World Masterpiece Theater – 17: Cantiamo insieme
Dimensione Fumetto celebra il World Masterpiece Theater, una delle opere più grandiose, influenti e identitarie della storia dell’animazione giapponese, con una retrospettiva completa su tutte le 26 serie animate di cui è composta.
Continua in questo ventesimo articolo il viaggio attraverso tutte le serie, una per una, raccontate dai redattori e dalle redattrici di DF dal proprio personale punto di vista: a volte emotivo, a volte tecnico, sempre ammirato. È la volta della serie numero 17: Cantiamo insieme.
Domando scusa per l’incipit molto poco professionale, ma prima di lasciare che il lettore si addentri nella lettura di quest’articolo sento il dovere di informarlo chiaramente che Cantiamo insieme non è solo la mia serie del World Masterpiece Theater preferita: è una delle opere d’animazione che amo di più in assoluto, e forse non esagererei se dicessi che ha influito almeno un po’ sulla mia vita.
La mia incelabile parzialità nei confronti di Cantiamo insieme potrebbe derivare dal fatto che è stato uno dei primissimi anime che ho visto da bambino, forse già durante la prima trasmissione su Italia 1 nel 1994, quando non avevo nemmeno ancora compiuto 11 anni, e già al tempo mi aveva colpito enormemente: in particolare, l’episodio 39 col suo irresistibile climax che culmina nella scena in cui il barone Georg von Trapp straccia la bandiera nazista con un coltello retrattile, ovverosia metaforicamente la penetra e la deflora con gesto fallico, ha un potenza narrativa drammatica che raramente ho poi ritrovato altrove.
A scanso di equivoci, però, per evitare che la persistenza sulla retina delle memorie giovanili influenzi troppo il mio punto di vista su quest’opera e offuschi con nebbie girellare questo articolo che invece è scritto per il grande pubblico, ho recentemente rivisto apposta tutto Cantiamo insieme per rendermi conto empiricamente se la visione da bambino e da adulto producessero effetti diversi, e per rendere l’esperimento più completo l’ho svolto insieme con i miei bambini in età prescolare.
Il risultato è che Cantiamo insieme si è rivelata una serie TV estremamente efficace, sorprendentemente stratificata, perfetta per la visione familiare, emblematica del progetto WMT e invecchiata benissimo con una patina nostalgica (sia per la trama sia per gli anime dei primi anni ’90) molto appropriata. In breve: adesso la amo ancora di più.

Trama
Il titolo originale di Cantiamo insieme si traduce come “La storia della famiglia Trapp”, molto didascalico come sempre accade per i titoli delle serie WMT. La trama segue appunto le vicende della famiglia Trapp, ovvero proprio la stessa famiglia canterina austriaca del film del 1965 Tutti insieme appassionatamente (The Sound of Music), il quale film era tratto dall’omonimo musical teatrale del 1959 musicato da Oscar Hammerstein II & Richard Rodgers con alcune fra le canzoni senza dubbio più belle e più celebri del XX secolo, il quale musical era a sua volta tratto dal film tedesco La famiglia Trapp del 1956, il quale film era a sua volta ancora tratto dall’autobiografia di Maria Augusta von Trapp del 1949 La famiglia Trapp. Una fonte, tante versioni.
Il video più bello di tutto YouTube: Julie Andrews e Maria von Trapp cantano lo yodel.
Chi conosce già Tutti insieme appassionatamente resterà però sorpreso da Cantiamo insieme, perché la serie TV non è affatto un remake dei film o del musical, ma anzi li evita totalmente tornando alla fonte e proponendosi come un adattamento molto fedele del libro della Trapp. A parte alcune licenze artistiche usate per rendere la narrazione più incalzante, la trama è molto aderente al romanzo, ovverosia in Cantiamo insieme non ci sono bambini comandati col fischietto, balletti nel gazebo, fughe nel cimitero e tutte quelle idee originali (brillanti, sia chiaro) introdotte nel musical, bensì una narrazione molto quotidiana e tranquilla in cui comunque resta, anzi viene esaltato il ruolo importante della musica.

