L’uomo delle valigie – Recensione
Nell’America post crisi del ’29 si aggira l’uomo delle valigie… un’opera originale e ricca di mistero pubblicata da Panini Comics.
Pubblicato da Panini Comics, L’uomo delle valigie è una delle pubblicazioni più inusuali della famosa casa editrice da un po’ di tempo a questa parte.
Realizzata da due autori giovani e con un curriculum non lunghissimo ma molto importante, è una storia fantastico/noir ambientata nell’America post-crisi economica del 1929.
Ira Zimmer è un ebreo che vive a Brooklyn e a cui viene proposto un insolito lavoro ben pagato: ogni lunedì deve ritirare un gruppo di valigette in una lavanderia gestita da un cinese, e portarle a degli individui che sono segnati in un foglietto con i rispettivi indirizzi. Due sono i divieti da rispettare scrupolosamente: consegnare tutto entro la mezzanotte e non aprire mai il contenuto di quelle valigette.
Arriva però il giorno in cui involontariamente scopre cosa c’è dentro una delle valigette: un foglietto con scritto il numero 12. Appena lo tocca, questo prende fuoco. A seguire, il numero 12 lo perseguita per tutto il giorno fino alla sera. Il giorno seguente è oppresso dal numero 11: uno scandire dei numeri all’indietro con la paura di arrivare al numero zero.
La sceneggiatura di Mario Nucci rende tutto molto fluido e spesso ci sono dei giochi temporali divertenti: vedere la sequenza di quando tre persone in contemporanea (nel fumetto e non nell’arco del tempo) ritirano le rispettive valigie nella stessa lavanderia.
Dialoghi essenziali e funzionali fanno scorrere la lettura in modo veloce e con i tempi di oggi non è poco (meglio essere in linea con i tempi di oggi, simboleggiati dall’immediatezza).
I disegni di Lorenzo Zaghi sono perfetti per l’atmosfera noir e, se proprio dovessi fare un accostamento a un altro disegnatore, penserei a Eduardo Risso che fa il verso al mitico Will Eisner (non preoccupatevi, non lo conosco e non mi ha corrotto con nessun assegno).
Nel disegno qualche volta ha qualche indecisione sull’anatomia (alcune mani che tengono una pistola sarebbero da rivedere), ma la cosa più importante è che riesce comunque a dare una vera atmosfera noir alla storia e spesso cambia il colori a seconda del salto temporale (in molte sequenze usa una specie di bianco e nero sporcato al seppia che evidenzia i flashback).
L’unica cosa che mi ha lasciato un po’ perplesso è il finale (che ovviamente non spoilero): decisamente aperto, che quasi fa pensare a un seguito nonostante… ma questo scopritelo voi!
Nonostante tutto, se siete stufi dei soliti personaggi consiglio l’acquisto a chi cerca una storia insolita e pressoché originale!