Settimana Canicola Bambini 3 – Come scomparire: ritorno alla natura
Settimana Canicola Bambini, volume 8: Come scomparire di Nicola Robel è un fumetto di enorme profondità tematica, ma narrato con uno stile grafico semplice e immaginifico. Bonus: è una lettura perfetta per l’anno proustiano 2022.
Dimensione Fumetto in collaborazione con Canicola presenta la terza Settimana Canicola Bambini: un vasto approfondimento sugli ideatori, gli autori e le opere della collana intitolata a Dino Buzzati che l’editore bolognese dedica ai suoi giovani lettori. Gli articoli delle precedenti Settimane Canicola Bambini sono disponibili nei menu di navigazione in fondo alla pagina o cliccando qui.
In questo secondo articolo: recensione dell’ottavo volume della serie, il misterioso Come scomparire.
Nicolas Robel è un creativo francofono, canadese di nascita e svizzero d’adozione, che a 23 anni ha fondato una realtà artistica multiforme chiamata col nome rotondo di B.ü.L.b e dedicatasi nel tempo all’editoria a fumetti e in prosa, alla stampa d’arte, all’illustrazione e grafica, e in generale ai mestieri artistici visuali affrontati, parole sue, «in continuità con le sue passioni e i suoi dubbi» e sempre lavorando con «fascinazione infantile per gli aspetti giocosi delle metodologie di approccio visuale attraverso sistemi di organizzazione o, in breve, minimalismo complesso».
“Minimalismo complesso”. Sembrerebbe un ossimoro se il minimalismo fosse effettivamente quello che viene reclamizzato dalle riviste dozzinali e dai negozi della grande distribuzione, ovvero pochi colori, poche linee e fondamentalmente poche idee, ma non è così: il minimalismo è nato negli anni 1960 come risposta estremamente complessa e articolata alla volgarizzazione dell’arte pop del periodo, e le opere apparentemente “minimali” dei suoi esponenti sono in realtà il frutto di un enorme lavoro pregresso di sintesi alla ricerca di minimi comuni multipli universali.
Nel suo percorso artistico Robel sembra continuare esattamente questa prassi e applicarla alle sue opere: al marasma grafico e al disordine visivo di una certa comunicazione assordante, Robel contrappone lavori apparentemente semplici o informali nella forma e nel contenuto, e invece carichi di significati complessi e nascosti, pur senza essere incomprensibili.
Come scomparire, il lavoro di Robel per Canicola Bambini, testimonia pienamente questa sua prassi creativa. La trama sembra praticamente inesistente: Aïda e Ryo sono due piccoli amici che preparano lo zaino con oggetti e provviste per passare un fine settimana in un “giardino” dove succederanno eventi, nient’altro. Eppure, non è tanto quel che accade, ma come accade a destare meraviglia nel lettore.
Un aereo cade nel “giardino”: i bambini, invece di preoccuparsi o cercare sopravvissuti, lo decorano come un totem. Trovano un uccellino morto: i bambini lo onorano con un funerale indiano. Il “giardino” è silenzioso: i bambini infilano il jack delle cuffie nella terra e ascoltano i segnali della natura. La reazione di Aïda e Ryo a ogni evento che incontrano è sempre curiosa, istintiva, e soprattutto assolutamente logica, ma non necessariamente razionale, o perlomeno non lo è nella misura in cui è osservata dal punto di vista di un adulto alienatosi da quel rapporto animistico che l’essere umano aveva con la natura in passato e che ora ha perduto, eppure si è misteriosamente mantenuto intatto dai due bambini.
I due bambini (i bambini in generale?) sembrano vedere quello che non si vede e sentire quello che non si sente, in un processo di ri-avvicinamento fisico e spaziale alla terra che porta a esiti metafisici. Al lettore abbacinato dalle pagine finali, e dall’unificazione della natura del mondo intelligibile e del mondo sensibile, Robel risponde con una citazione di Immanuel Kant dalla Critica del Giudizio:
La forza della natura è che essa non vuole dir niente, essa è pura presenza.
Un fumetto che tratta del mistero della natura e si chiude con una citazione di Kant è ancora un “libro per bambini”? Certo che lo è, e proprio nel suo essere estraneo alle regole formali della narrativa per adulti scegliendo invece una forma comunicativa logica, ma irrazionale.