Semplificando, la trama è grosso modo suddivisa in tre parti principali.
La prima parte è la più simile al musical. Salisburgo, 1936: la giovane novizia Maria Kutschera viene mandata dalla badessa del suo convento come istitutrice nella magione del barone Georg von Trapp per occuparsi della piccola Maria di otto anni, troppo gracile per andare a scuola ed emotivamente scossa dalla recente morte della madre Agata per scarlattina. Nella magione Maria trova un padre amorevole, ma non in grado di occuparsi né della piccola Maria né dei suoi sei fratelli e sorelle, in particolare di Hedwig, tredicenne in piena crisi adolescenziale che odia tutte le varie istitutrici messe in casa dal padre perché viste come usurpatrici dell’amatissima madre defunta. Pian piano Maria, grazie al suo buon cuore, riesce a farsi amare dai sette bambini, ma un giorno una sua disattenzione causa un incidente potenzialmente fatale per Martina, la terzultima figlia, e lei decide di ritirarsi in convento: saranno i bambini a convincerla a tornare.
La seconda parte è composta quasi esclusivamente da mini-episodi di vita quotidiana per avvicinare il pubblico ai personaggi, ma si scopre anche che Georg è promesso sposo con la principesse Yvonne Belvedere. Il matrimonio è foraggiato dalla signora Mathilda, la severa governante, ma è quantomai inviso ai sette figli che non vogliono come nuova madre quella donna che non sopporta i bambini. Con l’arrivo del Natale, Maria prepara coi bambini canti festivi, dolci e decorazioni: Georg sente dentro casa quel calore umano che mancava dai tempi della morte della moglie e si affeziona sempre più a Maria.

Yvonne capisce che il suo rapporto con Georg è infruttuoso e che comunque Maria ha già vinto il cuore dei figli, quindi lo lascia: i bambini propongono dunque al padre di sposare invece Maria la quale, dopo essere tornata nuovamente in convento per una pausa di riflessione, decide di accettare la proposta.
Infine, la terza parte della trama, che è la più diversa da quella del musical, racconta la vita da sposati di Georg e Maria. Il fallimento della banca che custodiva il patrimonio di Georg getta la famiglia sul lastrico: servono soldi, e si decide quindi di trasformare la grande magione in un pensionato frequentato soprattutto da giovani religiosi, fra cui padre Wasner che insegna la musica ai bambini in modo meno amatoriale di quanto avesse fatto Maria. Un giorno la cantante lirica Lotte Lehmann, ospite del pensionato, sente i bambini cantare e convince Georg e Maria a iscriverli al Festival di Salisburgo come Coro Trapp: l’iniziativa ha successo e la famiglia si esibisce in vari concerti, finché viene avvicinata dall’impresario statunitense Dennis Wagner che propone un tour negli USA, rifiutato. Dopo l’Anschluß del 1938, però, la situazione precipita perché Georg viene obbligatoriamente richiamato alle armi dall’odioso regime nazista: alla famiglia non resta che abbandonare l’Austria e, con un lungo viaggio su vari mezzi di fortuna, raggiungono Genova dove, grazie all’aiuto di Wagner, si imbarcano per New York. Sarà l’inizio di una nuova vita.
Storia vera e storie verosimili
Cantiamo insieme non è la prima serie del WMT a raccontare una storia vera, ma è nettamente quella che lo fa con maggiore impegno e verosimiglianza.
