Giovanni dalle bande nere: una storia tra realtà e fantasia

Come dice la quarta di copertina, per Giovanni dalle bande nere, una “battaglia che non è mai stata raccontata. Un duello a cui non può sottrarsi”. Tra realtà e fantasia.

Le figure storiche, specie quelle che per tanti motivi navigano tra mito e realtà, ispirano moltissime leggende che mescolano eventi realmente accaduti con altri accadimenti, a volte verosimili, ma che talvolta arrivano a collegamenti con il trascendente.

Trasformare queste leggende in immagini può diventare molto evocativo, anche se forse lascia meno spazio alla fantasia rispetto a una storia solo scritta; riesce però, attraverso i disegni, a visualizzare quel confine tra reale e verosimile che riempie di fascino.

Ludovico di Giovanni de’ Medici è stata storicamente una di queste figure: capitano di ventura, innovatore tecnico e bellico, guerriero indomito. Destinato a morire presto perché sempre in prima linea, anche nelle battaglie più sanguinose e difficili, di fianco ai suoi soldati, senza indietreggiare mai, neppure davanti ai più terribili mercenari.

Ma anche persona che ha, appunto, dato origine a dicerie e leggende.

Altri fumetti (che abbiamo già visto quasi dieci anni fa su queste pagine) hanno raccontato la sua storia.

Qui, come in altri volumi della Cityland, in particolare quello da noi già recensito, si mettono insieme la realtà storica e la fantasia. Marcello Bondi (qui sito e pagina facebook) e Andrea Garagiola, sotto la guida di Matteo Rubboli, che scrive anche la prefazione, ci raccontano la sfida di Giovanni con la morte.

Una sfida «da la quale nullu homo vivente pò skappare» diceva Francesco d’Assisi: a maggior ragione quelli che ci giocano per mestiere e per vocazione.

Infatti Giovanni si trova di fronte alla morte, in mantello e ossa, che gli mostra le sue vittime e le persone in generale che lui ha mandato al suo cospetto, direttamente o per opera dei suoi soldati di ventura.

La storia infatti è un lungo colloquio tra Giovanni e quello che scopriremo essere il suo alter ego: colloquio che dal punto di vista cronologico avviene tra il momento del ferimento e il congedo di Giovanni da questa terra.

In realtà, ovviamente, il tutto avviene nel tempo dilatato dalla mente di Giovanni, che spera di sfidare la morte per avere ancora tempo sulla terra, mentre alla fine la ascolta solo per raccontargli la sua vita, dandogli una chiave di lettura della efferata violenza che lo ha accompagnato. La sua speranza di sconfiggerla sfuma guardandosi allo specchio quando il suo interlocutore lascia cadere il cappuccio.

Un tema e uno schema abbastanza classici, con l’eroe che scopre in fondo di essere la nemesi di se stesso.

Attraverso questo impianto narrativo gli autori raccontano tutta la vita di Ludovico di Giovanni de’ Medici, inserendo anche nel percorso moltissimi aneddoti.

Infatti con l’escamotage di volersela giocare con la Morte, si ripercorre tutto quello che ha fatto in vita, per meritarsi l’inferno o il ritorno sulla terra.

Il tentativo è anche di fare un po’ di luce sulla personalità del condottiero, per quanto possa emergere da un fumetto. Si esaltano, anche in modo parossistico, i caratteri umanamente più attraenti e affascinanti del personaggio: è infatti la violenza, l’irosità, che fa funzionare, anche in una storia così lontana, un uomo così.

I disegni di Giuseppe Impellizzeri interpretano al meglio questo tentativo.

Non si fa infatti problemi a mostrare anche gli eventi cruenti con realismo: sangue, battaglie, fango, morti.

Lo fa con un tratto molto dinamico, efficace, oserei dire sempre teso. I volti sono sempre tirati, quasi deformati in smorfie di dolore, rabbia o lotta. I corpi sono in posizioni di tensione, veri e propri archi pronti a scoccare, sprizzano dolore e lotta ed esprimono una fisicità che rompe la bidimensionalità del foglio.

