Le parole possono tutto – Ogni adolescenza coincide con la guerra

La vita di Sara cambierà dopo l’incontro con il misterioso Signor T. che le insegna le lettere ebraiche: simboli che vanno ben al di là del significato fonetico e contengono lezioni di vita.

Le parole possono tutto è una graphic novel scritta e disegnata da Silvia Vecchini e Sualzo, edita da Il Castoro.

Sara è una ragazzina che sta affrontando un periodo difficile e per rimettersi in carreggiata viene costretta a trenta ore di servizi sociali presso la casa di riposo. Lì incontra il Signor T., un anziano ospite che le insegnerà a scrivere l’alfabeto ebraico e a rimettere a posto la sua vita.

Sara non è un adolescente ribelle, ma solo una bambina cresciuta troppo in fretta a causa di eventi difficili da digerire: un incidente stradale, la separazione dei genitori, la fine dell’amicizia con la sua migliore amica. L’incontro con il Signor T. l’aiuta a ricorrere a tutte le sue risorse per riappiccicare i pezzi di una vita che sembra, già alla sua giovane età, in frantumi.

Attraverso le lettere dell’alfabeto ebraico, che scandiscono i capitoli, gli autori ci raccontano di un’adolescenza inquieta, tormentata, destinata a solcare un percorso di infelicità che riesce però a invertirsi. Sara è una ragazza che parla poco, una che trattiene discorsi e emozioni; l’unico modo che conosce per esprimersi è quello di tracciare scritte, tag, graffiti, sui muri della città e nel cuore della notte. Il Signor T. è invece all’apparenza un anziano solo e confuso, che racconta storie successe secoli prima e in cerca di un allievo che lo aiuti a tracciare su di un foglio le lettere dell’alfabeto ebraico. Sara diventa così l’allievo che il Signor T. stava cercando e il loro incontro, fortuito, sarà quanto mai salvifico per la ragazza. Le parole, che possono tutto, diventeranno fondamentali nel percorso di consapevolezza che Sara sta intraprendendo.

In ebraico dabar vuol dire “parola”, ma anche “cosa”. La parola fa, crea, fa esistere, accadere. […] Dunque tieni a mente la differenza tra dire non dire. E, nel dire scegli bene le tue parole. Anche la più piccola ha un significato importantissimo. Può fare la differenza tra un mondo e l’altro.

L’esercizio della scrittura e della parola diventa per Sara un mezzo potentissimo per capire sé stessa e il mondo che la circonda, per sapere cosa dire, quindi cosa fare e chi essere, di fronte alle situazioni che la vita le ha presentato. La congenita inadeguatezza di Sara (di fatto di tutti gli adolescenti) nei confronti della sua esistenza sbiadisce nel momento in cui capisce che non è tenuta a soddisfare le aspettative degli altri, ma a essere nient’altro che sé stessa.

Cerca soltanto di fare del tuo meglio. Così non puoi fallire. Alla fine del mondo Dio non ti chiederà perché non sei stata grande quanto Mosè. Ma perché non sei stata grande quanto Sara.

Tra le tante storie che il Signor T. le racconta c’è anche quella del Golem, figura mitologica della cultura ebraica, mostro di argilla dotato di straordinaria forza, ma di nessun intelletto. Il Golem più famoso è quello di Praga, opera di Rabbi Yehuda Loew, a cui aveva inciso in fronte la parola emet, “verità”. Rabbi Loew perse ben presto il controllo della creatura che si trasformò in un essere dalla furia distruttiva. Per neutralizzare il Golem, Rabbi Loew cancellò la prima lettera sulla fronte del mostro, trasformando la parola emet in met, cioè “morto”.

Anche Sara come Rabbi Loew crea il suo Golem, che diventa pian piano una figura chiave per sciogliere alcuni dei nodi che la tormentano. In questi passaggi del libro, a metà strada fra l’onirico e il surreale, Sara recupera le forze da un Golem che non è stato creato per distruggere, ma per ricucire, rimettere insieme. La ragazza trova così le parole e comincia con esse a creare, a plasmare un nuovo mondo, un nuovo sé.

Sualzo disegna dei personaggi umani, teneri e delicati, creando un’atmosfera sospesa, colorata di tramonto. Caratterizza perfettamente grazie a una matita pulita ma dettagliata, il carattere di una ragazzina ferita, triste e inquieta che fiorisce grazie all’incontro con una generazione e una cultura lontane e diverse.

Un bel romanzo grafico per un pubblico di adolescenti e non solo, profondo e riflessivo, ma mai banale.


Silvia Vecchini, Antonio “Sualzo” Vincenti
Le parole possono tutto
Editrice Il Castoro, aprile 2021
224 pagg., colore, 14×20,5 cm, €15.50
ISBN: 9788869667138

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