La serie 3 Rascal, il mio amico orsetto si basa su eventi reali e la 10 Le avventure della dolce Kati mostra persone ed eventi politici della Finlandia anni ’10, ma nel primo caso si raccontano le mini-avventure di un bambino col suo animaletto e nel secondo i riferimenti sono minimi. Le serie 2 Marco – Dagli Appennini alle Ande e 21 Il cielo azzurro di Romeo sono ispirate da reali e drammatici fatti di cronaca, ma le trame sono di fantasia e con un intento più morale che documentaristico. Infine, le serie 6 Le avventure di Tom Sawyer e 18 Le voci della savana illustrano un preciso contesto politico-sociale e storico-geografico, ma anche in questo caso le vicende sono inventate e il tono generale è da commedia.
In questo senso Cantiamo insieme rappresenta dunque un caso unico nel WMT: una vera storia autobiografica che si intreccia alla grande Storia del XX secolo, con un approccio esattamente a metà strada fra la commedia romantica e il documentario storico. Per ottenere questo risultato ibrido la sceneggiatura della serie è stata scritta da Ayo Shiroya in stretta collaborazione con dei consulenti esterni che potevano fornire dati di prima mano, ovvero Johann von Trapp, il terzo figlio di Maria von Trapp, e Hans Wilhelm, autore della biografia illustrata ufficiale dei Trapp, e anche questo è un caso unico nel WMT.

Il nazismo spiegato ai bambini
Proprio per via della sua ricercata aderenza ai fatti storici, la serie si è dovuta confrontare con un aspetto di difficilissima gestione: raccontare il nazismo, una sfida per niente scontata, e meno ancora in una serie animata del pomeriggio per famiglie, e – se possibile – meno ancora in Giappone, un Paese che tuttora dimostra una preoccupante ignoranza o, peggio, volontaria superficialità nei confronti della storia del Novecento (oltre a diffusi atteggiamenti revisionisti e negazionisti, complimenti a Hitler da parte di ministri, uso del Mein Kampf come testo scolastico, mancanza della Giornata della memoria ma celebrazione eroica dei criminali di guerra, ironia sui campi di concentramento, adozione di libri di testo che celebrano militarismo e imperialismo, propaganda apertamente guerrafondaia e xenofobica in strada col megafono 24/7, amore per il look nazi chic, party aziendali a tema nazista, continui omaggi e revival militaristi, eccetera eccetera eccetera… poi però i giapponesi stessi si offendono se Hirohito viene affiancato a Mussolini e Hitler, ma questa è un’altra storia).

La sceneggiatura è stata affidata, come spesso accade nelle serie WMT, a un autore esterno alla Nippon Animation assunto apposta per lavorare a una sola serie e portare così freschezza al franchise. In altre occasioni sono stati scelti sceneggiatori e scrittori affermati, ma in questo caso invece si è optato per l* misterios* Ayo Shiroya: data e luogo di nascita, sesso, curriculum, qualunque dato sconosciuto e unico lavoro noto questa sceneggiatura, “Ayo Shiroya” potrebbe essere un nom-de-plume dietro cui si nasconde una penna di talento ed esperienza, ma che per qualche motivo (probabilmente contrattuale) ha preferito mantenere l’anonimato.
Chiunque sia Shiroya, l’approccio che ha usato per raccontare il nazismo in Cantiamo insieme è assolutamente brillante e molto efficace (motivo in più che fa credere che in realtà Shiroya sia un* sceneggiat*e famos* sotto falso nome): il tema viene infatti introdotto nella narrazione in maniera esponenzialmente più forte, risultando invisibile all’inizio ma deflagrante nel finale.
