Wednesday Warriors #6 – Da Spider-Geddon a Hawkman
In questo numero di Wednesday Warriors: HAWKMAN #5, CAPTAIN AMERICA #4, RED HOOD: THE OUTLAW #27, SPIDER-GEDDON #1, WHAT IF? PUNISHER #1 e TITANS #27
In questo numero di Wednesday Warriors:
Gufu’s Version
HAWKMAN #5 di Robert Venditti e Bryan Hitch
La continuity di Hawkman è a dir poco complessa: archeologo, principe egizio, poliziotto alieno e chi più ne ha più ne metta. Robert Venditti approfitta di questa complessità caotica per costruire la sua trama in maniera ancor più complessa e convoluta lasciando i lettori disorientati per i primi quattro numeri della serie. Con questo quinto capitolo però lo scrittore di origini italiane comincia a tirare le fila della vita (delle vite) di Carter Hall, approfittando del know how scientifico di un comprimario d’eccezione: Ray Palmer a.k.a. Atom.
Quella che potrebbe diventare una pedante operazione di rettifica della continuity, sulla falsariga dei lavori meno riusciti di Mark Gruenwald, riesce a mantenere un tono gradevolmente leggero grazie ai toni fantascientifici e vagamente retrò garantiti dallo stile di Bryan Hitch: il microverso, un malvagio pianeta senziente, inquadrature in cinemascope… tutto contribuisce a rendere un’atmosfera camp che caratterizza un albo di puro e piacevole intrattenimento.
CAPTAIN AMERICA #4 di Ta-Nehisi Coates e Lenil Francis Yu
Da un punto di vista strettamente legato all’intreccio e allo sviluppo della trama, questo capitolo di Captain America aggiunge ben poco: si tratta sostanzialmente di una lunga scena d’azione, resa in maniera efficace da Lenil Francis Yu, che vede il Nostro introdursi nella roccaforte nemica alla ricerca di Sharon Carter.
Si tratta di un racconto su su due binari che alterna scene statiche di dialogo tra Sharon e la sua carceriera con altre di azione sottolineate dal monologo introspettivo di Cap.
A rendere interessante l’albo è proprio quest’ultimo aspetto, il sottotesto inserito da Coates nelle didascalie: una lunga riflessione che Steve fa su se stesso e sul proprio ruolo nell’America attuale che si trasforma in un discorso sullo stato politico e sociale degli USA odierni; si parla di patrioti, o di presunti tali, e di persone che si avvolgono nella bandiera un giorno per bruciarla il giorno successivo. Storicamente Captain America è il personaggio perfetto per questo genere di riflessioni, soprattutto quando rivolte al contesto sociale statunitense, e Coates lo usa senza paura, seppure in maniera graduale nel corso della serie, per dar voce ai propri dubbi e alle proprie convinzioni riuscendo al tempo stesso a rimanere fedele al personaggio affidatogli.
RED HOOD: THE OUTLAW #27 di Scott Lobdell e Pete Woods
Scott Lobdell conferma il suo stato di grazia con questo albo: uno scrittore che, nella sua lunga carriera, ha visto alti e bassi, e che troppo spesso ha preferito giocare sul sicuro affidandosi al mestiere, sembra aver trovato in Jason Todd il proprio personaggio-feticcio col quale divertirsi e divertire.
Le conseguenze di Heroes in Crisis si fanno sentire e anche la vita di Red Hood viene travolta dall’evento messo in piedi da Tom King; gran parte dell’albo è quindi incentrata sul percorso che Jason deve compiere per venire a patti con questi eventi e sul confronto con il proprio mentore: Batman.
