Il confine di Uzzeo & Masi, vol. 1: La neve rossa
Una notte ricca d’incubi, la luce tiepida del mattino e la fredda, meccanica voce del conduttore del telegiornale svegliano l’agente Laura Denti dal sonno.
Da settimane, al confine tra Italia e Francia, sotto la gelida neve delle Alpi, è in atto una tragedia. La sparizione dell’autobus e di un’intera scolaresca ha monopolizzato la vita di Laura, che segue le ricerche disperate vivendo sospesa in una sorta di limbo, e parte della quotidianità di un piccolo paesino sperduto tra le montagne.
Le indagini sembrano aver incontrato un punto morto: impossibile sperare di ritrovare ancora in vita i dispersi e, per quanto tragica, la situazione che il lettore incontra viene affrontata in maniera cinica e distaccata da Laura Denti – e, di conseguenza, dalla sceneggiatura di Mauro Uzzeo e Giovanni Masi.
Il confine si presenta come un terribile estratto di cronaca nera, vissuto attraverso le voci e i pensieri di chi è costretto a dar conto della realtà dei fatti.
Uzzeo e Masi presentano ma non mostrano mai l’incidente: il lettore non ha la possibilità di interpretare l’esito degli eventi attraverso ricostruzioni, né tanto meno ha il lusso di poter assistervi in prima persona.
Il dramma è già avvenuto e Laura, così come chi legge, deve prendere atto che potrebbe essere troppo tardi. Al nucleo dello script si trova dunque un’indagine priva di speranza e una ricostruzione tragica che gli sceneggiatori vivono attraverso la protagonista e il cast di comprimari. La presentazione dei personaggi e del set-up iniziale de Il confine è un perfetto gioco di incastri, efficace anche grazie all’abilità di Giuseppe Palumbo, Adele Matera e Federico Rossi Edrighi.
La pre-visualizzazione delle tavole, il layout di quest’ultimo, viene magistralmente interpretato dall’artista ormai icona del fumetto Italiano. Personalità, carattere e capacità attoriali dei personaggi vengono espresse tramite movimenti genuini e umani; Palumbo “ruba” dalla vita vera per dare a Il confine una dimensione reale.
Sorrisi forzati, tensione e preoccupazione, dramma e disperazione, spalle chine a indicare rassegnazione e improvvisi slanci d’energia – tutto è perfettamente seguito dai colori della Matera.
Come suggerisce il titolo di questo primo capitolo, La neve rossa, la montagna è tutt’altro che immacolata e il bianco delle Alpi italo-francesi è spezzato dal grigio aguzzo delle rocce, sprazzi di verde dei pini, i colori smorti degli impermeabili, delle giacche degli agenti della polizia e il rosso, dosato con cura a ogni apparizione, spacca la narrazione, allertando il lettore, aumentando il carico di ansie e gravitas che aleggia sulla storia.
I colori caldi scandiscono il trascorrere delle giornate, ne interrompono la monotonia e permettono alla storia di questo volume di debutto di scorrere agevolmente durante la lettura.
Proprio nel colore rosso e nel mistero che esso porta con sé si nasconde il vero intrigo de Il confine di Uzzeo e Masi, Palumbo e Matera: l’introduzione di elementi soprannaturali e inspiegabili è decontestualizzata ed astratta, legata a una misteriosa simbologia che gli autori centellinano con saggezza.
Alla cruda realtà degli avvenimenti e all’atteggiamento freddo, ma sottilmente, radicalmente, turbato di Laura Denti si oppone la forza violenta di un segreto occulto, la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di più di un semplice, sebbene tragico, incidente.
Un secondo strato della trama permette al lettore di conoscere Antoine, il parallelo di Laura, l’uomo al di là del confine, richiamato dalle forze dell’ordine francesi in quanto esperto conoscitore di ogni possibile valico e anfratto della montagna – un uomo che sembra voler evitare a ogni occasione il contatto con la società, un eremita moderno.
Il cliffhanger de Il confine consegna al lettore l’ultimo tassello di un (ancora) indecifrabile puzzle, sospeso tra soprannaturale e inspiegabile e maledettamente reale, drammatico. Come ogni mistero che si rispetti, la storia orchestrata da Uzzeo e Masi, ritratta da Edrighi, Palumbo e Matera ha ancora molto da raccontare, svelare e nuovamente ammantare nel buio, costruendo pian piano dei protagonisti trascinati a fondo dagli eventi inspiegabili e tragici.
Al lettore non è chiesto altro che un salto nel vuoto – o meglio, un passo oltre il confine.