Wednesday Warriors #9
Stavolta si parla solo di THE GREEN LANTERN #1 di Grant Morrison & Liam Sharp. Perché sì.
In questo numero di Wednesday Warriors:
I questa settimana sono usciti tanti fumetti interessanti ma, per fare un paragone musicale, se esce un nuovo album di inediti dei Led Zeppelin non ha senso parlare di altro. Per cui ci siamo dedicati a…
THE GREEN LANTERN #1 di Grant Morrison & Liam Sharp.
Bam’s Version
Chi è “the Green Lantern” del titolo di questa nuova serie? La copertina di questo #1 invita ad utilizzare il rasoio di Occam: Hal Jordan è la Lanterna Verde, la più famosa, la protagonista di quasi 60 anni di storie. Ma una volta aperto l’albo, la Lanterna Verde si mostra, imponente, riempiendo metà della prima pagina. La Batteria del Potere trionfa sui piccoli, azzurri Guardiani dell’Universo, intenti a comunicare con un’altra Lanterna, impegnata in una caotica missione su un pianeta-casinò. Basta girare la pagina per ammirare Liam Sharp riempire le tavole con strane creature aliene, un gigantesco ragno-pirata, un frenetico inseguimento e una Lanterna Verde in grado di manifestarsi sotto forma di virus influenzale.
Sharp cattura l’energia artistica provocatoria delle produzioni 2000AD ed averla aggiornata, canalizzando al meglio le influenze artistiche di Alan Davis, Ian Gibson e Mark White. Nelle prime cinque pagine si avvicendano caos e movimento, ma i dettagli non vengono assolutamente sacrificati: i personaggi mostrano subito tratti definiti, peculiarità contestualizzate alla follia intrinseca al Corpo delle Lanterne Verdi. Maxim Mox, Fleeze Flem, Thrilla-Tu e Chryselon sono le primissime Lanterne che Grant Morrison e Liam Sharp portano sulle pagine della serie e, da subito, al lettore resta la voglia di rivederle in azione.
La trama comincia a mettersi in moto, ammantando nell’ombra il villain di questa saga e le sue oscure motivazioni.
L’occhio si sposta sulla Terra, dove il lettore e i disegni possono respirare: dalle affollate visioni cittadine di Ventura, attraverso navi spaziali arricchite di ghirigori alla H.R. Giger e composte da metallo grezzo e sporco, ci avventuriamo nel deserto del New Mexico, che accoglie Hal Jordan, girovago e perso con gli occhi al cielo. Dopo aver passato la notte con la vecchia fiamma Eve Doremus e aver preso parte ad una tragicomica scazzottata con degli hobos, Jordan si trova impelagato nella seconda parte della trama del numero, costretto a rimediare al guaio intergalattico delle prime pagine; tre peculiari ma pericolosi assassini sono liberi sulla Terra e tocca a Jordan consegnarli alla giustizia. Morrison ne approfitta per ricreare il passaggio di consegna dell’Anello tra Abin Sur e Hal Jordan, un’eco alle origini del personaggio che chiude con stile l’introduzione del protagonista. Furia e distruzione aliena imperversano in città, ma con calma olimpica, esperienza sul posto di lavoro e sana, eroica arroganza, Lanterna Verde utilizza costrutti classici e cartooneschi – mani giganti, barattoli e blocchi di ferro – per riportare la calma e placare gli animi, arrestando i criminali. Quell’uomo un po’ sporco e senza lavoro, che ha intrattenuto i passanti prendendo a pugni dei vagabondi pochi minuti prima ha lasciato spazio ad un Eroe galattico in grado di sconfiggere tre criminali senza alzare un dito, come se urlare il Giuramento del Corpo delle Lanterne Verdi lo avesse trasformato in qualcun altro.
Se dovessimo dividere in capitoli queste prime 32 pagine, potremmo individuare la presentazione del problema all’inizio, un interludio che ci rivela il protagonista e la risoluzione del conflitto; in questa quarta ed ultima porzione di storia, Morrison & Sharp introducono la Nuova Oa e la macro-trama che dà il via ai 12 numeri di “The Green Lantern”. I Guardiani dell’Universo espongono l’Universo secondo le Lanterne Verdi, dando possibilità allo scrittore di scozzese di esporsi nella sua reinvenzione del Corpo delle Lanterne, ricostruito sotto una nuova luce e un’ottica ben più ampia, approfondito e ingigantito dalla concezione universale Morrisoniana; Sharp, nel frattempo, va oltre l’approccio britannico al comparto artistico e illustra un cosmo ricco di luci, infiniti kirby krackles e influenze europee figlie di Metál Hurlant, da Moebius a Druillet.