Tutto inizia quando, in uno dei primi episodi, il comandante della marina militare austriaca Georg von Trapp riceve una misteriosa “telefonata di lavoro”. Va bene. Qualche giorno dopo deve partire in auto per andare a un “incontro privato”. Ok. A casa arrivano sempre più spesso telegrammi, telefonate e lettere che Georg non spiega ai figli. Un brutto giorno Nastassja, una bambina russa compagna di scuola dei bambini Trapp, è costretta per non meglio specificati motivi a rientrare immediatamente in patria con la sua famiglia. Poi la banca nazionale austriaca fallisce così, all’improvviso. Poi i Trapp sono chiamati a cantare per dei politici tedeschi. Poi Georg e Maria vedono Adolf Hitler seduto al ristorante mentre ride come un pazzo bevendo succo di fragola. Poi c’è l’Anschluß e i soldati nazisti girano per Salisburgo impedendo anche la semplice libertà di movimento. Poi le SS arrivano a casa del barone e gli intimano di tornare sotto le armi. Poi Georg trova appesa dentro casa la bandiera nazista al posto di quella austriaca. Poi il maggiordomo Hans stesso si scopre nazista. Poi le SS controllano fin dentro i mezzi usati dai Trapp per fuggire arrivando a un passo dalla cattura.
Ecco dunque che quella messa in atto da Shiroya è una tattica di progressivo avvicinamento spaziale della minaccia: all’inizio è lontanissima e riguarda le cose, poi riguarda le persone conosciute, poi raggiunge la famiglia infettando prima gli oggetti (i soldi, la casa) e poi i membri della famiglia, fino ad arrivare al contatto fisico quando le SS perquisiscono il carro funebre in cui i Trapp scappano nascondendosi in una bara. I bambini che guardano Cantiamo insieme ovviamente non comprendono questo livello di lettura, e tutto quel che capiscono dei nazisti è che sono dei brutti cattivi, ma gli adulti sì, e l’effetto di accerchiamento senza via d’uscita provato dai Trapp è avvertito con chiarezza anche dallo spettatore.
In questo senso il famoso episodio della bandiera, che nel musical ha un valore centrale e iconico, nella serie colpisce molto più i bambini che gli adulti, i quali sono invece informati costantemente delle sempre maggiori ingerenze patite dai Trapp e vedono lo squarcio alla svastica come un evento naturale nel flusso della trama.

Dagli 0 ai 99 anni
Se gli adulti sono colpiti dalla rappresentazione storica, cos’è invece che colpisce i bambini? Beh, tutto il resto. La qualità della scrittura di Shiroya sta anche nel fatto che riesce a distribuire lungo tutta la serie numerosi eventi che allo spettatore adulto appaiono risibili in confronto al nazismo, ma che sono invece importanti per le varie fasce d’età rappresentate dai piccoli Trapp.
Non una ragazza, non ancora una donna, Hedwig è abbastanza grande da ricordare la madre e odiare ogni altra donna. L’episodio cardine che le fa cambiare idea su Maria è quando le vengono le prime mestruazioni: la donna la tranquillizza e questo rasserena il loro rapporto.
Werner un bel giorno trova un cerbiatto ferito e lo porta a casa: Maria potrebbe costringerlo a lasciarlo perdere, invece lo nasconde e se ne prende cura col bambino.
La piccola Maria è ridotta alla disperazione dalla morte della madre: nel suo caso Maria riuscirà a farsi ben volere ritrovando il violino della madre e restituendolo alla figlia, la quale capisce così che l’istitutrice non vuole sostituirsi alla madre.
Johanna è una bambina piccola che passa la serie a ridere e scherzare: è lei a mettere in scena la maggior parte delle gag per divertire i bambini.
Eccetera eccetera, con vari episodi importanti per tutti i bambini. In breve, le sette età dei sette bambini diventano funzionali non solo per comunicare ai piccoli spettatori che vedono Cantiamo insieme messaggi diversi, ma anche per farli appassionare alla visione con approcci diversi, che sia drammatico o comico o morale o altro. Ogni giovane spettatore sceglie il suo bambino preferito e ne segue la mini-storia all’interno della maxi-storia generale. Lo stesso accade anche con gli adulti: tutti i numerosi personaggi, dai protagonisti Georg e Maria all’ultima comparsa, hanno un loro arco di trasformazione, il che rende Cantiamo insieme un intreccio di trame orizzontali e verticali molto ricco e compatto.

