispondi
  • 21 Gennaio 2017 in 12:48
    Permalink

    il peggior fumetto letto negli ultimi trent’anni – incomprensibile,e sconclusionato ed insensato.
    Si salvano solo le copertine ed i disegni.

    Rispondi

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