Rrose Sélavy – Una piccola realtà editoriale di grande pregio

Storia di una piccola casa editrice indipendente marchigiana.

Di case editrici ne esistono molte. In un mercato del libro italiano non proprio esplosivo e trainante, forse si potrebbe dire che ne esistono troppe. Ma se ci mettiamo a ragionare secondo quantità invece che secondo qualità allora tutto è perduto. Perché i numeri contano, i libri devono vendere e i bilanci devono quadrare, ma è anche vero che abbiamo il diritto e il dovere di leggere cose belle, siano romanzi, saggi, fumetti o libri illustrati.

Il mondo dei libri illustrati, dedicati per lo più a bambini e ragazzi, non fa eccezione o meglio forse è un po’ diverso lo è, perché ancora conta uno zoccolo duro di lettori e di appassionati e quindi di un mercato pieno zeppo di proposte, un mare dove navigare con la propria barchetta, piccola ma tirata a lucido, è ancora possibile. Un tempo mi dissero che un libro illustrato per bambini quando vende mille copie si può considerare un successo o per lo meno non un fallimento editoriale. Ci pensate? Mille persone su 20 milioni o poco più di lettori in Italia (stando ai dati Istat 2021), su una popolazione generale di 60 milioni di italiani. Sembra quasi di vincere alla lotteria, se un tuo libro va a finire nelle mani di qualche bambin* fortunat* che lo terrà sopra al comodino e chiederà al papà (o alla mamma o ai nonni o a chi preferisce) di leggerglielo tutte le sere. Per questo motivo è importante fare bei libri, raccontare belle storie e ovviamente farle illustrare da mani sapienti.

Per queste ragioni vi voglio parlare di una casa editrice di Macerata, sì le case editrici esistono anche in provincia, dal nome bizzarro e dalla tenacia ammirabile: Rrose Sélavy, reduce dalla splendida edizione dell’aprile 2024 della Bologna Children’s Book Fair dove ha presentato l’ultima fatica Se un coccodrillo bussasse alla vostra porta, con testo di Massimo De Nardo e coloratissime illustrazioni di Gio Pistone, illustratrice e artista murale che si cimenta per la prima volta con un racconto per i più piccoli.

Per parlarvi di Rrose Sélavy ho deciso di intervistare Paolo Rinaldi, che ha preso in mano le redini della casa editrice nata nel 2012.

DF: Ciao Paolo e benvenuto a Dimensione Fumetto. Innanzitutto ti faccio una domanda filosofico/esistenziale e ti chiedo di raccontare ai nostri lettori il perché di una casa editrice nel 2024?

Paolo Rinaldi: È una domanda che mi pongo spesso, sia da consumatore e appassionato di volumi sia come editore, ruolo per me più nuovo, se vogliamo (e che mi vede in quotidiana esplorazione), ovvero qual è la funzione che una casa editrice, piccola come la nostra, ha ancora oggi come nel 2012, anno in cui Massimo De Nardo ha deciso di fondarla. Credo che sia di provare a sensibilizzare il lettore giovane che magari in futuro diventerà un autore, un illustratore o un divoratore seriale di libri. Perché le storie si fanno portatrici di contenuti e temi importantissimi che possono, se ben scritte e ben illustrate, scatenare non solo la fantasia di chi sceglie di leggerle, ma lavorare incessantemente sulla sensibilizzazione di temi.

Qual è la storia della casa editrice e come sei finito a occupartene?

Rrose Sélavy è nata con il suo primo libro nel novembre del 2012 dalle molteplici intenzioni e sensibilità del suo fondatore. Una realtà piccola che, per necessità e volontà, ha pubblicato e cesellato pochi titoli l’anno con la perizia certosina di chi ha da sempre amato scovare storie che appassionino i piccoli lettori. Il coinvolgimento di scrittori che non si erano misurati con il mondo dell’infanzia diventa da subito un elemento di forte connotazione, tanto quanto le storie nate dalle penne di chi quel mondo lo conosce bene e non termina di indagarlo con nuove sfumature, come pure la scelta di illustratori che sono veri e propri maestri dell’immagine contemporanea, e per Rrose Sélavy l’equilibrio fra illustrazione e parola non solo è fondamentale, ma crea un’alchimia che sfida il tempo e regala ai volumi tante vite. L’improvvisa morte di Massimo, con il quale collaboravo come art director dei volumi, mi ha posto davanti a un bivio complicato: lasciare che tutto questo patrimonio dissolversi con la sua dolorosa e improvvisa scomparsa oppure cercare di portare avanti questa avventura che mi avrebbe visto in vesti completamente diverse? L’impeto emotivo e anche un pizzico di incoscienza mi hanno fatto propendere per questa seconda scelta, e dal 2021 ho preso in mano la casa editrice portando a termine i volumi ai quali aveva lavorato Massimo e pubblicandoli, e quest’anno con Se un coccodrillo bussasse alla vostra porta ho voluto omaggiare l’estro di Massimo con il prezioso contributo di Gio Pistone per dare il via a una nuova fase della casa editrice.

Rrose Sélavy è un nome difficile da ricordare, bizzarro direi quasi, da dove viene e come è stato scelto?

Mi rifaccio sempre alla creatività dello storico editore che scelse questo nome nel 2012 e che noi continuiamo ad amare molto: Rrose Sélavy, alter ego femminile dell’artista-innovatore Marcel Duchamp creato dalla sua mente all’incirca un centinaio di anni fa per esplorare ambiti artistici “altri”, è la casa editrice che vuole sperimentare linguaggi abbracciando i valori di cura, empatia, attenzione alle storie e al modo migliore per immaginarle visivamente, lasciando ampio spazio alla fantasia del lettore e rendendolo parte attiva del processo creativo.