I Settori della galassia si espandono in un secondo, cinque pagine che sembrano quasi cosmogonia per quanto cariche di idee; un solido #1 finora diventa così una dichiarazione d’intenti, un manifesto programmatico che indica la direzione ma non porta limitazioni alla trama in divenire. Morrison si crea un tavolo da gioco infinito e colmo di folli possibilità da prendere al volo.
Aver dato questa enorme occasione a Grant Morrison e Liam Sharp significa, per DC Comics, avere gli occhi puntati su un futuro lucente, brillante di immaginazione e Volontà color giada e smeraldo. “The Green Lantern” monopolizzerà l’attenzione dei lettori per tutta la sua durata, un occhio di riguardo provato dal personaggio soltanto durante l’era Johns / Tomasi. Eppure, ci si trova di fronte a qualcosa di radicalmente diverso ed esaltante.
Gufu’s Version
Negli ultimi 10 anni, e forse anche di più, sono due gli autori che hanno contribuito in maniera determinante alla costruzione dell’universo DC così come lo conosciamo: Geoff Johns e Grant Morrison. Dalla Justice League a Flash, da Superman a Batman due si sono “rincorsi” nella definizione di quello che è forse il parco dei personaggi più iconico dell’intero fumetto statunitense e mondiale.
È quindi estremamente significativo che lo scrittore scozzese si trovi ora a dare voce al personaggio simbolo della carriera di Johns: Lanterna Verde.
Con questo Green Lantern #1 Morrison, com’era prevedibile, prende una direzione totalmente diversa da quella percorsa da Johns e per farlo si affida al tratto, oscuro e ai limiti del grottesco, del bravo Liam Sharp.
Il duo britannico si allontana dal racconto epico-supereroico impostato da Johns e che ha caratterizzato le gestioni precedenti, in favore di una nuova ambientazione più crudamente fantascientifica che richiama le atmosfere del 2000AD – storica rivista inglese che ha svezzato entrambi – degli anni 80/90.
Laddove Johns aveva allargato a dismisura il cast di comprimari e avversari, Morrison si concentra sul singolo Hal Jordan mettendolo in rapporto (conflitto?) con l’intero universo. Nelle prime dieci pagine dell’albo Sharp e Morrison ignorano il protagonista per mostrarci il loro cosmo, nuovi mondi alieni, nuovi personaggi e un nuovo look che destabilizza e affascina chi legge. Quando finalmente viene introdotto Hal ci troviamo di fronte a un personaggio complesso e travagliato, la drammatica distanza tra il suo ruolo di esploratore dell’infinito e la sua realtà terrena e terrestre lo rende un disadattato aprendo così una crepa nella corazza di spavalderia arrogante che da sempre caratterizza questo “Han Solo del fumetto supereroico”.
In questo lavoro di ridefinizione del personaggio e della serie gioca un ruolo cruciale il tratto dettagliato e cupo di Liam Sharp: il disegnatore inglese riesce a restituire ai lettori un universo tangibilmente alieno, diverso, fatto di personaggi e luoghi impossibili da ricondurre al vissuto quotidiano e alla narrazione canonica del fumetto supereroico; allo stesso tempo si dimostra assolutamente efficace nelle sequenze dal sapore quasi western ambientate sulla Terra.
Tutti gli aspetti del linguaggio fumetto in questo albo bilanciano le necessità del fumetto di intrattenimento con l’intenzione di densità narrativa portata avanti dai due autori: una densità che fa presagire un ciclo di storie ben più ambizioso rispetto al semplice “poliziesco fantascientifico” prospettato da Morrison durante le interviste rilasciate finora.
I due mettono tantissima carne sul fuoco (tra cui una pagina che farà tirare giù un paio di sacramenti dalle parti di Northampton) riempiendo così l’albo di interessantissime premesse sul futuro.