Un Meisaku esemplare
La celebrazione della famiglia è sempre stato uno dei temi portanti del WMT, quindi nonostante la specificità storica e la problematicità del tema trattato, Cantiamo insieme si pone in perfetta continuità con la serie. A questo si aggiungono tutti i vari aspetti tecnici e artistici che caratterizzano sempre i Meisaku, come la rappresentazione curata e verosimile di luoghi reali (sia Salisburgo sia, la vera Villa Trapp, sia tutti gli ambienti reali sono rappresentati molto e nel dettaglio), la qualità delle animazioni sempre decorosa, e in particolare il disegno morbido che vede il character designer Shūichi Seki firmare uno dei suoi lavori migliori.
Quello che invece distingue non solo Cantiamo insieme, ma tutte le serie dei primi anni ’90 da 15 Peter Pan a 20 Un oceano di avventure è il grande tema unity in diversity. Da Peter Pan in poi gran parte degli artisti che avevano lavorato al WMT lasciano il franchise e vengono sostituiti da nuove leve che lo rinnovano profondamente, producendo fra il 1989 e il 1994 serie molto meno drammatiche e dolorose, con meno orfani e sentimentalismo, ma più avventure e cast più ampi, variegati, a volte persino diversi anche per composizione etnica e culturale (aspetti già intravisti in qualche vecchia serie, ma che in questo lustro diventano de rigueur) e che forniscono molti tipi caratteriali, e tutti naturalmente in armonia per fornire un esempio costruttivo ai piccoli spettatori.
Dalla stella alpina alla rosa selvatica
Cantiamo insieme racconta la storia vera del Coro Trapp e quindi la musica ha un ruolo importante. Poiché però la serie non si rifà al musical/film 1965, all’interno degli episodi non viene mai cantata nessuna delle canzoni di Hammerstein II & Rodgers; come sigla iniziale invece si usava la celeberrima Do-Re-Mi, ma solo per la versione televisiva: nelle versioni in home video fisiche e virtuali la canzone è stata sostituita con un’altra intitolata Hohoemi no mahō, già usata come insert song in un episodio e composta apposta per poi rimpiazzare Do-Re-Mi per motivi contrattuali (Nippon Animation aveva comprato la canzone solo per la trasmissione in TV). Ecco perché, nonostante Do-Re-Mi sia una canzone molto vivace, le immagini della videosigla originale giapponese sono lente e serene: gli animatori sapevano già che quelle immagini avrebbero poi dovuto sposarsi con l’altra canzone dal ritmo molto più tranquillo.
Se in Cantiamo insieme quindi non c’è Edelweiss, non ci sono pastorelli solitari e nemmeno canzoni dell’arrivederci, allora cosa cantano i bambini Trapp? Musica molto più appropriata al loro contesto storico-culturale: inni religiosi e canti natalizi, brani folk austriaci e sopratutto i Lieder di Franz Schubert (tutti storicamente documentati nell’autobiografia della Trapp). In particolare, fra i brani di Schubert ricorrono in diverse puntate Heidenröslein (“La rosa selvatica”, su testo di Goethe), la ninna-nanna Schlafe, schlafe, holder süßer Knabe (“Dormi dormi bel bambino”) e soprattutto Der Lindenbaum (“Il tiglio” su testo di Müller). Anche se forse il brano era cantato solo perché al tempo era effettivamente popolare, col senno di poi è interessante notare che è effettivamente perfetto per i Trapp, poiché racconta di un nostalgico viandante che è costretto ad abbandonare tristemente il luogo amato proprio come i nostalgici Trapp furono costretti ad abbandonare tristemente l’Austria.