Il tema del confronto con la morte viene espresso anche graficamente con questa tensione che non si rilassa mai, se non nei passaggi in cui Giovanni ricorda i pochi momenti sereni con la sua famiglia e nella pagina finale.

Ma è veramente una ricerca improba di serenità. Per tutto il libro Giovanni è irrequieto, pieno di rabbia e allo stesso tempo di vigore.

Anche i colori vanno in questa direzione, su tutti dominano il rosso del sangue e il grigio che si confonde tra le ossa, le armature e un cielo sempre plumbeo, ma che è anche l’assenza di colore che viene dalla presenza della Morte. Solo nei racconti famigliari predominano altri toni. Quando l’atmosfera è rasserenata e vesti e paesaggi assumono colorazioni più varie.

La gabbia stessa sottolinea questa tensione continua e aiuta a rilassarla quando serve. Si veda la variazione dell’uso dello spazio bianco: durante le battaglie che vengono ricordate da Giovanni, o dalla morte, è spesso uno spazio nero.

Altrettanto spesso, invece di un movimento orizzontale o verticale lungo la pagina, il movimento va in profondità evitando in parte o del tutto gli spazi, sovrapponendo cioè le vignette con vignette più grandi sullo sfondo, o con splash page.

In questo modo si sottolineano i diversi piani del racconto.

Quando lo spazio è bianco, è la realtà della storia, Giovanni e la sua interlocutrice raccontano fatti veramente accaduti, e anche se cruenti, sembrano meno drammatici del piano ultraterreno, in cui le vignette hanno un doppio bordo, quasi a sottolineare la natura onirica del racconto, e sono separate da spazi neri, appunto.

Quelle sovrapposte danno uno stacco, un fotogramma che quasi esce dal continuum della storia. Impartiscono così un ritmo maggiore, colgono aspetti che stanno bene quasi al di fuori dell’azione, per poter sottolineare un passaggio particolarmente drammatico.

Allo stesso modo invece le splash page rallentano il ritmo, sottolineando i momenti di maggior drammaticità della storia. Addirittura ne abbiamo una doppia nel momento clou.

Ma per tutto il libro non sono infrequenti pagine intere o vignette di grandi dimensioni che, come detto, a volte fanno da sfondo ai momenti più drammatici.

Impellizzeri mostra anche il suo eclettismo, con i dipinti che fanno da cover ai capitoli, efficaci quanto spettacolari.

Dopo la storia a fumetti un lungo riassunto della vita del condottiero a opera di Annalisa Lo Monaco, che Vanilla Magazine ha anche messo su Youtube nella versione video, davvero molto vicina al testo della postfazione.

In realtà delle 80 pagine del volume solo 48 sono tavole a fumetti, ma bastano per raccontare la storia, lasciando moltissimo spazio agli approfondimenti e alle appendici.

Un lavoro diverso, ma molto efficace. Che ha del supereroistico. Qualche passaggio graficamente sembra ispirato a Keith Giffen e al suo Lobo. Perché in fondo Giovanni è spaccone come lui e in qualche modo pretende di essere parimenti immortale.

Insomma un lavoro godibile, con la giusta dose di violenza e di angoscia, che in qualche modo ci fa leggere la storia reale passando per un piano sovrannaturale, ma riesce a non togliere efficacia a nessuno dei due mondi.


Titolo: Giovanni dalle bande nere
Autori: Marcello Bondi, Andrea Garagiola, Giuseppe Impellizzeri e Matteo Rubboli
Editore: Cityland Comics
Colore o B/N: Colore
Data di pubblicazione: 4 novembre 2024
Formato e rilegatura: 16.8×24 cm
Pagine: 80
Prezzo: 17,90€
ISBN: 9791280986177

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