Kant non è nemmeno l’unica citazione, e nemmeno la più complessa, di Come scomparire. Fra le varie suggestioni più o meno ermetiche incamerate da Robel in questo suo libro, spicca quella a Marcel Proust, citato esplicitamente nelle pagine intitolate Alla ricerca del tempo perduto: un argomento apparentemente ridicolo dal punto di vista di un adulto, che potrebbe chiedersi quale tempo avrebbero mai perduto dei bambini undicenni, ma che è invece serissima per Aïda e Ryo, i quali discutono logicamente, ma irrazionalmente, del loro futuro. Ma se anche non ci fosse stato quel titolo attribuito alle due pagine, i riferimenti proustiani sarebbero stati chiarissimi lo stesso, a partire dal “giardino” dei bambini, più mentale che reale come quello della casa della prozia Léonie a Combray dove il Narratore della Recherche andava appunto da bambino, e soprattutto la capacità di astrazione dal reale dimostrata dai due protagonisti. Scrive Proust nel volume All’ombra delle fanciulle in fiore, nella scena in cui il Narratore va con Saint-Loup al ristorante di Rivebelle e lo paragona a una mappa celeste, in cui i tavoli tondi sono come pianeti, i commensali come satelliti, e i camerieri come corpi celesti di volta in volta attratti dalle forze gravitazionali dei «tavoli astrali»:
E, un po’, io compiangevo tutti gli avventori, perché sentivo che per loro i tavoli rotondi non erano pianeti, che non avevano praticato negli oggetti quel sezionamento grazie al quale possiamo sbarazzarci della loro apparenza quotidiana e cogliere le analogie.¹
Le analogie: il «sezionamento» del reale per separare gli oggetti dalla loro forma fisica e attribuirgli un diverso significato, invisibile eppure presente.
Se il tema kantiano della natura come presenza è espresso nella trama, il tema proustiano delle analogie mentali è invece espresso nella grafica: Robel disegna col suo tratto elementare e fortemente stilizzato utilizzando due soli strumenti da disegno, la matita e il pastello rosso (ben calcati sulla pagina, dove si vede chiaramente quando la punta s’era troppo slabbrata e serviva temperarla, e resi dalla stampa offset coi colori nero e rosso), dove il primo rappresenta il visibile e il secondo l’invisibile, e sono costantemente soprapposti, a volte preponderante l’una, a volte l’altro. La soluzione consente all’autore di comunicare al lettore in maniera immensamente intima e chiara senza essere in nessuna maniera banale o didascalico.
Come scomparire è dunque un libro dai contenuti e temi di grande profondità uniti a una grafica concettuale e astratta, eppure risulta facilmente leggibile anche da un bambino grazie alla capacità narrativa di Robel: le singole attività intraprese dai protagonisti non prendono più di una, due, massimo tre tavole di fumetto, le quali sono ogni volta concluse da una tavola illustrata che sembra tratta da una delle guide pratiche che i bambini avevano messo nello zainetto (i nodi marinari, l’anatomia di un dente, il ciclo vitale di una effimera, il nastro di Möbius…). Tutto qua. Mini-capitoli composti da tavole totalmente decostruite, senza closure o scansione delle vignette in senso tradizionale, ma piuttosto flussi di coscienza grafici che, pur avendo un ordine di lettura, lasciano il lettore piuttosto libero di vagare sulla pagine cercando abbinamenti parola-immagine.
Ora, questa grande costruzione intellettuale con il “giardino”, la non-storia, il rosso e il nero, la logica non razionale, la natura, il tempo, le libere associazioni d’idee e tutto il resto raggiunge il vertice espressivo nel finale del libro, dove si uniscono i puntini e i bambini affrontano una sorta di esperienza misterica, ctonia, universale, fatta di sangue e arena, costantemente suggerita sottovoce fra le pagine e qui portata al momento della rivelazione finale, ovvero: l’abbandono dell’infanzia e il passaggio all’adolescenza. Ecco dunque che Robel per tutto questo tempo non ci ha affatto raccontato una storia dalla trama praticamente inesistente, come sembrava: ci ha raccontato la nostra storia, quella che tutti noi viviamo.
Come scomparire è un fumetto splendido, un testo iniziatico para-filosofico, una storia sorprendente di fusione con la natura, una leggenda di morte e rinascita, una lettura insospettabilmente perfetta per l’anno proustiano 2022, e uno dei migliori risultati in assoluto in una serie come Canicola Bambini che pure finora non ha sbagliato nemmeno un titolo. Veramente “minimalismo complesso”.
¹ = Traduzione di Giovanni Raboni dall’edizione Mondandori di Alla ricerca del tempo perduto.
Nicola Robel
Come scomparire
Canicola, Collana Dino Buzzati, 2021
64 pagine, colore, cartonato, 17×24 cm, €16.00
ISBN: 978-88-99524-50-0
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