La luce e lo spazio – Franco Battiato in un’intervista a fumetti

Un’intervista che diventa racconto. Un incontro con un uomo di mille culture come Franco Battiato diventa l’occasione, a distanza di diversi anni, per farne un ritratto ricco e un po’ onirico, che in fondo va al di là della morte stessa del protagonista

È già successo poco tempo fa.

Una “vecchia” intervista con un personaggio ingombrante che diventa fumetto. Prima, su queste pagine, era stato Luca Pozzi con Carlo Rovelli, mentre stavolta invece è Francesco Pelosi, scrittore su numerosi argomenti e in numerose tipologie di testi, dalla musica ai fumetti, a raccontare un’incontro del 2014 con il cantautore Franco Battiato. Pelosi torna sulle parole di uno degli ultimi maestri dell’arte italiana a tutto tondo, che ha spaziato dalla musica leggera alla classica, dal cinema alla pittura, coniugando la sua arte con una spiritualità universale.

Lo fa in questo volume La luce e lo spazio, edito da Feltrinelli Comics, raccontando di un’intervista che ha recuperato quando, il 18 maggio 2021, Franco Battiato ha lasciato il corpo e dunque si sono risvegliati in lui i ricordi di quel momento di sette anni prima. E ci sono voluti altri due anni di lavorazione per poi convertirli in questo volume La luce e lo spazio: Un’intervista a Franco Battiato.

Il libro è diviso in otto capitoli: un’ottava, come l’intervallo di note, e come la casa editrice fondata nel 1985 da Battiato. In ogni capitolo si parte dalla realtà, quasi sempre dall’intervista, effettuata con l’intervento di Juri Camisasca, storico amico e collaboratore di Battiato, ma poi si spazia, fino a perdersi nei tanti rivoli della cultura e della spiritualità di Battiato, che ha attraversato tante fasi della vita.

Il rapporto con spiritualità e fede, l’importanza della meditazione come pratica di vita, il raggiungimento della felicità…

sono i temi che vengono evidenziati anche nel risvolto di copertina. Ma non ci si limita a questi. A volte ci si perde anche nelle sensazioni di Battiato, Camisasca, e dello stesso Pelosi che emergono dalle pagina. Senza rispettare quindi un ordine cronologico, anzi. E in realtà l’intervista a Battiato si interseca più volte con quella a Camisasca, entrambe raccolte nel luglio del 2014.

Pelosi parte da una parte di queste interviste per collegarci al mondo esteriore, alla musica, all’arte di Battiato e alla sua biografia, che può “contemplare” oggi per intero, ma anche alle tante sfaccettature del mondo interiore e alle relazioni personali e culturali. Ad esempio, lo stesso Camisasca dà degli spunti di riflessione che poi Pelosi condividerà con Battiato, che si mescoleranno con le tante persone che vengono citate dall’intervistatore e dagli intervistati: dai santi cristiani antichi e moderni, come Gregorio di Nissa o San Giovanni della Croce, per arrivare alle rigidità della Chiesa; psichiatri (Stanislav Grof) e filosofi (Manlio Sgalambro), psicologi (Daniel Mandel) e religiosi trasversali (Willigis Jager, Chatral Rinpoche).

E citati sono anche altrettanti testi, dalle sacre scritture alle canzoni di Giuni Russo e Claudio Rocchi, a Il Kybalion, suggerito da Battiato e che Pelosi dice di aver riletto tutto proprio in preparazione della realizzazione del libro.

Senza ovviamente dimenticare tutte le forme di comunicazione artistica attraverso le quali è passato Battiato, compreso il cinema, e come tanti “intellettuali” si sono affiancati a lui per un tratto, anche breve, del suo percorso artistico, in qualche modo.

Pelosi inserisce anche l’aspetto autobiografico, sia raccontando del suo rapporto con la musica, sia evidenziando come la poetica di Battiato abbia talvolta illuminato alcuni passaggi della sua vita, anche ripensandoci a posteriori. Tutto questo ci presenta Battiato a piccole dosi, e in questo modo centellina la grande ricerca e cultura che c’è dietro ogni sua espressione, citando alcune delle fonti, e trasformando l’intervista in un percorso di conoscenza.

Anche a questo serve il diverso lettering usato nel volume: tutte le frasi che dovrebbero dirci qualcosa, siano esse di Battiato, di Camisasca, di Giuni Russo, di Uspenskij sono in corsivo, sono tutte vere e proprie citazioni.

I disegni e i colori sono di Chiara Raimondi, che ha già illustrato Vittoria Colonna: la gentil fenice per Kleiner Flug e Rigoni Stern per BeccoGiallo.

Lo stile della disegnatrice riminese è immediatamente riconoscibile, in particolare per l’uso dei falsi colori per le ombreggiature. Passa con naturalezza e senza soluzione di continuità dalle scene realistiche e descrittive, degli incontri con Camisasca, dei percorsi in macchina per le strade di Taormina, con tanto di insegne delle attività commerciali e del Nokia 3310, alle pagine virate in sfumature arancioni e ocra, fino a disegni quasi psichedelici nei colori e nelle forme.

A volte usa altre tecniche specifiche che hanno un effetto di rottura, come nel racconto della leggenda tibetana del monaco, l’elefante e la scimmia, oppure nel ritratto di Giuni Russo: i cambi di stile segnano dei punti particolari, in un racconto grafico che segue invece un flusso di coscienza, come il contenuto. La cronaca dell’intervista si alterna anche graficamente alle riflessioni dell’autore, che si fa aiutare da Raimondi nel citare e rappresentare i tanti personaggi richiamati, e a volte usa scene e animali anche totemici, come la gazza o la rosa.

Raimondi usa i colori in modo inusuale con viraggi e composizioni, come quella di copertina, ma anche con parti di pagina o intere pagine monocromatiche o cromaticamente complesse, come all’inizio del capitolo 7 in cui con sei strisce passa dal nero al bianco attraversando tutta l’iride, e alterna queste scelte grafiche con altri momenti, come la riproduzione fedele di foto e dipinti, o dei passaggi quasi vignettistici. In un contesto come quello che stiamo raccontando, tutta la parte grafica è a servizio della grande dinamicità con cui viene narrata l’intervista, per cui pur mantenendo per la maggior parte uno stile grafico ben preciso, anche la grafica è in perenne movimento, proprio come Battiato. Ci sono elementi che ricorrono, come i ritratti virati in verde e arancio, con elementi buddhisti e tibetani che più volte aprono o chiudono i capitoli, ma sono linee che si intrecciano e tirano dei fili in un contesto che anche graficamente si presenta molto fluido.

La luce e lo spazio è un bellissimo volume, certamente non facile, ma che consente di approfondire la figura di Franco Battiato, dando anche tantissimi riferimenti per orientarsi nella poetica e nelle opere. Un volume certo difficile da leggere come una storia, più come un percorso con tanti punti di partenza.

Un’opera che probabilmente sarebbe stata impossibile da rendere in prosa, senza la parte grafica, a testimoniare come il fumetto non sia affatto ancella di altre forme di letteratura e rivelandone la specifica autonomia comunicativa.


Francesco Pelosi, Chiara Raimondi
La luce e lo spazio: un’intervista a Franco Battiato
Feltrinelli Comics, settembre 2023
128 pagg., colore, brossura, 16×24 cm, 18.00 €
ISBN: 978-88-07-55141-3

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