Der Lindenbaum era il cavallo di battaglia del Coro Trapp: è cantato anche nel film tedesco del 1956 La famiglia Trapp (che in giapponese si intitola proprio Bodaiju, cioè appunto “Il tiglio”) ed è tratto da quel capolavoro assoluto del genio umano che è Winterreise, un ciclo di 24 Lieder (di cui Der Lindenbaum è il quinto) che racconta la discesa progressiva verso l’abisso del protagonista, ed è stato spesso abbinato metaforicamente al nazismo, anche da Hayao Miyazaki che infatti lo usa in Si alza il vento.

Conclusione
È evidente che Maria von Trapp si è integrata così bene negli USA da non avere affatto problemi a vendere la sua storia allo show business, che l’ha completamente modificata a uso e consumo del pubblico, esattamente come accade nel finale di Chicken Little. Eppure, nonostante tutte le modifiche possibili immaginabili, la storia della suora che trova un amore superiore a quello per Dio in quello per la famiglia, il coro di fratelli, la fuga dalla minaccia mortale restano elementi narrativi estremamente potenti. Cantiamo insieme li riporta alla loro purezza iniziale: la storia di una famiglia spezzata dalla morte che viene riparata dall’amore. Una storia profondamente morale, edificante, esemplare.
In un certo senso la storia dei sette bambini Trapp, in tutte le sue sue versioni, si contrappone in maniera incredibilmente speculare a quella di un’altra famiglia: i sei bambini Goebbels. Entrambi davvero vissuti, entrambi cori, entrambi composti da più femminucce che maschietti, entrambi giovanissimi fino ai 3-4 anni d’età, entrambi segnati dalla follia del nazismo, i bambini Trapp riusciranno a restare in vita grazie ai loro genitori scappando via sulle montagne, mentre i bambini Goebbels troveranno la morte per mano dei loro stessi genitori rinchiusi in un bunker sotto terra. La loro fine, assolutamente inumana e di inimmaginabile orrore, è stata decisa dai loro stessi genitori Joseph e Magda Goebbels, che preferirono ucciderli piuttosto che farli vivere in un mondo senza nazismo. Questa disturbante vicenda storica è narrata senza risparmiare alcun dettaglio nel film La caduta.
Nel celebrare una storia di trionfo della vita sulla morte, e di felicità, e di calore familiare, e di musica e di risate e di amore nelle case di milioni di telespettatori in Giappone e poi in Italia e nel mondo, Cantiamo insieme raggiunge il massimo scopo a cui una serie WMT possa ambire: essere ricordata con affetto negli anni a venire.
Una breve nota finale sull’edizione italiana. Sia per via della grande notorietà della vicenda, sia per il suo importante contesto storico, sia perché effettivamente non ci sono molti elementi che avrebbero potuto disturbare la platea locale, la versione curata da Alessandra Valeri Manera è fra le sue migliori e più rispettose dell’originale. Si segnalano solo due piccoli tagli, una scena in cui Maria riceve una pacca sul sedere e una in cui la signora Mathilda legge le carte. Il doppiaggio, di notevole qualità, è stato eseguito nel periodo dei primi anni ’90 in cui i cast degli studi Merak e Deneb erano molto spesso ricorrenti e composti da attori ricchi di esperienza: fra questi spicca in particolare Jasmine Laurenti, veramente bravissima nel ruolo della protagonista Maria. Infine, non si può non citare la meravigliosa sigla di Cristina D’Avena, uno dei suoi capolavori sia per il testo sia per la musica, e parte della top 3 delle sue sigle più commoventi e inspiring insieme a Prendi il mondo e vai e Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare: tre canzoni che celebrano un futuro radioso per i giovani, proprio come fa questa bellissima serie TV.

Scheda tecnica
• Titolo
– Originale: トラップ一家物語 Trapp ikka monogatari “La storia della famiglia Trapp”
– Italiano: Cantiamo insieme
• Opera d’origine
– Romanzo The Story of the Trapp Family Singers di Maria von Trapp (accreditata in copertina come Maria Augusta Trapp) del 1949. È stato pubblicato in italiano con il titolo La famiglia Trapp nel 1964 da Società Editrice Internazionale.