Quali sono secondo te le sfide più grandi da affrontare in un mondo come quello dell’editoria italiana? Quali armi ha a disposizione una piccola casa editrice come la vostra?

È difficile crearsi uno spazio di attenzione e diffusione, perché se è vero che le case editrici piccole ma di qualità esistono, il comparto editoriale – specie quello legato alla piccola e media editoria – fa fatica a stare a galla, e quello che accade in questo momento è la messa a terra di un dialogo tra case editrici per provare a fare rete e cercare di ottimizzare le risorse e le opportunità che ci sono a disposizione (penso a stand condivisi alle fiere di settore nazionali, riunioni, progettualità, corsi di approfondimento e perfezionamento)ò con ADEI (Associazione Degli Editori Indipendenti), che ha come scopo quello di rappresentare, sostenere e difendere sia gli editori indipendenti sia l’idea di cultura plurale e libera di cui sono i principali portatori, stiamo cercando efficaci modi per
mettere a terra questa interlocuzione. Dall’altro lato lavorare sulle relazioni da sempre è importante per una casa editrice per la costruzione della propria reputazione, quindi siamo attenti alla presenza alle fiere, ma anche prodighi nel raccontare i nostri progetti in incontri con formatori, insegnanti, librai, biblioteche…

Ora parliamo del vostro catalogo: con voi hanno collaborato e continuano a farlo grandi nomi dell’illustrazione e della scrittura per ragazzi come Roberto Piumini, Gianluca Folì, Elisa Seitzinger, Andrea Rivola e altri. Come scegliete gli autori e gli illustratori? Quanto è difficile collaborare con autori noti per una casa editrice piccola e indipendente come la vostra?

Con Elisa Seitzinger è stata una bellissima e articolata avventura editoriale che ha segnato una nuova progettualità per Rrose Sélavy, ovvero quella dei Progetti speciali che si intersecano con l’arte contemporanea e Seitzinger Alchemica è stato il volume monografico dell’artista e al contempo il catalogo di una mostra che ha avuto due sedi, la prima al Forte Malatesta di Ascoli Piceno nel maggio del 2022 e successivamente al Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola, nel novembre dello stesso anno, a cura di Stefano Papetti, Elisa Mori, Giorgia Berardinelli, Filippo Sorcinelli e Paolo Lampugnani. Un successo che grazie anche ai preziosi e importanti contributi di Maria Vittoria Baravelli, Jonathan Bazzi, Mauro Bubbico, Vinicio Capossela, Stefano Cipolla, Nicola Lagioia, Loredana Lipperini, Diego Passoni, Matteo Piccioni e Simone Sbarbati che ha portato la casa editrice a esplorare anche questi territori. Seitzinger a parte, di norma la scelta editoriale si è orientata verso lo scouting e la combinazione fra dato autoriale e illustrativo che hanno sempre avuto la medesima importanza, o l’approfondimento e l’accoglimento di proposte progettuali presentate o da un autore o da un illustratore e costruite assieme all’editore in una vera e propria modalità sartoriale e in dialogo aperto e costruttivo. E poi non ci dimentichiamo che ogni volume è principalmente un bell’incontro fra persone, e qui ritorna in gioco l’importanza della costruzione delle relazioni, soprattutto in campo professionale!

L’impaginazione grafica è un altro vostro punto di forza, perché si discosta parecchio da quello che fanno le altre case editrici. Una scelta originale, come ad esempio quella di dare importanza anche all’introduzione, scritta solitamente da una firma celebre, e di avere una gabbia grafica tanto agile quanto forte. Come nasce questa visione?

Nel caso delle introduzioni “celebri”, è stata un’idea di Massimo, che non amava seguire canoni o regole editoriali classiche, ma preferiva assecondare le proprie intuizioni, invitando scrittori-artisti in genere vicini idealmente – e non solo – all’autore del volume, per omaggiare lo stesso e quel testo (e tema), fornendo attraverso quel contributo un ulteriore – arricchente – punto di vista. Nelle collane dei Quaderni le scelte grafiche sono state orientate sia dal nome che dal formato, come hai suggerito tu, agile. L’obiettivo era di non far sentire “in soggezione” i giovani lettori di fronte all’oggetto libro, ma al contrario pungolarli a renderlo il loro, personale, vero e proprio quaderno illustrato. Nel caso dei cataloghi di mostra e dei Progetti speciali, la progettazione parte dal contenuto e dal progetto espositivo stesso che va comunicato di pari passo con l’identità in costruzione – nel caso delle mostre – oppure dai concetti da valorizzare e dall’idea di base del volume stesso. Mi piace molto l’idea di lavorare sulla scelta delle soluzioni cartotecniche, materiali e tecniche di stampa per stimolare una dinamica interattiva e partecipativa al lettore/fruitore. Ogni progetto tiene conto di molti elementi in equilibrio e perciò ha una sua identità e ogni volume – pur in coerenza con la visione della casa editrice – diventa così unico.

Infine, ci consigli tre vostri titoli che dovremmo assolutamente leggere o far leggere?

Non posso sbottonarmi scegliendo, è la classica domanda spinosa del tipo “vuoi più bene alla mamma o al papà?”, ma cito giusto l’ultimo nato in casa Rrose Sélavy Se un coccodrillo bussasse alla vostra porta di Massimo De Nardo con illustrazioni di Gio Pistone perché è un mix sentimentale e razionale tra quello che Rrose Sélavy ha rappresentato con (e per) Massimo e i mondi che vogliamo immaginare da qui in avanti. E poi il nostro catalogo scopritelo voi sbirciando il nostro sito completamente rinnovato!

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