Encanto: l’incantevole 60esimo Classico Disney – La recensione in anteprima
C’è un grosso “60” nel logo dei Walt Disney Studios che apre Encanto, a ricordarci che questo è il sessantesimo Classico d’animazione della ormai centenaria casa di produzione statunitense. L’ultima volta che la numerazione nel logo è stata messa in evidenza fu con il “50” di Rapunzel, dieci film fa, quando Disney ha aperto la sua nuova e attuale stagione cinematografica dopo il periodo non proprio fortunato dei primi 2000, fatto di film mediocri e male accolti dal pubblico. Rapunzel era già in partenza un progetto in cui la Disney credeva molto (il budget messo sul tavolo era più di Bolt e La principessa e il ranocchio messi insieme, usciti subito prima) e in effetti ha segnato un piccolo rinascimento dal punto di vista creativo, ridando credibilità agli studios come nei fasti degli anni ’90.
Encanto è, già dal trailer, un titolo che appare chiaramente di punta: il musical, la famiglia, il coming-of-age, tutte tematiche che ritroviamo nei più memorabili film Disney e che in quest’ultima incarnazione esplodono con i colori della Colombia.
Mirabel, la nostra protagonista, vive a Encanto, una città incantata ricavata all’interno di una valle tra le montagne colombiane. È solo una dei tanti componenti della famiglia Madrigal, ma è l’unica a non avere un talento. Madre, sorelle, zia e cugini, ognuno di loro ha ricevuto un dono all’età di cinque anni, tra chi è super forzuta, chi parla con gli animali passando per chi guarisce le persone col cibo. Ma è Mirabel la prima ad accorgersi che la casa magica – un coloratissimo agglomerato di stanze dove vive tutta la famiglia – sta perdendo il suo potere, e decide di scoprire come salvarla, con la speranza, dentro di sé, di compensare il suo mancato dono, e guadagnarsi così il rispetto del resto della famiglia.
L’avventura di Mirabel inizia da qui, a caccia di indizi tra una canzone e l’altra che la aiutino a capire come non far spegnere la candela posta al centro della casita, una fiamma sempre viva che ne racchiude il potere magico e quello di tutti i Madrigal. Quel che scopriamo con lei non è tanto il suo talento (a quello ci arriveremo dopo), quanto il peso che un dono, e le aspettative intorno a esso, hanno sui componenti della famiglia.
Il talento di ogni Madrigal si fa metafora delle nostre attitudini, delle nostre capacità, in un mondo che ci mette continuamente in competizione fin da quando siamo piccoli, già nella nostra stessa famiglia. Quante volte ci hanno paragonati ai nostri fratelli o sorelle? È una storia antica che si ritrova in ogni famiglia, e che qui prende sfumature magiche e scanzonate, ma che parla dritto a ognuno di noi. Solo se accettiamo di non dover dimostrare niente a nessuno, di non dover necessariamente avere un dono, di eccellere in questo o in quello per sentirsi apprezzati, riusciremo ad abbracciare le nostre fragilità, e sentirci ugualmente indispensabili. Indispensabili per noi stessi, prima di tutto.
A quel punto, scoprire se Mirabel otterrà o meno un talento è irrilevante, perché, semplicemente, non è quello che fai a definire chi sei, ma quello che senti di essere. Encanto ci impartisce questa lezione in un centinaio di minuti, finemente diretti da Jared Bush e Byron Howard – già meritevoli di aver trionfato ai Premi Oscar 2017 con Zootropolis come miglior film – che sul significato del film non ci girano intorno: «È una storia incentrata sull’idea che le persone a cui siamo più legati, specialmente i nostri parenti, non riescono sempre a comprenderci pienamente – dice Bush –, allo stesso modo, spesso non mostriamo la nostra vera natura alle persone che amiamo, per molte ragioni diverse. La nostra storia è incentrata su una persona convinta che la sua famiglia non la capisca».
Abbiamo parlato di famiglia e di crescita personale, ma c’è un altro cuore che pulsa in Encanto, e lo fa al ritmo della Colombia: il musical! Puntuali e mai esagerate, le canzoni di Encanto sono estremamente ispirate e a fuoco per ogni contesto in cui sono inserite. Non per niente, Disney ha scomodato Lin-Manuel Miranda, autore del musical di Broadway Hamilton – per il quale la critica non si è risparmiata con i premi, tra cui quello di miglior musical ai Tony Awards –, che ci regala un’atmosfera musicale tra le più genuine e coerenti degli ultimi tempi. Nel pieno rispetto dei più grandi classici Disney, Encanto abbraccia i cliché più apprezzati del musical, restituendo allo spettatore un’immersione piena e verosimile nei suoni dell’America Latina.
Pur non portando sullo schermo una morale rivoluzionaria (ma decisamente onesta!), Encanto è in definitiva un film che si fa apprezzare soprattutto per le già decantate musiche, ma anche per l’ambientazione vivace, tra l’altro supportata da un’animazione fluida e precisa, senza sbavature anche nei momenti concitati come le coreografie delle canzoni. Se abbiamo già dimenticato Raya e l’ultimo drago, uscito neanche sei mesi fa, al contrario Encanto è senza ombra di dubbio più incisivo e memorabile, degno di una seconda, una terza e… una decima visione!
Encanto uscirà nei cinema italiani il 24 novembre, e sarà disponibile sul servizio streaming Disney+ dal 24 dicembre. Ecco il trailer italiano ufficiale del film: