Miskatonic – L’FBI in salsa lovecraftiana

J. Edgar Hoover ha fondato l’FBI, usandola per lungo tempo per sradicare la piaga comunista, ma se gli attentati non fossero solo di matrice rivoluzionaria? Miskatonic, un nuovo fumetto su Lovecraft.

Miskatonic cover Attentati dinamitardi nella Miskatonic Valley accendono l’attenzione del BOI (Bureau of Investigation). Più (apparentemente) per motivi legati al comunismo che per le forze oscure che H.P. Lovecraft aveva legato a quelle terre del New England.

Il direttore dell’ufficio, John Edgar Hoover, anzi, almeno inizialmente, direttore facente funzione, invia l’agente Miranda Keller a indagare dopo il primo attentato che uccide Ephraim White. L’intera vicenda si svolge tra Innsmouth, Bolton e Arkham, con citazioni di Dunwich e Sentinel Hill.

Miskatonic di Mark Sable, Giorgio Pontrelli e Pippa Bowland edito da saldaPress, non è certo il primo fumetto su Lovecraft, né il primo di cui parliamo su queste pagine. Autori del calibro di Alan Moore si sono cimentati sulle atmosfere del New England dei grandi antichi e del culto di Dagon.

In effetti l’ambientazione lovecraftiana si presta a storie giallo/noir che sfociano in una indagine ai limiti del trascendente. E anche questa storia si inquadra in questo genere, già esplorato in libri e fumetti.

Compaiono diversi personaggi dei racconti di Lovecraft: il rianimatore Herbert West, il bibliotecario della Miskatonic Library, Henry Armitage, Asenath White e suo padre Eprahim, prima vittima delle esplosioni. Il poliziotto Tom Malone è proprio il Thomas Malone di The Horror at Red Hook.

E poi ci sono molti aspetti della realtà storica dell’America del 1924. L’anno sembra poter essere desunto dal fatto che l’agente Keller apostrofa Hoover come facente funzione, cosa che avvenne appunto nel 1924. La lettera alla fine del volume, in cui si parla di preparazione all’indagine dell’agente Miranda Keller, cita però fatti del 1927, ed è a firma Clyde Tolson, che divenne agente del BOI solo nel 1928, poi vice direttore e (forse) amante di Hoover. Una confusione cronologica fra fatti reali e immaginari forse volontariamente ricercata dagli autori.

Siamo comunque storicamente nella seconda metà degli anni ’20 del secolo scorso. Hoover, il BOI e la sua lotta contro il comunismo, il suo carattere misogino e razzista. Il suo archivio delle oscenità a cui fa riferimento la nostra agente. Anche se in realtà l’archivio speciale, chiamato Room 6527 fu stabilito da Hoover nel 1948.

La storia viene vista “attraverso” gli occhi di Amanda Keller.

Miskatonic Amanda occhi 1

Occhi di grande fascino e bellezza. Che bucano la pagina, si direbbe, rubando un termine al cinema.

Occhi che testimoniano l’evoluzione dell’agente, che viene dapprima circuita e irretita dalla potente Asenath, come d’altra parte ha fatto con il marito Edward Derby (anche lui originariamente lovecraftiano).

Ma la stessa Asenath è in realtà il corpo in cui è migrata l’anima di Ephraim White, anche se apparentemente morto, perché

Non è morto ciò che in eterno può attendere.

Miskatonic Amanda occhi 2

L’agente Keller prova fino alla fine a mantenere l’indagine sul piano della realtà, passando dai comunisti ai suprematisti bianchi. Fino alla ineffabile presa di coscienza del piano ultraterreno della situazione.

La sua indagine sulla morte di Ephraim diventa in una vera e propria serie di metempsicosi. Perché neppure la distruzione del corpo (peraltro trasformato in abitatore del profondo) di Asenath con l’ultima esplosione della storia non distrugge la sua anima.

Miskatonic Amanda occhi 3

Asenath abiterà il corpo di Miranda, la cui anima, e quindi i cui occhi, finiranno nel corpo di uno degli ibridi di Innsmouth.

In realtà tutta la storia passa attraverso gli occhi. Di Asenath, di Armitage, di Tom Malone, inizialmente partner lavorativo occasionale, poi salvatore, infine “rivelatore” di Miranda.

Mark Sable scrive una sceneggiatura non originalissima, ma piacevole e ben fatta, con molti colpi di scena e il giusto equilibrio fra scene d’azione, dell’orrore e d’introspezione dei personaggi. Ovviamente tutta infarcita di riferimenti e incroci lovecraftiani. Ricchissima. Al punto che alla fine del volume troviamo quattro pagine con le citazioni dai singoli racconti con tutti i personaggi e le situazioni, riportando anche, in qualche modo, la capacità profetica dell’inventore della Miskatonic University:

I superstiti della brutale retata […] vengono internati in un campo nel sudovest dell’America. I campi di concentramento risalgono almeno all’epoca della guerra anglo-boera, ma è inquietante come il finela lovecraftiano sembri anticipare sia l’internamento dei giapponesi-americani che l’Olocausto.

I personaggi sono caratterizzati molto bene, e ben inseriti anche nel contesto storico in cui si muovono. Ovviamente resta sempre quel senso di angoscia di non aver scoperto tutto, e che qualcosa sia ancora vivo oltre la soglia, come tipico dei racconti di HPL.

Stimolante il fatto che Hoover inserisca molte delle foto inviategli dall’agente Keller nel suo cassetto delle Obscenities, quasi un antesignano di Fox Molder e dei suoi X-files, a cui aggiunge alla fine della storia addirittura il Necronomicon.

Giorgio Pontrelli alterna diversi stili e tratti. Dettagliato e delicato nelle parti in cui compaiono solo esseri “umani”, il tratto si ispessisce e i dettagli si perdono quando rappresenta i mostri e gli esseri del profondo, con attenzione per gli ibridi in cui anche il registro grafico sembra essere intermedio.

La caratterizzazione dei personaggi è molto efficace anche graficamente. Nelle scene in cui compaiono i personaggi femminili, specie all’inizio. il tratto è sottilissimo. Curati sono anche ambienti e vestiti degli anni ’20 del secolo scorso.

La grafica e i colori di Pippa Bowland sottolineano i passaggi. Il viraggio va verso il verde ogni volta che si ha a che fare con gli abitanti degli abissi.

Tutto sommato Miskatonic è un bel fumetto, una storia abbastanza lineare, ma che intreccia diversi fili. E può essere approfondita, cercando le citazioni storiche e lovecraftiane, andando anche a cercare ulteriori sottigliezze a cui gli autori stessi sembrano forse non aver pensato (come quella dell’anno esatto dello svolgimento della storia).

La grafica incostante non sempre è efficace, ma mette in evidenza certamente il fascino delle due protagoniste, tanto diverse quanto essenziali per l’opera. Il carattere misogino sia di Lovecraft che di Hoover si deve infatti arrendere alla centralità di Asenath e Miranda, e in fondo alla relativa marginalità dei co-protagonisti maschili.


Mark Sable, Giorgio Pontrelli, Pippa Bowland
Miskatonic
saldaPress, Collana AfterShock
120 pagg., colore, brossurato con alette, 16,8×25,6 cm, € 14.90
ISBN: 9788869199325

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