Transformers – La morte di Optimus Prime

Transformers: More Than Meets The Eye #1.Prima di cominciare a parlare di Transformers: More than Meets the Eye, c’è da fare una giusta premessa al tutto: Panini Comics è stata molto coraggiosa nella decisione di proporre una serie vecchia di cinque anni e “fuori tempo massimo”, cercando di catturare l’attenzione del pubblico con l’hype generale Transfomers – L’ultimo cavaliere.

Dall’inizio della serie di James Roberts e John Barber è passata molta acqua sotto i ponti e la storia si è evoluta al punto tale da rilanciarsi, questo 2017, con due nuove serie regolari, sequel delle storie che Panini presenta oggi al pubblico italiano.

Questo primo albo brossurato, Transformers – La morte di Optimus Prime, comincia una lunga saga pluriennale che viene raccontata in due albi principali, More than Meets the Eye e Robots in Disguise; in queste 96 pagine iniziali vedremo appunto l’inizio della prima.

La storia di James Roberts parte dalle macerie di Chaos, maxi-evento inedito in Italia che ha permesso all’universo dei Transformers di ripartire con una tabula rasa perfetta per nuove trame e un nuovo status quo: Cybertron è tornata al suo stato primordiale, un pianeta grezzo e inospitale.

La guerra tra Autobot e Decepticon si è conclusa con molte vittime e una popolazione in ginocchio, costretta a schierarsi con una o l’altra fazione, obbligata a fronteggiare il dolore della guerra e i costanti capovolgimenti di fronte.

Il lettore non dovrà dunque sorprendersi di trovare personaggi come Optimus Prime, Rodimus Prime, Bumblebee, Drift, Ratchet, Magnus e molti altri ancora confrontarsi con le loro azioni in tempo di guerra e le scelte poste di fronte a loro in tempo di pace.

Il cast di protagonisti è veramente ampio e i disegni di Alex Milne e Nick Roche permettono una varietà nell’aspetto e nelle personalitá in grado di spiccare a prima vista, anche se sarà sicuramente difficile tener conto di dozzine e dozzine di robottoni in ogni pagina del volume.

Le pagine sono straripanti di dettagli e, se proprio c’è bisogno di trovare una nota negativa a un lato artistico decisamente solido e rispettoso della serie originale a cartoni animati, la colorazione di Josh Burcham è qualitativamente oscillante, molte volte non in grado di trovare i colori adatti per armature e ambientazioni e, specialmente nella seconda parte del volumetto, tutto diventa quasi smunto e tendente a colori pastello molto chiari che stonano con l’atmosfera di Cybertron. Staccandosi dalla poco avvezza all’appagamento cerebrale serie cinematografica dedicata ai Transformer di Michael Bay, sia Barber che Roberts hanno da sempre posto un forte accento sulle personalità e sulla particolarità dei propri protagonisti, riducendo l’esagerata azione da blockbuster hollywoodiano al minimo e lavorando minuziosamente sull’umorismo, la tensTransformers: More Than Meets The Eye #1.ione, la diversità ideologica che separa un Transformer dall’altro.

Il rapporto tra bianco e nero, yin e yang, che si può inizialmente avere pensando alla separazione tra Autobot e Decepticon viene costantemente sfumato dalle parole e dalle azioni dei personaggi che, ripeto, sono messi in una situazione mai affrontata prima d’ora: la privazione del conflitto.

Dove si muove Cybertron da qui in poi? Come gestire la convivenza tra i reduci di guerra, chi ha servito una o l’altra fazione in battaglia, e i B.A.N., i Bot Autoctoni Neutrali, rientrati alla fine della battaglia e pronti a vivere sul loro pianeta natale di cui erano stati privati? Senza addentrarmi troppo nella trama, col rischio di spoilerare, da questa nuova situazione emerge, per gli Autobot, la necessità di evolvere nel pensiero e nel modo di vivere e, malvolentieri, i protagonisti si trovano di fronte a una nuova spartizione.

Da un lato abbiamo Rodimus, audace e scavezzacollo, che sogna di tornare alle stelle e ritrovare i Cavalieri di Cybertron e scoprire cosa rende un Autobot davvero tale, poco propenso ad ascoltare un pianeta che rifiuta la guerra, e chi ha combattuto per liberare Cybertron dal giogo di Megatron e dei Decepticon.

Il piano di Rodimus è semplice: radunare quanti più fedeli alla causa possibile e lanciarsi alla volta di Cyberutopia a bordo della Luce Perduta, una colossale arca spaziale in grado di dare una nuova speranza a chi non si sente più appartenere a Cybertron; a opporvisi c’è Bumblebee, più convinto che mai sulla via della ragione e della discussione, della coesistenza con i BAN e i Decepticon, in una strada tortuosa verso un pianeta Cybertron rinato e pacifico.

Ancora una volta, dunque, è il conflitto a muovere le trame di questi primi quattro numeri ma dai fuochi di cannoni e il roteare in alt-mode tra Autobot e Deception si passa a una vera e propria discussione sulla filosofia post-bellica e sulla natura stessa della democrazia, di certo non qualcosa di tutti i giorni.

The Death Of Optimus Prime #1.

Giusto fermarsi anche un attimo e riflettere sull’atmosfera, in ogni caso, mai pesante o prolissa, condita dal giusto umorismo di personaggi più leggeri come Rewind, Rung o Swerve: prendersi fin troppo sul serio raccontando, in ogni caso, di robot giganti non converrebbe; sulla stessa linea, l’azione è ben dosata e arriva al punto giusto, coinvolgendo altri Transformers ancora come Cyclonus, Skids e Whirl.

Questi primi numeri di More than Meets the Eye risultano dunque più dedicati al world-building, alla costruzione del mondo e, letteralmente, la ricostruzione di Cybertron e l’allontanamento, di una parte dei protagonisti, da quello che ha sempre rappresentato la “norma” nella serie e nella continuity.

Transformers – La morte di Optimus Prime è solo l’opening salvo di una storia enorme e contorta, in grado di trascinare il lettore dalla profondità dello Spark, l’anima di un cybertroniano, fino ai remoti confini della galassia meno conosciuta.

Sottovalutare un’opera simile e trattarla semplicemente come per bambini, unicamente per i loro protagonisti, sarebbe decisamente arrogante e superficiale.

Questa prima introduzione a More than Meets the Eye permette a ogni tipo di fan, nuovo o vecchio che sia, di approcciarsi a un esperimento ancora in corso in America, una serie acclamata dai fan e una vera rivoluzione nel modo di raccontare i Transformers. “Roll out!”

Fabrizio Nocerino

Creatore di Uncanny Comics., amante del buon fumetto, da anni prova ad essere meno geek, con scarsi risultati.

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