Il Re dei Ribaldi 3: la conclusione

Si conclude con il terzo volume la saga del Triste Sire, che qualcuno ha definito una House of Cards ambientata nel Medioevo.

copertina

Con questo terzo volume si conclude il primo ciclo di Brugeas e Toulhoat della saga Il Re dei Ribaldi.

Ancora una volta Filippo II di Francia, Riccardo Cuor di Leone, il gran Coësre della Corte dei Miracoli si scontrano senza esclusione di colpi per avere il controllo di Parigi e della Francia, ma anche per il gusto di veder rotolare nel fango e nel sangue i nemici.

Abbiamo già parlato del Libro I e del Libro II: per mantenere la metafora musicale già utilizzata, in questo Libro III si arriva al crescendo finale e all’apoteosi. Anche se forse non tutto è concluso.

La storia ci insegna che non ci sono mai vincitori assoluti, o eterni. Si vince solo fino a che si è i più forti, poi si precipita nella polvere.

Poco importa se si è detronizzati con un atto di forza o con un pugnale a tradimento nella schiena. Da un nemico potente o da un traditore che prova a compiacere un avversario ritenuto più forte e pericoloso. Da un amico o da un figlio.

Brugeas si mantiene all’interno di quello che in letteratura si chiamerebbe un romanzo storico, pertanto il contesto è chiaro e la trama è nota: Filippo alla fine ha la meglio su Riccardo per il trono di Francia.

Ma per i personaggi secondari, i cui destini storici sono meno delineati, Brugeas si sente libero, e lascia aperte tante porte. Perché dagli sguardi delle ultime pagine si capisce che, anche se la situazione sembra rappacificata, ci sono tante tensioni irrisolte.

Sembra che tutto sia tornato in ordine. Tristan ha ripreso il posto che era suo, al fianco del re. Eppure tutto è diverso. E anche Tristan non è più lo stesso. Qualcosa si è rotto, dentro di lui.

Questi i pensieri finali di Michel, uno degli amici fraterni del Triste Sire, scampato alla tortura e alla morte.

Nel fumetto i personaggi sono delineati in modo coerente, anche se un po’ parossistico. Spesso virati al male come i colori di Toulhoat sono spesso virati al rosso.

Una degna conclusione per un’opera che mantiene la continuità con i precedenti volumi, continuità nella storia e nella grafica. Per quanto infatti si intreccino le trame, e il sangue le inondi; per quanto i fili, prima di arrivare al nodo finale, continuino a sovrapporsi, in modo avvincente, si giunge alla degna conclusione.

Parigi e la Francia hanno tremato «a partire dalle fondamenta», dice il risvolto di copertina. Perché dal sottosuolo e dalla corte dei miracoli esplode la violenta carnalità dell’uomo e proprio nel sottosuolo avviene uno degli scontri più sanguinolenti. Il nuovo equilibrio nel sottosuolo si riflette anche nella quiete dopo la tempesta in superficie.

Mentre Toulhoat non lesina sulla dinamicità delle azioni, rendendole se possibile ancora più caotiche e violente, e sulla sensualità di scene e personaggi.

Una atmosfera che va dal medioevo a Le mille e una notte, passando talvolta per Game of Thrones. Segno e colori che si sposano molto bene (d’altra parte sono opera della stessa mano) in una gabbia mai noiosa e molto cinematografica, con le onomatopee e i rumori di fondo che risuonano, emergendo quasi fisicamente dai disegni.

Come nei precedenti volumi, anche in questo terzo volume de Il Re dei Ribaldi trame e sotterfugi si mescolano efficacemente con le azioni esplicite. Perché i tiranni, per quanto indeboliti da macchinazioni ben nascoste, poi è bene che muoiano in modo eclatante e in piena luce.


Couvert

Vincent Brugeas, Ronan Toulhoat
Il Re dei Ribaldi, volume 3
Star Comics, collana Star Comics Presenta numero 29
cm 19,5×26, brossura, col., pagg. 160, € 17,00

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