Storia del metal a fumetti – METAL NEVER DIES!
DF inaugura con questo articolo una serie di articoli dedicati ai fumetti di Enzo Rizzi sulla storia di vari generi musicali, pubblicati da NPE. In origine era il metal…
Dimensione Fumetto dedica una serie di articoli ai fumetti sulla storia di vari generi musicali disegnati da Enzo Rizzi per la collana Music & Comics di Nicola Pesce Editore.
Per il volume Storia del metal a fumetti ci siamo rivolti a un profondo conoscitore del genere, un ottimo musicista, un metallaro DOC, un grande amante del rock duro e dei fumetti, Daniele Egidi, che ha scritto per noi questo appassionato e appassionante articolo.
Premessa
Il nome “Heavy Metal” assegnato alla particolare forma di rock molto duro e con liriche identificabili sembra che derivi, secondo un’ipotesi molto accreditata, dalla rivista di fumetti americana Heavy Metal, appunto, e dal film omonimo. Le copertine della rivista e i fumetti in questione intrisi di un’atmosfera fantasy-gotico-erotica si avvicinavano molto all’immaginario del nascente stile musicale a metà anni ‘70. Basta riguardarsi molte copertine di dischi per capire quanto il legame fra metal e fumetti sia strettissimo.
Esempio eclatante sono gli epici Manowar, newyorkesi e per loro stessa ammissione «figli di Odino», il cui artwork discende direttamente dai fumetti di Conan il Barbaro.
Oppure i Death, bandieri dell’orrorifico Death Metal, che si rifanno nell’immaginario dei primi dischi ai fumetti “maledetti” della EC Comics.
Storia del metal a fumetti
Qualche anno fa, due miei cugini ritornarono dalla celeberrima manifestazione di Lucca omaggiandomi con il volume di Enzo Rizzi che, fin dal titolo, unisce due fra le mie grandi passioni: metallo (pesante, ovviamente) e fumetti. Inoltre sul frontespizio c’è uno schizzo del protagonista dell’opera, Heavy Bone, con una scritta a pennarello dedicata a me, sulla fiducia, dall’autore.
Enzo Rizzi ha tutto il curriculum in regola per trattare dell’argomento, infatti si è sempre mosso nella cultura grafica del rock e del metallo, collaborando alla storiche riviste di settore H/M, Metal Shock, Flash (ahimè, ormai chiuse) e RockHard (attuale portabandiera del metal), a Dylan Dog (ovviamente), ai fanclub italiani di varie band fra cui Kiss e Metallica. Ha pubblicato alcune miniserie e per NPE, oltre alla Storia del metal a fumetti, i volumi Diabulus in musica, Storia del rock a fumetti e Storia del pop a fumetti, sempre con Heavy Bone. Attualmente tra i suoi innumerevoli progetti coopera con il portale TrueMetal e con la collana Danze Macabre della CRAC edizioni.
Heavy Bone
Il protagonista della Storia del metal a fumetti è Heavy Bone: palesemente ispirato a livello grafico all’icona metal per eccellenza, cioè Eddie degli Iron Maiden, a livello psicologico presenta delle connotazioni decisamente inquietanti, infatti la sua attività è quella di biografo/anfitrione della vita delle rockstar con una particolare predilezione per i tratti morbosi e scandalistici, come sesso, droga e violenza in abbondanza. Basti ricordare i suicidi teatrali di Cobain e DEAD dei Mayhem, le morti dovute agli eccessi di Hendrix (forse il primo precursore del rock duro), di Bon Scott e molti altri, le sparatorie in vari concerti negli USA, eccetera. Heavy Bone ha un altro vizietto però, non è solo un pettegolone: di tanto in tanto si diletta come esecutore e giustiziere dei più maledetti dell’universo rock e metal.
Struttura del fumetto
Ma Rizzi non dimentica certo quello che i metallari amano di più, cioè la musica, trattata con competenza e rigore musicologici. La sua opera è fondamentalmente un’enciclopedia disegnata sul bizzarro e geniale universo del Metallo Pesante, con ramificazioni verso il rock, il grunge e altro ancora, considerando ad esempio le vicende di Nirvana e Aerosmith, pilastri non solo del rock, ma anche della cultura contemporanea.
