Se voi suonerete le vostre trombe… Pier Capponi
1494: Carlo VIII di Francia avvia una campagna per la conquista dell’Italia. Durante l’assedio di Firenze, il fallimento dei negoziati porterà il Capitano fiorentino Capponi a valutare l’alternativa militare, schierando contro l’esercito francese una truppa esigua, male addestrata e poco avvezza all’arte della guerra…
Un pugliese trapiantato in Toscana racconta la storia (o anzi la interpreta in una specie di what if) di uno degli aforismi storici più famosi: quello di Pier Capponi
E lo fa creando un bel mix tra il tratto pulito alla francese, gli occhi puntiformi che richiamano il Tintin di Hergè e una fisicità che poco ha a che fare con i disegni senza ombre del cartoonist belga.
E lo fa in sessantaquattro pagine gustose, ben scritte (da Alessio Landi), ben disegnate (da Pierpaolo Putignano, appunto) e ben colorate (da Pamela Poggiali).
Lo si può intuire fin dalla copertina, dove nell’Arno (peraltro mai visto così pulito e con riflessi così luminosi) si specchia una Firenze data alle fiamme, che contrasta con la luce chiara e fredda che scivola sotto le arcate di Ponte Vecchio e con le case pulite e ordinate sopra il fiume…
Una Firenze da pochissimo orfana di Lorenzo il Magnifico, nelle mani di Girolamo Savonarola, e appunto di Pier Capponi, che avevano scacciato l’inetto erede mediceo, Piero. Questi si era rifugiato tra le braccia del Re di Francia, Carlo VIII, che minacciava la libertà della neonata Repubblica Fiorentina, sulla sua strada verso Napoli.
Ancora una volta un fumetto racconta la Storia, e, come sapranno i miei venticinque lettori (o anche meno…), è un aspetto della Nona Arte che mi sta molto a cuore. Come ad Alessio d’Uva, che con la Kleiner Flug ha voluto proprio far conoscere città, vita e opere di personaggi illustri attraverso il linguaggio del fumetto.
Nella collana Prodigi fra le nuvole, la giovane casa editrice toscana propone le biografie di personaggi della storia italiana.
Pier Capponi è una storia esemplare: coraggioso, ma non irrazionale, portatore di quell’arguzia toscana che gli consente di trattare da pari il Re di Francia. Qui gli autori si divertono a immaginare cosa sarebbe successo se i fiorentini si fossero davvero opposti con la forza a Carlo VIII: la guerriglia dei popolani, la bellezza usata come arma dalle donne fiorentine, i mercenari che per una volta sono simpatici, forse perché dalla parte giusta, l’utilizzo delle novità di tecnologia bellica contro i francesi stessi, che le avevano portate trionfalmente entrando con l’esercito in città. Ma tutto questo si rivela un sogno (o meglio un incubo) nella mente de le roi che, dopo aver sognato la disfatta e la sua morte, decide conseguentemente di offrire a Firenze una tregua a condizioni molto favorevoli, al punto che la città ne esce vittoriosa.
Ed è la città stessa a raccontare con orgoglio questi pochi giorni gloriosi della sua storia. È lei la voce fuori campo, la testimone fiera degli eventi, che introduce e chiosa queste pagine: pochi giorni, ma così significativi. Al punto che nell’ultima pagina lei stessa sottomette il Re di Francia, che non è riuscita a conquistarla. Quello stesso Re di Francia che, presentatosi baldanzosamente, nella quarta di copertina appare di spalle, immaginiamo terrorizzato e incapace di distogliere lo sguardo dal riflesso dell’Arno in fiamme, sotto gli occhi di un orgoglioso Pier Capponi.
Occhi che, a dispetto di una modalità di disegno che sembrerebbe penalizzarli, sono quanto di più espressivo.
Anche attraverso gli occhi dei personaggi, principali e non, si percepisce lo svolgersi degli eventi in questi pochi giorni che hanno fatto la storia. Gli occhi tesi e preoccupati della delegazione fiorentina in viaggio verso Pisa, gli occhi che si aprono al sorriso del sagace Savonarola, gli occhi inizialmente supponenti e ironici di Carlo VIII, gli occhi preoccupati prima, fieri e profondi poi di Pier Capponi.
E come il disegno degli occhi, anche il resto della parte grafica è semplice, lineare, senza orpelli, ma con una espressività impressionante. Il tratto pulito evidenzia con semplicità i particolari necessari, coadiuvato dai colori che, con l’utilizzo dei contrasti luminosi, danno profondità e spessore, soprattutto alle scene all’aperto.
Interessante l’uso delle splash page: quella iniziale, l’ingresso dei francesi a Firenze, l’ultima scena del sogno di Carlo, e poi le ultime due, che chiudono il sipario. Una su Pier Capponi, dando notizia della sua morte al castello di Soiana…
…e poi Firenze, o meglio Florentia, che, come tutte le altre donne presenti nel fumetto, sembrano estranee ad esso. Già graficamente, perché sono gli unici personaggi con gli occhi completi, dotati di sclera. Poi vi appaiono fugacemente, sempre le stesse tre procaci signorine, riconoscibilissime, con le stesse pettinature e gli stessi abiti. Sono pressoché assenti invece nelle scene di massa, forse perché si tratta di un fumetto che mostra per lo più le trattative e i discorsi fra ambasciatori, e i momenti all’arma bianca.
Quello che quindi sembra un fumetto quasi tutto al maschile, alla fine, proprio nell’ultima pagina, mostra quello che c’è sotto, chi vive e racconta questa storia: una città, una donna, che ha ancora millenni da vivere e tante, tante storie da raccontare.