È proprio nell’interazione tra Jason e Bruce che Lobdell dà il suo meglio, mostrandoci la natura drammatica e conflittuale del rapporto tra i due e continuando nel suo lavoro di sviluppo psicologico del protagonista. Il tutto viene intelligentemente gestito all’interno della trama che lo scrittore ha cominciato a tessere nel numero precedente. Pete Woods offre una prova altalenante, alternando tavole di buon impatto ad altre meno efficaci sul piano dell’espressività e della recitazione dei personaggi ricorrendo troppo spesso a una sintesi che si appoggia troppo al lavoro fatto dai colori (sempre di Woods) e perdendo la profondità necessaria a un albo principalmente riflessivo.
Bam’s Version
SPIDER-GEDDON #1 di Christos Gage e Jorge Molina.
Gli Eredi sono tornati! Con loro, un esercito di Uomini, Donne e Bambini Ragno al seguito.
Christos Gage, da tempo ormai “delfino” di Dan Slott ma autore comunque in grado di reggere un evento sulle sue spalle, si trova invischiato in una fitta ragnatela multiversale che si espande dal finale di “Spider-Verse”. Con i vampiri psichici e Morlun di nuovo sul piede di guerra, pronti ad invadere Terra-Prime pur di avere la loro vendetta, Spider-Gwen, Miles Morales, Spider-Man Noir e molti altri ancora si troveranno a fare i conti con il nostro Superiore Otto Octavius, l’unico in grado di fermare il ritorno degli Eredi…
Una premessa molto semplice ma un concept che comincia già ad accusare le forzature narrative ed una intrinseca stanchezza: per quanto divertente vedere Ragni e Ragnetti da ogni dove unire le forze, gli Eredi restano villain fiacchi e con motivazioni poco interessanti, mentre i primi colpi di scena arrivano senza alcuna costruzione, uno shock iniziale per il gusto di dare al lettore una botta di adrenalina che si sgonfia rapidamente. Ineccepibile, graficamente, Jorge Molina, un talento fresco che dà il suo massimo per lasciare almeno un piacevole retrogusto a questo primo capitolo.
WHAT IF? PUNISHER #1 di Carl Potts e Juanan Ramiréz.
Continuano i What If? in Marvel e torna, per l’occasione, un nome leggendario per i fan del Punitore, Carl Potts, editor del personaggio durante i suoi anni ruggenti, quelli di fine anni ‘80 con il primo boom di Frank Castle. Accompagnato dal giovane Juanan Ramiréz, Potts si cimenta nella creazione di un universo alternativo nel quale il giovane Peter Parker ha distorto il concetto di potere e responsabilità fino al punto di diventare…il Punitore.
La recensione potrebbe finire qui e avrei detto tutto il necessario: “What If? Punisher” è un fumetto che offre davvero poco, se non un Uomo Ragno con la pistola. Per il resto, Potts compie il minimo sforzo possibile, ripercorrendo tutte le classiche storie e gli eventi leggendari dell’Uomo Ragno cambiando lo schema dei colori del costume e appiccicando un grosso teschio bianco sopra. La storia sembra non voler comunicare nulla e, peggio ancora, quando lo fa sembra sconclusionato e frettoloso.
Minimo sforzo, risultato quasi nullo. Storia bocciata, disegni quantomeno godibili.
TITANS #27 di Dan Abnett e Brent Peeples.
I “Titans” hanno finalmente la loro grande nemesi…Tom King. Tra “Batman” #55 e “Heroes In Crisis” #1, King ha assestato un paio di colpi pesantissimi ai Titani di Dan Abnett, che in questo #27 devono affrontare le conseguenze di questi due eventi, separati alle trame della serie principale, e a confrontarsi con i traumi del primo arco narrativo. Ci si rende conto che questa formazione ha avuto una vita estremamente dura sin dal giorno della sua (ri)nascita.
Ogni membro dei Titani si trova, in qualche modo, menomato o fortemente scosso e Abnett si lascia il tempo per discutere con ognuno di loro, abbassando il ritmo e aprendo il cuore dei personaggi, scavando nelle loro vulnerabilità. I protagonisti si fanno forza a vicenda anche nel momento più drammatico dell’albo, dove il destino, alias lo sceneggiatore, assesta un ennesimo duro colpo alla squadra.