Francia e Giappone si incontrano su Big Comic Original
Cosa succede quando un esteta di Hergé incontra un fumettista scenografo? Nasce Revoir Paris, o Rivedere Parigi, o da questo mese Pari saihou: incredibilmente, una bande dessinée su una rivista di fumetti giapponesi.
Benoît Peeters è un filosofo, scrittore e ricercatore nato a Parigi, considerato il più importante studioso di Hergé al mondo, e attualmente primo e unico professore di Letteratura grafica e Arte del fumetto nella storia del Regno Unito all’Università di Lancaster. François Schuiten è un fumettista, illustratore e scenografo nato a Bruxelles, figlio di architetti, fratello di architetti e considerato dalla critica come l’anello di congiunzione fra la surrealtà grafica di Magritte e quella architettonica di Boullée. In comune, Peeters e Schuiten hanno l’anno di nascita 1956, la lingua francese, l’amore per il fumetto, la vita di città, la fascinazione per l’Oriente, e un certo spirito anti-bourgeois: dall’incontro di questi due autori è nata a inizio anni ’80 la lunga serie ancora in corso Les Cités Obscures, e nel 2014 il retro-fantascientifico Revoir Paris.

Mentre ovunque in Europa sono state tradotte tutte le loro opere (in Italia, le succitate Le città oscure da Rizzoli Lizard e Rivedere Parigi da Alessandro Distribuzioni), in Giappone i due sono praticamente dei perfetti sconosciuti. A rimediare alla lacuna ci ha pensato la casa editrice Shougakukan, che da questo mese ha iniziato la pubblicazione di Revoir Paris con il titolo Pari saihou (traduzione letterale, come quella italiana) sullo special novembrino della rivista Big Comic Original. Le riviste della famiglia Big Comic sono considerate fra le migliori dell’intera editoria giapponese: sulle varie Big Comic, Big Comic Original, Big Comic Spirits e Big Comic Superior (tutte seinen manga, ma distinte per periodicità, target, tipologia di storie e stile della copertina) è stata pubblicata la crème de la crème del manga, da Galaxy Express 999 di Leiji Matsumoto a Maison Ikkoku di Rumiko Takahashi, da Crying Freeman di Koike & Ikegami a Jinbe di Mitsuru Adachi, da 20th Century Boys di Naoki Urasawa a Kami no hidari te Akuma no migi te di Kazuo Umezu, oltre a Osamu Tezuka, Sanpei Shirato, Takawo Saitou e mille altri autori. A questa lista di grandi star si aggiungono quindi adesso i nomi di Peeters & Schuiten, accolti nel salotto buono del fumetto giapponese.

Revoir Paris è una storia di fantascienza onirica ambientata nel XXII secolo la cui protagonista è Karinh, nata e cresciuta sulla colonia spaziale Ark che abbandonò la Terra decenni prima per via di inquinamento e riscaldamento globale. Nella biblioteca su Ark la ragazza scopre dell’esistenza di Parigi, e quando viene indetta una missione esplorativa per verificare se il pianeta è tornato vivibile, Karinh riesce finalmente a vedere, o meglio a rivedere la città che tante volte aveva già visitato nella sua immaginazione, per esplorarne i segreti e andare alla ricerca dei suoi genitori.
Con il loro tipico stile un po’ rétro e un po’ Jules Verne unito a disegni di grande bellezza spaziale, Revoir Paris è la prima opera non fantasy del duo Peeters & Schuiten, che pure giocano con i segni: «alcuni si riferiscono al nostro tempo o al futuro prossimo, ma altri sono liberi, senza né spiegazioni né allarmismi. Non si vuole proporre una traduzione esatta della paure del nostro presente. C’è bisogno di libertà e fantasia nella narrativa, altrimenti tanto valeva scrivere un saggio o un reportage», ha dichiarato Peeters.
In effetti questo fumetto sembra proporre un futuro immaginifico visto con uno sguardo molto simile a quello dei giapponesi, e forse è per questo che è partito dai nobilissimi lidi dell’editore belga Casterman ed è approdato sul popolare bisettimanale spillato Big Comic Original, ovviamente alla giapponese: alterando il senso di lettura, vignetta per vignetta (alla faccia della tanto amata filologia occidentale).



Il mercato del fumetto giapponese è talmente stracolmo di proposte locali che molto raramente accetta quelle dall’estero. Qualche volta accade: nell’ambito dei libri illustrati, ad esempio, dopo il 2000 sono state importate con un qualche successo alcune opere di Bruno Munari, intese però come libri d’arte e non come libri per bambini. Col meraviglioso esperimento Lupin III Millennium fu il Giappone ad arrivare in Europa, cosa molto più facile del viceversa. Ora due autori francofoni sono riusciti a sfondare il muro di vetro che divide la bande dessinée dal manga: potrebbe essere l’inizio di una nuova fase del fumetto mondiale, chissà.