Descender vol 1 – una recensione ammirata
Di solito è bene mantenere la suspance quando si scrive una recensione. Il fumetto sarà mai piaciuto al prode recensore? Vale la pena? La cosa va rivelata nell’ultima riga. Di solito. Con Descender invece ve lo diciamo subito: è una figata pazzesca!
A parlare di Descender arriveremo tra un attimo. In questa premessa invece vorrei brevemente parlare delle antiche popolazioni laziali. Se la cosa vi annoia, saltate direttamente al secondo paragrafo.
Le popolazioni laziali erano delle belve disumane che avevano delle tradizioni che definire barbare è un insulto ai barbari. I fondatori di Roma, ad esempio, quando generavano un bambino indesiderato non si facevano alcuno scrupolo a metterlo fuori alla porta perché morisse di freddo. Non era una cosa contro la legge. Era tollerato.

Se avessimo giudicato queste persone per quello che erano allora non avremmo esitato, magari, a spazzarli via dalla faccia della Terra. E questi tizi, però, nel giro di nemmeno tanti secoli hanno inventato concetti come il diritto e la cittadinanza. Hanno migliorato il mondo portando a popolazioni selvagge benefici come acqua corrente, strade, sicurezza, difesa, salute, istruzione.
Diventarono insomma così:
La morale della favola è che a volte bisogna che le cose siano. Non si sa mai quanto buono possa uscire per il mondo, persino dalle storie di Rob Liefeld.
1- A volte i miracoli accadono
I miracoli accadono. Prendete questa Image di oggi: non nasceva forse da una concezione del fumetto così superficiale e commerciale da causare il pubblico ludibrio? Non rischiò forse lo stile-Image di distruggere l’industria dei comics, laggiù nei terribili anni ’90?

Non è impressionante come oggi invece la Image sembri l’unica speranza per il mondo del fumetto americano? Facendo tesoro dell’eredità di case editrici come la Fantagraphics, la First comics, la Eclipse; migliorando l’esperienza della Vertigo, che oggi si trova ad inseguire; e non dimenticando il coraggio di quei sette fondatori, che pensarono si potessero vendere fumetti senza strapparli ai propri creatori; la Image di Eric Stephenson oggi insegna fumetto al mondo intero.
Insegna che la libertà creativa produce cose egregie e insegna che la libertà creativa vende.
Insegna che cose come Descender sono possibili.
2- Al punto, cioè il perché
Descender è il primo volume di una saga fantascientifica scritta da Jeff Lemire e disegnata da Dustin Nguyen. La lettura dei primi capitoli è piacevole (e ben disegnata) ma lascia con una certa sensazione di straniamento. Il punto è che quando scegli di ambientare una storia in una galassia lontana lontana generi una certa aspettativa.
Le ambientazioni fantascientifiche non possono essere utilizzate un tanto al chilo: vanno giustificate. Puoi anche inventare centinaia di razze aliene, pianeti dall’ecosistema complicato, federazioni galattiche dalla complicata trama politica; ma poi, se non c’è un perché, puoi farci solo la figura dello scemo.

Deve sempre esserci il perché. La fantascienza funziona così: quando trovi il perché, quella sboccia, o meglio, esplode, come un Big Bang.
Perché la usi?
Prendiamo Saga, la serie di Brian K. Vaughan e Fiona Staples. Perché fantascienza? La risposta è ovvia. Se dobbiamo parlare delle gioie e i dolori di una famiglia multietnica, quale migliore esempio di una famiglia composta da genitori tra loro alieni?
E ora torniamo a Descender. Sì, la fantascienza c’è tutta; il world (anzi universe) building c’è tutto, ma perché? Ci vogliono tante pagine per capire il perché, al punto che quasi ti sembra che non lo troverai mai.
E invece poi arriva, improvvisamente, come una rivelazione. Come devono fare tutti i perché.
“Perché hanno paura di noi, TIM-21. Perché erano feriti e volevano ferire a loro volta. Perché sono umani.”
E chi, meglio di un robot, anzi, dell’anima di un robot, può dirci che cosa significa essere umani?
3- E quindi, gli archetipi
Da questa striscia in poi la fantascienza di Descender esplode come un Big Bang. Tutto trova il suo posto e capiamo perché, dopo tutto, è importante per noi continuare a seguire le avventure di TIM-21, di Driller, del capitano Telsa e degli altri. Perché parla di noi molto meglio di quanto farebbe un fumetto che avesse per protagonisti… beh, noi.
Lemire sceglie così di mescolare archetipi solidi come il giovane prescelto e ingenuo, il gruppo di persone diverse e costrette ad affrontare avventure comuni, gli intrighi politici, il mistero archeologico, e persino l’animaletto amico del protagonista. E tutto è amalgamato con la stessa delicatezza del tratto di Nguyen, che alterna matite eteree a pennellate dai colori tenui.

Ecco, se c’è una parola che ci parla di questo primo volume di Descender, quella è delicatezza. Non c’è una parola fuori posto, né una battuta troppo marcata, persino quando assistiamo all’amputazione di un arto. Persino Driller, che è un vero Killer, è un personaggio tratteggiato con leggerezza, in punta di penna.
Come se l’innocenza di Tim-21 fosse la cifra stilistica scelta da Lemire per stendere davanti a noi questo complesso arazzo (di cui, abbiamo la sensazione, qui non vediamo che la punta dell’iceberg). Un arazzo che ci mostra, molto meglio di un telegiornale, cosa accade al mondo quando tutti hanno paura.
L’edizione Bao è, come al solito, impeccabile.
Correte a comprarlo, sciocchi!
Descender è pubblicato negli Stati Uniti, se non si fosse capito, dalla Image, in albi mensili ormai giunti al numero 9 di Gennaio 2016. Il primo volume, di cui parliamo qui, raccoglie i primi 6 numeri ed èstato pubblicato in Italia dalla Bao Publishing al prezzo di 18 euro, nel mese di Dicembre 2015. Il volume è attualmente pienamente disponibile in fumetteria.
Come rimpicciolito? È in formato originale!
Hai ragione. Avendo ricevuto il PDF a scopo recensione Francesco ha dato per scontato che la Bao si fosse attenuta al “classico” formato ridotto 16×24 (quello di Saga e Black Science per capirci) mentre Descender è 17×26. Correggiamo subito.
P.S. Francesco verrà fustigato pubblicamente a fine mese in Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno. Accorrete numerosi per dare la vostra vergata (noleggio frustini a 3.00 euro)!
«Tricoconfusi», applaudo tantissimo.
Lo sapevo che dovevo dare ascolto alla vocina che mi diceva di controllare prima di scrivere.
No ti prego non cambiarla, è la mia nuova parola preferita!
Non mi riferivo al neologismo, di cui vado fierissimo!