Perché andiamo al San Beach Comix

La locandina dell’ultimo Ascoli Comics & Games.

Chi conosce l’Associazione Culturale Dimensione Fumetto – associazione che sta dietro a questo sito che tanto vi/ci appassiona – sa quanti sforzi e quanto lavoro abbiamo profuso negli ultimi 25 anni nella promozione e nella divulgazione del medium Fumetto nel territorio di Ascoli Piceno e dintorni.
Incontri, mostre, concorsi, cineforum, viaggi e chi più ne ha più ne metta: abbiamo ottenuto la nostra buona dose di successi e un altrettanto significativo numero di fallimenti.
Nell’ultima categoria ricade il progetto, vissuto assieme ad altre associazioni e imprenditori della nostra città, Ascoli Comics & Games.

Sia chiaro: le cinque edizioni che siamo riusciti a mettere in piedi tra il 2008 e il 2012 sono state un momento importante sia dal punto di vista della proposta culturale che da quello della risposta del pubblico. In un periodo in cui la “moda” delle fiere del fumetto e degli “eventi comix” non esisteva ancora, siamo riusciti a portare in piazza il lavoro di tante associazioni culturali facendo emergere un sottobosco di attività che fino a quel momento era perlopiù sconosciuto ai residenti della città di Ascoli Piceno.

Il fallimento sta nel non essere riusciti a imporci nonostante il valore oggettivo della manifestazione: tenere in piedi l’evento avrebbe chiesto un grosso sforzo fatto di mediazioni, compromessi e un altissimo tasso di rospi da ingoiare.

Non ce l’abbiamo fatta.

Negli ultimi anni invece è esploso il fenomeno delle varie fiere del fumetto organizzate in posti improbabili nelle maniere più improbabili da enti e/o associazioni dalla dubbia competenza.

Un aneddoto per chiarire: parlando del più e del meno con uno di questi organizzatori, costui mi disse una cosa del tipo «Ah sì, poi adesso hanno fatto uscire quella brutta copia di Tex. Aspe’ come si chiama? Agon? Agor?». Parlava di Zagor.
Non credo di dover aggiungere altro.

La locandina di DF e Scienza.

Ci si è accorti che questo tipo di eventi può essere molto utile per “far cassa”, soprattutto perché, spesso e volentieri, si può contare su una forza lavoro che, spinta dalla passione, può risultare molto economica.
Roba organizzata alla bell’e meglio e che col fumetto  ha davvero poco a che spartire: due bancarelle di Funko Pop, un venditore di cup noodles, un concorso cosplay con i costumi da 15 euro comprati su AliExpress e, quando va bene, una zona ludica con Monopoli e Gino Pilotino.

Per farla breve molti “Comix” sono delle sagre in cui si mangia peggio.

Per questo motivo, quando tre anni fa sono venuto a conoscenza del San Beach Comix non ho potuto fare a meno di storcere il naso (Valentino, Raffaela e gli altri mi perdoneranno, ma non li conoscevo e la stima che nutro ora nei loro confronti doveva ancora nascere).
Era anche la mia personalissima fase in cui ritenevo che al di fuori di Lucca Comics & Games, Napoli Comicon, ARF! e poche altre non c’era ragione che esistessero altre manifestazioni sul fumetto.
Sbagliavo.

Sebbene sia tutt’ora convinto che molte di queste “sagre del fumetto” (nessun riferimento alla Sagra dei Fumetti di Verona che ora ha giudiziosamente cambiato nome in ComicsFest n.d.a.) siano dannose alla promozione del mondo del Fumetto, non portando nessun tipo di proposta culturale e svilendo tutto il “mondo fumetto” riducendolo a baraccone pseudo-circense, esistono delle manifestazioni che riescono a proporre dei contenuti interessanti pur non disponendo di budget astronomici.
Queste manifestazioni medio-piccole hanno il merito di riuscire a radicarsi sul proprio territorio e di intercettare un pubblico che le varie Lucca Comics non hanno possibilità di raggiungere: quello composto da persone che non hanno idea di cosa sia questo mondo in cui noi viviamo abitualmente, ma che un’occhiata gliela danno volentieri. Famiglie che fanno una passeggiata tra gli stand, ragazzini che comprano un fumetto perché hanno visto Avengers al cinema, semplici curiosi catturati dal titolo di una conferenza, ecc…

In questo senso il San Beach Comix si presenta come un riuscito compromesso tra le necessità di bilancio e quelle di proporre un evento con una precisa dimensione culturale.

La locandina del San Beach Comix 2019 disegnata da Pasquale Qualano.

Ci sono gli stand coi Funko Pop anche qui, ci sono quelli che vendono i cup noodles, i cosplay fatti bene e quelli “arrangiati”, e ci sono tante altre iniziative che invece di portare soldi cercano di parlare alla gente di fumetto nella maniera più ampia possibile: noi di Dimensione Fumetto porteremo avanti qui il nostro progetto DF e Scienza, ci saranno la Noise Press e le Edizioni Inkiostro, ci saranno autori con una bella carriera alle spalle e altri, ci auguriamo, con una bella carriera davanti.

Ma soprattutto, come nelle due edizioni passate, ci saranno la passione e la caparbietà dei nostri amici dell’Associazione Fumetti Indelebili che organizzano la manifestazione spendendo quantità copiose di soldi, lacrime e sangue.

Loro il grosso sforzo l’hanno saputo fare, hanno ingoiato più rospi di quanti se ne possano pensare, ma alla fine stanno riuscendo nel loro intento.
Quindi: forza San Beach Comix!

P.S.: chi conosce il nostro territorio sa quanto sia rivoluzionario il fatto che degli ascolani tifino per dei sanbenedettesi e che questi ultimi si affidino a degli ascolani per delle collaborazioni.

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