Il protagonista Heavy Bone introduce per ogni band, in ordine alfabetico, una scheda biografica di due pagine che traccia l’aspetto umano e musicale con illustrazioni riferite a foto realmente scattate e spesso assurte a icona del contemporaneo, per esempio i Kiss che con il loro look e make-up hanno segnato un’epoca, forse ancor più che con le loro bellissime hit, o il sex symbol rock per eccellenza, Robert Plant dei Led Zeppelin, raffigurato in una tipica posa sensuale.
Le rivelazioni non sono certo sconvolgenti in quanto il materiale biografico è chiaramente conosciuto dagli appassionati più irriducibili. Inoltre Rizzi non si avventura nella corrente ideologicamente e musicalmente più controversa, cioè il True Norwegian Black Metal, anche se la trattazione di band come Slayer, Rammstein e i marchigiani (in origine) Death SS fa capire che l’autore non si tira certo indietro di fronte a talune posizioni filosofico-religioso-politiche di alcuni esponenti. Come bonus aggiuntivo finale, il fumettista ci regala la narrazione di e con Heavy Bone su come sono nate due perle iconiche di questo genere musicale, la stranota Smoke on the Water dei Deep Purple, la cui composizione è ispirata all’incendio realmente accaduto durante un concerto di Frank Zappa al quale assisteva la band (ma il retroscena con Heavy Bone è “inedito”), e Cowboys from Hell, in cui è decisamente tragica e purtroppo reale la storia collegata a Dimebag Barrel, virtuosissimo chitarrista dei Pantera.
Stile grafico
Dalle immagini del fumetto erompe tutta la carica energetica dell’hard rock’n’roll: se prendiamo una band molto conosciuta come gli AC/DC, in due tavole sono condensati con vigore e forza visiva gli eventi principali del gruppo, culminanti nella morte per alcol del primo singer Bon Scott. Un episodio disegnato in pieno stile splatter movie è quello di Rob Zombie che, oltre a guidare la seminale band White Zombie, ha scritto molto (anche fumetti) e soprattutto diretto una manciata di film horror che hanno rivoluzionato il genere introducendo raffinatezze stilistiche con musica classica e citazioni esoteriche e filosofiche particolarmente colte.
Conclusioni
Da quando leggo i fumetti, cioè da sempre, la “narrativa disegnata” si è largamente affrancata dai pregiudizi che la circondavano (roba da bambini, ecc.). Autori come Frank Miller negli USA, Alan Moore in UK e Tiziano Sclavi da noi hanno irrimediabilmente abbattuto lo steccato fra cultura popolare e cultura alta, perlomeno nei comics.
Discorso diverso per quanto riguarda il rock duro. Ascolto il metal da più di trent’anni e ne ho sentite, e continuo a sentirne, di tutti i colori: «il metal è solo rumore», «ha un’ideologia reazionaria, maschilista e guerrafondaia», «io veramente ascolto tutto: dall’elettronica londinese alla world music bengalese, proprio tutto, tranne il metal». Ma mi chiedo, giusto per dire: dove hanno suonato i più raffinati musicisti moderni e contemporanei? E l’immaginario scaturito dal metallo non è forse fra i più complessi e affascinanti della cultura contemporanea con riferimenti fantasy, mitologici, nordici, religiosi, filosofici e persino cosmogonici? La band svedese Bathory del compianto Quorthon non ha trattato in maniera approfondita tutta la mitologia vichinga collegata anche all’Eterno Ritorno di Nietzsche? O i nostri marchigiani CENTVRION la storia dell’Impero Romano?
A tutti questi “intellettuali chic” che disprezzano il metal consiglio la lettura del fumetto di Enzo Rizzi, un compendio molto ironico e a tratti cinico sui musicisti che noi metallari amiamo, ma soprattutto a coloro che con mente curiosa e aperta potranno usare questa “bibbia” come porta d’ingresso davvero speciale alla storia e alla filologia della nostra musica.
KEEP THE FAITH ALIVE!
Enzo Rizzi
Storia del metal a fumetti
Nicola Pesce Editore
cm 21×29.7, b&n, brossura, 160 pagg., € 19.90
ISBN 9788897141495