The Umbrella Academy – Apocalypse Suite
Uno strano e assortito gruppo di personaggi regala avventure straordinarie e divertenti, raccontate con umore ed acume, in un albo che fa passare momenti piacevolissimi e adatto per ogni età.
Dalla inesplicabile e straordinaria nascita mondialmente simultanea di ben quarantatré bambini, si forma la famiglia adottiva dell’eccentrico milionario e genio Reginald Hargreeves, che se ne aggiudica sette –dai quali senza successo insiste a farsi chiamare “Il Monocolo”-.
A che scopo lo strano personaggio ha concepito questa bizzarria? Ma per salvare il mondo, ovviamente! Sin da piccoli, infatti, i bambini dimostrano di avere straordinari poteri.
Da un incontro a Glasgow nel 2006, nasce questa serie assolutamente deliziosa, uno strambo fumetto di supereroi edito a Milwaukie -in Oregon- (e stampato in Cina). L’autore è Gerard Way, cantante del gruppo statunitense My Chemical Romance, e i disegni sono affidati a Gabriel Bà. Questo primo albo, edizione americana del 2008 e pubblicata in Italia dalla Magic Press nel 2009, per la Dark Horse Comics, raccoglie sei capitoli della saga; tavole, bozzetti -risalenti anche al 2003- e storie brevi completano il volume.
L’edizione americana non ha numeri di pagina, ma già solo nella prima dozzina, approssimativamente, si offre una serie così delirante e varia di figure e situazioni, che si rimane stupiti; avventure che implicano pericoli mondiali, morte e annichilimento, viaggio nel tempo e molto altro, oscillano tra cinico e ironico, arrivando fino allo splatter, in una serie di battute argute e umore, che però portano avanti litigi familiari, crisi personali, e propongono antagonisti assolutamente spietati.
I personaggi sono ben congegnati e con stranezze a volte esilaranti, nonostante magari anche certa (voluta) “protocollarietà generale”.
Come da canonica tradizione narrativa in alcuni passaggi, appunto, ci si diverte a usare la buona vecchia accumulazione, creando un efficace fuoco artificiale di ilare disorientamento, gradevolissimo, e non scontato; ecco di seguito: il Nobel, Stoccolma, Milano, Parigi e le sue attrazioni e tradizioni, la scherma, adozioni, il wrestling, calamari giganti, extraterrestri, zombie, il povero ingegner Eiffel, e così via.
Perverso e spesso crudele e disincantato, in stile emo, sono comunque innumerevoli le suggestioni (più che le citazioni dirette) rinvenibili, dal gota dei “supereroi veri” americani, al pianeta delle scimmie e sue parodie, magari perfino i clown dello spazio, fino al poliziesco noir, o il misterioso in stile lovecraftiano, e molto altro che ci si può divertire a rintracciare, se si ha qualche anno sulle spalle.
Il disegno è in classico stile supereroi, molto bello e ottimamente realizzato, si fa apprezzare il tratto piuttosto spigoloso, squadrato e impreciso, ovviamente caricaturale, con colori acidi, che riescono ciononostante molto gradevoli e si prestano in modo estremamente funzionale -per contrasto- a sottolineare la bizzarria dell’opera, contribuendo a farla oscillare tra serio e faceto. Griglia e narrazione anche sono “classiche”, l’uso delle tavole a pagina intera o doppia è ben calibrato e assolutamente piacevole.