• Luoghi e periodo
– Austria nel 1936-1938; brevi scene in Germania, Svizzera, Italia e USA.
• Cronologia WMT
– 16: Papà Gambalunga ← 17: Cantiamo insieme → 18: Le voci della savana
– Prima trasmissione in Giappone: dal 13 gennaio al 22 dicembre 1991 su Fuji TV, 40 episodi.
– Prima trasmissione in Italia: dal 3 febbraio 1994 su Italia 1, 40 episodi.
• Staff principale / Crediti completi su ANN. In grassetto i membri che partecipano per la prima volta al pre-WMT e WMT, fra parentesi le eventuali altre serie a cui ognuno ha lavorato.
– Regia generale: Kōzō Kusuba (4: Peline Story, 5: Anna dai capelli rossi, 7: L’isola della piccola Flo, 8: Lucy May, 9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 12 Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15 Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 23: Dolce piccola Remi)
– Sceneggiatura: Ayo Shiroya*
——— in collaborazione con Johann von Trapp e Hans Wilhelm
– Storyboard:
——— Tsuyoshi Kaga (15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure)
——— Kōzō Kusuba
——— Nobuaki Nakanishi (9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 12: Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 22: Meiken Lassie)
——— Takeyuki Sadohara (15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga)
——— Jirō Saitō (8: Lucy May, 9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga)
——— Hajime Sekido (16: Papà Gambalunga)
——— Makoto Sokuza (18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo)
– Direzione artistica: Shigeru Morimoto (11: Lovely Sara, 12: Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 22: Meiken Lassie, 23: Dolce piccola Remi, 26: Sorridi, piccola Anna)
– Character design: Shūichi Seki (Le fiabe di Andersen, 0: Heidi, 4: Peline Story, 6: Le avventure di Tom Sawyer, 7: L’isola della piccola Flo, 8: Lucy May, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana)
– Layout: Kazue Itō (Le favole della foresta, 1: Il fedele Patrash, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 22: Meiken Lassie, 23: Dolce piccola Remi, 24: Il cuore di Cosette)
– Animazioni:
——— Hiromasa Amano (18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 24: Il cuore di Cosette)
——— Yūko Fujii (6: Le avventure di Tom Sawyer, 7: L’isola della piccola Flo, 9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 12: Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 24: Il cuore di Cosette, 25: Il lungo viaggio di Porfi)
——— Shōji Furuta (16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo)
——— Nobuhiro Hosoi (16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo)
——— Yoka Ibu* (18: Le voci della savana)
——— Atsushi Irie (15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 19: Una classe di monelli per Jo)
——— Kōji Itō (16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 22: Meiken Lassie, 23: Dolce piccola Remi)
——— Tsuyoshi Kaga
——— Hiromi Katō (9: Sui monti con Annette, 12: Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo)
——— Hidemi Maeda (0: Heidi, 1: Il fedele Patrash, 2: Marco – Dagli Appennini alle Ande, 3: Rascal, il mio amico orsetto, 5: Anna dai capelli rossi, 6: Le avventure di Tom Sawyer, 7: L’isola della piccola Flo, 8: Lucy May, 9: Sui monti con Annette, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo)
——— Kōichi Maruyama (18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 22: Meiken Lassie, 23: Dolce piccola Remi)
——— Kōichi Murata (0: Heidi, 2: Marco – Dagli Appennini alle Ande, 3: Rascal, il mio amico orsetto, 4: Peline Story, 5: Anna dai capelli rossi, 6: Le avventure di Tom Sawyer, 7: L’isola della piccola Flo, 8: Lucy May, 9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 12: Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 22: Meiken Lassie, 23: Dolce piccola Remi, 24: Il cuore di Cosette)
