Steel Ball Run: il Wacky Races secondo Araki
La corsa più pazza del mondo ha inizio negli Stati Uniti d’America del 1890. I bizzarri concorrenti della Steel Ball Run sono pronti ai nastri di partenza, la gara inizia, ma nulla con Hirohiko Araki è ciò che sembra: pronti a districarvi in questa nuova avventura?

La corsa più pazza del mondo ha inizio negli Stati Uniti d’America del 1890. I bizzarri concorrenti della Steel Ball Run sono pronti ai nastri di partenza, la gara inizia, ma nulla con Hirohiko Araki è ciò che sembra: pronti a districarvi in questa nuova avventura?
Dopo il finale di Stone Ocean sembrava essersi conclusa la saga familiare dei Joestar (di cui abbiamo parlato qui della prima serie e qui della seconda) ma il suo autore ci ha abituati a continue e inaspettate sorprese e questa serie non è da meno.
Ambientata in un universo alternativo (forse generatosi proprio nel finale della sesta stagione), questa settima serie si svolge negli stessi anni della prima stagione ma non nella stessa linea temporale né negli stessi loughi, l’ambientazione è western con cowboy e indiani annessi.
Promossa da Stephen Steel la competizione prevede un percorso che dalla spiaggia di San Diego si estende fino a New York per un totale di seimila chilometri, i concorrenti potranno gareggiare a cavallo, a piedi o seduti comodamente sulle proprie auto, il consistente premio in denaro di 50 milioni di dollari ha radunato 3852 concorrenti e tra questi spiccano Johnny Joestar, J.Lo Zeppeli e Diego “Dio” Brando, nomi ben noti ai fan della serie ma calzati da nuovi personaggi; saranno proprio le loro biografie a catapultarci nel vivo della vicenda, che evidenzia fin da subito una trama complessa e intricata.
I primi volumi ci presentano ben poco di ciò che realmente ci aspetta da questa serie, ma essendo una ristampa, sappiamo già che la corsa è solo un pretesto per narrarci una vicenda ben più complicata: antiche reliquie, nemici spietati e la ricomparsa dei poteri stand sono solo alcune delle sorprese riservate.

Il disegno di Araki raggiunge qui livelli altissimi, forte anche del passaggio, in terra madre, da una pubblicazione settimanale a una a cadenza mensile, tempi più lunghi garantiscono maggiore cura e il sensei non si è certo adagiato.

Il tratto sempre più deciso, lineare e dettagliato subisce un’ulteriore evoluzione e ne giovano soprattutto le anatomie dei personaggi con corpi dotati di maggiore plasticità, per non parlare delle splash page che garantiscono una cura dei dettagli maniacale e affascinante.
Ma non solo il disegno, anche le vicende godono di maggiore respiro e, pur mantenendosi su intrecci molto serrati, hanno uno sviluppo chiaro e godibile.
La nuova edizione Star Comics fedele all’originale presenterà le stesse sedici uscite mensili, la qualità di carta e stampa sono su livelli molto buoni e la presenza della sovracopertina garantisce maggior pregio.
Essendo una sorta di ritorno alle origini (per intenderci) la serie è abbordabile anche a nuovi fan, dunque non ci sono scuse per non godere di questa lettura e fare anche voi la conoscenza della famiglia Joestar!