Outcast 1- 4 ovvero: The Kirkman connection
Stavamo per scrivere una recensione di Outcast, la nuova serie di Kirman pubblicata in Italia dalla Kirkmanpress… ehm, volevamo dire Saldapress. Per estensione ci saremmo occupati anche dell’ultimo periodo di The walking dead, finchè i nostri canali di informatori infiltrati nelle agenzie di spionaggio cinesi non ci hanno passato il nastro di un’interessante intercettazione. La pubblichiamo talquale, limitandoci a tradurla, perchè è più esplicita di qualsiasi recensione.

(rumore di sottofondo, sembrano i macchinari di una fabbrica) – Pronto, mr. Kirkman? Sono Joe…
(verso incomprensibile a metà strada tra un rutto e uno sbadiglio) – Ah, Quesada, finalmente ti sei deciso, eh? Aspettavo da tempo questa chiamata. Ti ricordi quando mi davi da scrivere Ant Man, eh? E ora vorresti che scrivessi Spider Man? Vorresti che salvassi il tuo personaggio di punta da quella pippa di Slott, eh? Allora sai che ti dico? VA BENE! Ho questa idea meravigliosa di Peter Parker che viene morso da uno zomb…
– No, signore, non sono Quesada. Sono Joe… Joe, ha capito?
– Ah certo, certo, Joe. Ti giuro, non lo sapevo che quella era tua moglie.
– Ma no, signore, no! Sono Joe, dalla Factory!
– Ahhhh, certo! Perchè non l’hai detto subito? Scusami non ho molto tempo. Ho una riunione con lo staff della Image, poi la supervisione delle puntate di Fear the Walking Dead… che vuoi?
– Signore, io non ce la faccio più. Pensavo che farle da ghostwriter per i fumetti sarebbe stata una cosa interessante, ma non ci sono le condizioni…
– Che vuoi dire? Forse non ti pago bene?
– No, signore, lei mi paga bene, però… c’è questa cosa di Outcast.
– Sì! Sai che ci facciamo la serie TV? Ho appena firmato il contratto e ho già sperperato tutto l’acconto!
– Sì ecco signore… il problema è questo. Siamo arrivati al numero 8.
– Già! Ma batterò il record di Sim su Cerebus, vedrai! E lo faremo proprio su Outcast! E tu sarai il mio ghost per tutti e 301 i numeri, giuro!
– Sì signore, ma mi servono indicazioni.
– Te le ho scritte le indicazioni, non hai ricevuto il mio biglietto?
– Come no, signore. L’ho ricevuto. Il problema è proprio il biglietto.
– Non riesci a leggere la calligrafia? Lo so, è che avevo appena firmato un’ottantina di contratti TV e mi tremava la mano…
– No signore, la calligrafia la leggevo. Almeno credo. C’era scritto “‘na serie su uno che fa gli esorcismi dei demoni. Col prete.'”
– Quindi?
– Eh signore, 8 numeri su queste due righe è un po’ tanto… cioè, ho ricamato come dice lei, ho ricamato per tutti i numeri… ma io credo che sia giunto il momento di quagliare, non so se mi spiego.

– Quagliare? In che senso?
– Nel senso di far succedere qualcosa, che so io?
– Fai succedere una splash page! Azaceta non ti soddisfa?
– No signore Azaceta è bravissimo, davvero. È che non è che si può andare avanti con le splash page del primo piano di un tizio che dice -d’accordo-. Manco Liefeld…
– Come ti permetti! Su The walking Dead facciamo così da almeno 100 numeri e nessuno si lamenta!
– Va bene signore ma come dire… sono otto numeri che questo gira le case e trova gente e le tocca, non succede altro praticamente!
– Ci hai messo i dialoghi intimisti che esplorano il carattere dei protagonisti?
– Signore, ci ho messo SOLO i dialoghi intimisti.

– E i demoni?
– E i demoni cerco di centellinarli perché se no tutto subito…
– Buttaci dentro i demoni! Tanti demoni vaganti che sbranano la gente, eh? Che dici?
– Ma signore…
– Metticeli, e mi raccomando, non spiegare perché ci stanno i demoni vaganti. Ti assicuro che funziona. Dialoghi intimisti, splash page e mostri senza spiegazione. E ora non disturbarmi più. Ho da firmare contratti…
– Ma signore, non è che mi sposterebbe su altro? Che so, Invincible! Quella sì che è una serie piena di azione e idee!
– Alla larga. Quello lo scrivo ancora io.
(sospiro) – E si vede, signore.