——— Nobuaki Nakanishi
——— Masaru Ōshiro (16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 22: Meiken Lassie, 23: Dolce piccola Remi)
——— Atsuko Ōtani (6: Le avventure di Tom Sawyer, 7: L’isola della piccola Flo, 8: Lucy May, 9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord)
——— Shunji Saida (2: Marco – Dagli Appennini alle Ande, 5: Anna dai capelli rossi, 11: Lovely Sara, 12: Pollyanna, 19: Una classe di monelli per Jo, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 23: Dolce piccola Remi)
——— Makoto Sokuza
——— Minoru Tanaka (18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo)
——— Kazuya Tōi*
——— Kazuo Ushikoshi (1: Il fedele Patrash, 2: Marco – Dagli Appennini alle Ande, 4: Peline Story, 5: Anna dai capelli rossi, 6: Le avventure di Tom Sawyer, 7: L’isola della piccola Flo, 8: Lucy May, 9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 12: Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 22: Meiken Lassie, 23: Dolce piccola Remi)
——— Toshiya Washida (18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 23: Dolce piccola Remi, 26: Sorridi, piccola Anna)
——— e altri
– Sfondi:
——— Ken’ichi Ishibashi (Le favole della foresta, 0: Heidi, 1: Il fedele Patrash, 3: Rascal, il mio amico orsetto, 4: Peline Story, 5: Anna dai capelli rossi, 6: Le avventure di Tom Sawyer, 7: L’isola della piccola Flo, 8: Lucy May, 9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 12: Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 23: Dolce piccola Remi)
——— Junji Kasahara (13: Una per tutte, tutte per una, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 23: Dolce piccola Remi)
——— Noriko Tsutsui (9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 12: Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo, 23: Dolce piccola Remi, 24: Il cuore di Cosette, 26: Sorridi, piccola Anna)
——— e altri
– Direttore della fotografia: Toshiaki Morita (6: Le avventure di Tom Sawyer, 7: L’isola della piccola Flo, 8: Lucy May, 9: Sui monti con Annette, 10: Le avventure della dolce Kati, 11: Lovely Sara, 12: Pollyanna, 13: Una per tutte, tutte per una, 14: Piccolo Lord, 15: Peter Pan, 16: Papà Gambalunga, 18: Le voci della savana, 19: Una classe di monelli per Jo, 20: Un oceano di avventure, 21: Il cielo azzurro di Romeo)
– Musiche: Shinsuke Kazato
* = Letture incerte dei nomi originali, rispettivamente 伊武菜鳥e 遠井和也. Potrebbero essere pseudonimi, data la scarsità di fonti, l’inusualità dei nomi e la produzione nulla all’infuori di questa serie e della successiva nonostante l’alta qualità del risultato.
• Edizioni home video
– In Giappone: DVD (due edizioni: 10 volumi nel 2002, film di montaggio nel 2010), streaming (Amazon Prime Video).
– In Italia: non disponibile.
• Sigle giapponesi
– OP per l’edizione televisiva: Eri Itō con il coro dei bambini Mori no ki, ドレミの歌 Do-re-mi no uta “La canzone del do-re-mi” (Peggy Hayama/Richard Rodgers)*
– OP per l’edizione home video: Eri Itō, ほほえみの魔法 Hohoemi no mahō “La magia di un sorriso” (Megumi Ishii**/Shinsuke Kazato***)****
– ED: Eri Itō, 両手を広げて Ryōte wo hirogete “Spalanca le braccia” (Megumi Ishii**/Shinsuke Kazato***)
* = Versione giapponese della canzone Do-re-mi tratta dal musical The Sound of Music.
** = Nome d’arte di Megumi Takanashi.
*** = Nome d’arte di Shin Kawabe.
**** = Già insert song dell’episodio 18, utilizzata come sigla iniziale per tutte le versioni home video (VHS, DVD, streaming).
• Sigle italiane
– Cristina D’Avena, Cantiamo insieme (Alessandra Valeri Manera/Carmelo Carucci)
• Primo episodio (in giapponese)
Non disponibile su YouTube.
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