Mia sorella è pazza – L’esordio di Iris Biasio
Il rapporto tra Rita e Francesca, due sorelle legate indelebilmente dalla malattia mentale di una delle due, descritto con sorprendente maturità in Mia sorella è pazza.
Mia sorella è pazza è la prima graphic novel scritta e disegnata da Iris Biasio edita da Rizzoli Lizard.
Rita è pazza ed è reclusa in una clinica in stato catatonico. Se ne prende cura sua sorella Francesca che la va a trovare abitualmente. Durante questi incontri Rita se ne sta seduta su una sedia di vimini nel parco della clinica e sorride costantemente. Un giorno però Francesca, mentre sbuccia una mela, si procura una piccola ferita da cui esce del sangue. Questo piccolo evento cambierà l’umore di Rita, la sua espressione e forse il resto della sua vita.
In questo libro, incredibilmente maturo per essere un esordio, Biasio si immerge in un territorio tanto delicato quanto spinoso: la malattia mentale. Lo fa con lucidità, mostrando le cose come stanno, senza spingere l’acceleratore sui toni melodrammatici. Il racconto della malattia di Rita, fatto attraverso flashback, è esemplare: non ci sono molte spiegazioni, all’autrice forse non interessa indagare il perché della malattia della protagonista, anche se ovviamente il lettore trova delle risposte durante la lettura. Ci sono scene più oniriche e sognanti, come quella dell’acqua alta – il libro è ambientato a Venezia – in cui Rita si tuffa e nuota tra i canali e momenti di vita quotidiana, come quelli di relazione di coppia, tra Rita e il suo compagno.
Il rapporto fra le due sorelle e sopratutto l’atteggiamento combattuto di Francesca è quanto di più umano e meno retorico si possa descrivere. Cosa può l’amore? Cosa significa prendersi cura? Come si vive con il senso di colpa? Come ci si assume il ruolo di quelli che oggi vengono definiti caregiver?
L’ambiente ospedaliero è raccontato a volte con toni poco benevoli. Il dottor Peruzzi incarna il volto di una medicina poco attenta alla singolarità dell’individuo, che si è dimenticata di ascoltare il paziente. La relazione, consumata frugalmente sui lettini della clinica, tra Francesca e il dottor Peruzzi, non assomiglia a una storia d’amore, ma ad una di disperazione. I pazienti che si aggirano per la clinica non sono spaventosi o folli come ci hanno insegnato i film hollywoodiani, ma creature alla disperata ricerca di attenzioni e amore.
Biasio ci parla di persone, ma anche di natura. Della perdita di contatto fra le due parti. Rita si perde nel bosco, si immerge nell’acqua, corre in spiaggia. Rita è una donna legata al primitivo, che vive d’istinto, che respira a pieni polmoni e che si blocca improvvisamente e completamente a causa di un evento traumatico. Costretta a sedere per il resto dei suoi giorni su una sedia di paglia all’interno di un giardino che è solo la brutta copia di un bosco.
Il disegno energico ma essenziale, cinetico ma fragile dell’autrice, ricorda forse Manuele Fior con una spruzzata di manga giapponese e di ligne claire francese. Un pantone quasi dorato si prende il ruolo di terzo colore del fumetto e dona alle tavole un’aria sospesa di meriggio.
Un libro solido e importante. Un esordio che da il via a una carriera nel mondo del fumetto di sicuri successi.
Mia sorella è pazza ha recentemente vinto il premio Cecchetto al Treviso Book Comic Festival come Artista Rivelazione 2022. Premio più che meritato.
Iris Biasio
Mia sorella è pazza
Rizzoli Lizard, 2022
208 pagg., colore, brossurato, €17.50
ISBN: 978-88-17-16400-9