I tre baskettieri – Il fumetto tra sport, gioco e sociale
Street basket, strane amicizie, adolescenza, tra scuola e i playground della periferia di Torino ne I tre baskettieri, piccolo romanzo di formazione tramite lo sport.
Il gioco di parole nel titolo I tre baskettieri è fin troppo facile (e neanche del tutto originale, visto che esiste una squadra di Baskin di Padova che si è data questo nomignolo), ma il fumetto che porta questo titolo non è “facile” per niente.
È una storia molto inclusiva in cui tutti giocano a basket: persone di età ed estrazione diversa, dal diverso colore della pelle, ma anche i cani di cui si occupa la protagonista Dalila, che ha una passione per la pallacanestro, e il co-protagonista Artie che ha una passione per Dalila.
La vita di un gruppetto di ragazzi che ruota intorno alla palla a spicchi narrata ne I tre baskettieri porta all’attenzione del pubblico anche Rae Lin D’Alie, cestista italo-americana protagonista a livello mondiale del 3vs3, versione ridotta del basket tanto popolare nei playground e tra i ragazzi che riempiono i campetti in giro per le città, anche in Italia.
L’editore Colber classifica il volume nella categoria Giovani, ma nei fatti è adatto davvero a tutti.
I personaggi sono ben delineati, anche se in maniera semplice e con tratti relativi a quello che è necessario nel fumetto: i rapporti all’interno della scuola e del campetto di quartiere. Raccontando anche le difficoltà, specie per le ragazze, di praticare sport ritenuti “da maschi”, soprattutto in realtà non metropolitane. Qui si parla della periferia di Torino, ma in altre situazioni geografiche la situazione (spesso anche per i maschi) è ancora peggiore.
E così il campo di riferimento diventa il Parco Ruffini di Torino, a pochi passi dall’altra location della storia, ovvero il Liceo Cattaneo.
È molto interessante questa precisa caratterizzazione geografica, che non toglie nulla alla storia, in particolare alla possibilità di chi legge di immedesimarsi, ma la rende più concreta. E continua nella linea già mostrata dall’editore, che ambienta le storie tipicamente nelle zone limitrofe alla sua sede, ovviamente quando la situazione lo consente.
In effetti Marco Daeron Ventura, autore della sceneggiatura, sembra avere molte cose in comune con la protagonista, stando alla descrizione che da di sé sul suo sito. Insieme a oltre dieci anni di pubblicazioni fra autoproduzioni, Manfont e la casa editrice Salesiana ElleDiCi.
La storia non è iper-originale: l’eroina Dalila, circondata da un gruppo di amici più o meno strambi, tra cui Arturo e il cane Shaq, incontra una prima antagonista Miriam che diventerà co-protagonista quando si troveranno davanti un antagonista più forte. Il tutto sullo sfondo del basket e dei canili, in un contesto giovanile, in cui compaiono scuola, musica trap, cotte e stupidaggini adolescenziali. E anche con una Torino che si mostra davvero città dei canestri, con tanti playground, spesso anche tirati a lucido.
Lo dice anche Andrea Dotta sulla sua pagina Facebook:
Un teen drama scemotto dove ‘sti ragazzetti provano a giocare a basket.
La caratterizzazione dei personaggi è abbastanza semplice, ma efficace. Interessante, nelle pagine che seguono il fumetto, vedere anche l’evoluzione grafica di alcuni di loro, che in effetti nel passaggio hanno guadagnato in personalità. Compreso il cane Shaq (e gli altri del canile) che, come in tutte le storie che hanno anche uno sfondo umoristico, sono i personaggi che attirano la simpatia. Ma nella versione iniziale, vista nelle pagine di costruzione del fumetto, sembrava certamente meno efficace.
Un po’ semplice l’intreccio, ma sicuramente interessante il messaggio di inclusione e di grinta che ci arriva dalla protagonista, come anche di accoglienza nei confronti dei “cattivi”.
Tutta la gestione grafica è di Andrea Dotta, grafica e colorazione digitale. La grafica è molto cartoon, con richiami a tanti dei cartoni più o meno recenti nella caratterizzazione dei personaggi, nelle inquadrature, nei “complementi” presenti sullo sfondo.
In generale infatti come la storia, anche la grafica arriva in modo immediato. Senza fronzoli o necessità di riletture. Gabbie e inquadrature abbastanza lineari, se si eccettua forse un po’ più di ricerca in questo senso nel racconto della partita finale, dove la necessità di sottolineare l’agonismo e i ritmi sul campo, portano a trovate che spaziano dai videogiochi ai comics statunitensi. Sono otto tavole da leggere tutte d’un fiato, con pochissime parole e molto realismo: mentre spesso nei fumetti gli stati d’animo vengono sottolineati anche da una grafica ai limiti del parossismo, qui si vede proprio che per gli autori il basket è una cosa seria.
Cosa peraltro evidenziata anche negli altri match raccontati.
I colori sono semplici, le ombre poche ma giuste. I disegni sono spesso pieni di dettagli che però restano sullo sfondo, riempiendo la scena ma senza toglierla alla storia principale. Rare le splash page o le costruzioni grafiche più complesse, se si eccettuano appunto le partite di 3vs3 o 1vs1.
Sul campo infatti si perde anche l’atmosfera un po’ gigionesca (o scemotta come l’ha chiamata lo stesso Dotta) e si gioca tra suspense e azioni spettacolari. E anche se la grafica non è proprio iper-realistica, però si coglie la differenza.
In fondo si tratta di un piccolo romanzo di crescita, in cui i protagonisti, non solo Dalila, ma anche i suoi amici e antagonisti, crescono, anche in nome del basket che li lega.
Un volume (o se preferite la versione digitale, un ebook) da leggere in semplicità e scioltezza.
Marco Daeron Ventura e Andrea Dotta, a cura di Luca Baino
I tre baskettieri
Colber Edizioni, Torino, 2023
86 pagg., colore, brossura, 21,5×27,5 cm, €24.95 (cartaceo) o € 7.90 (digitale)
EAN: 9791281283022
Disponibile in edizione italiana e francese