Il Guanto dell’Infinito: il progetto mancato di essere Dio
Analisi della miniserie Il Guanto dell’Infinito di Jim Starlin e del nichilismo di Thanos di Titano, in attesa del rilancio Marvel NOW! ad ottobre negli Stati Uniti.
Grazie al successo dei film Marvel ormai anche le larghe platee di pubblico generalista sanno cosa siano le gemme e il Guanto dell’Infinito che conferiranno il potere assoluto a Thanos nell’attesissimo Avengers: Infinity War dei fratelli Anthony e Joe Russo. Abbiamo già conosciuto i registi attraverso ottimi lavori come Captian America: The Winter Soldier e Captain America: Civil War, che insieme al suo sequel avranno una scala e una portata senza eguali rispetto alle altre pellicole dei Marvel Studios, rappresentando il culmine di tutto quello che è accaduto nell’Universo Cinematografico Marvel (MCU). Anthony Russo ha commentato:
Questi film per certi versi segneranno la fine di alcune cose, e per altri, saranno l’inizio di nuove cose. E in questi film accade una grande catarsi, in termini di quello che è l’MCU e come è formato.
Ma passando dalla pellicola alla carta, il potente oggetto è il fulcro della saga cosmica più apprezzata all’interno dell’Universo Marvel, Il Guanto dell’Infinito, scritta nel 1991 da Jim Starlin, uno dei miti indiscussi del fumetto americano e uno dei principali demiurghi della complessa cosmologia dell’Universo Marvel. Starlin, infatti, ha dato il meglio di sé con la fantascienza e, tornando ai suoi cicli di Warlock e di Captain Marvel, bisogna citare un personaggio da lui creato: il terribile Thanos. Il personaggio, il cui nome deriva Thánatos ovvero la personificazione della morte nella mitologia greca, di cui condivide alcune caratteristiche come l’arroganza, l’amore verso il sangue e la violenza, sicuramente rappresenta uno dei villain maggiormente di spessore della Casa delle Idee. Malvagio figlio di Mentore, sovrano di Titano, una delle lune di Saturno, nonché fratello di Eros, Thanos è un essere folle innamorato della morte nella sua personificazione Lady Morte e ha cercato varie volte di distruggere l’universo per far colpo sull’amata.
Miniserie di sei numeri, Jim Starlin aveva gettato le premesse di The Infinity Gauntlet nella testata di Silver Surfer e nella miniserie The Thanos Quest e verrà affiancato per i primi 4 numeri nei disegni da George Perez, che per impegni con la casa editoriale concorrente DC, passerà successivamente alle chine lasciando le matite a Ron Lim.
La miniserie inizia col malvagio Thanos, adoratore della Morte, consigliato dal Diavolo in persona, Mefisto, che è assurto alla gloria e alla potenza di un Dio grazie al Guanto dell’Infinito: un guanto su cui sono incastonati sei artefatti cosmici, noti come “gemme dell’Infinito”, incarnazione fisica di altrettanti concetti: Tempo, Mente, Potere, Spazio, Realtà e Anima. Queste, per caso o per saggezza, erano state separate e affidate agli Antichi dell’Universo, esseri potentissimi e altrettanto ottusi, che, pur beneficiandone, erano inconsapevoli della loro vera natura. Riunite assieme, il potere e la conoscenza che esse danno sono indescrivibili, virtuale onnipotenza. Adulando il matto Titano, Mefisto dice:
Non si può negarlo: tu sei il supremo. Qualsiasi cosa tu voglia essere lo sei. Qualsiasi cosa desideri, è. Niente in questo universo osa sfidare queste affermazioni. Solo una parola può descriverti…DIO.
Ma perché Thanos si è spinto a tanto? Scevro desiderio di potere? Thanos, come sottolinea anche Dottor Strange, è un nichilista. Il nichilismo viene definito da Nietzsche come la mancanza di uno scopo, la mancanza di un perché all’esistenza e la svalutazione di tutti i valori. Thanos ha trovato il fine ultimo di una esistenza vuota, per il suo insaziabile desiderio di conoscenza e potere alla quale si era condannato, nell’amore per la personificazione della non vita, la Morte. Il desiderio di essere amato risulta quindi il motore delle vicende dell’intera narrazione, esattamente come la ricerca del significato di essere un Dio: Thanos erige altari e santuari per la Morte e le porta in dote la vita di metà degli esseri viventi dell’Universo, le quali annichilisce con un sol schiocco di dita, pur di compiacerla, ma nulla sembra smuoverla. Il Titano matto trova nella volontà e nella libertà della Morte, e nella ragione di esistere di questa solo in funzione dell’equilibrio con la vita, che Thanos squilibra di volta in volta, un ostacolo insormontabile, persino per chi è stato capace di fa genuflettere ai suoi piedi l’intero Universo. Thanos ha il potere di un Dio, ma risulta quindi monco nell’ergersi a questo, e citando Sartre, ne risulta soltanto un progetto mancato. Dio, concettualmente, è un essere reale o immaginario in cui noi crediamo, e credere cambia il nostro modo di pensare e di agire nel mondo in sua funzione. La fede diviene quindi un’arma per modificare la realtà e in vari modi nel corso della storia si cerca di consolidare questo potere. Adam Warlock dirà:
Guarda indietro nella tua vita, Thanos di Titano, e cosa vedi? Un uomo che cerca un potere sempre maggiore e lo perde appena lo ottiene! Perché? Perché nel profondo della sua anima sa che non lo merita. Tre volte tu hai trionfato sulle incredibili avversità per ottenere i fini che desideravi e tre volte hai fornito i mezzi per la tua disfatta.
Thanos non ha fede in se stesso, non crede di meritare tale potere e questo fa collassare dall’interno i suoi progetti di grandezza: è un edificio in calcestruzzo dai pilastri troppo fragili. Il figlio di Titano fallisce perché crede soltanto nella Morte, finché non avrà l’approvazione di questa non crederà in se stesso e penserà che tutto quello che ha fatto è stato vano ed inutile.
«COSA? Che cosa ci vuole per piacerti?! Ho realizzato ogni tuo desiderio e ti ho dato l’universo. Eppure tu mi neghi anche il più piccolo dei sorrisi! Io agisco solo per il tuo affetto ed approvazione! Farei di tutto solo per sentirti pronunciare una volta il mio nome! DI TUTTO!».
Ma in tutto questo i Vendicatori che funzione hanno? I Vendicatori e la maggior parte dei personaggi Marvel più amati presenti in questa miniserie hanno quasi una funzione introduttiva, un gancio per attirare i fan e accompagnarli all’esplorazione dell’intero piano cosmico, tra alieni ed entità spaziali, e che lo stesso Starlin nel corso degli anni di militanza in Marvel aveva saputo costruire, mattone su mattone. Ma la scena la prendono Thanos e Adam Warlock, ovvero la famosa traslazione in chiave allegorica del Messia della tradizione giudaico-cristiana della Casa delle Idee, entrambi personaggi molto amati da Starlin. Infine arriviamo al finale, dove ora l’essere con il potere di un Dio è diventato Adam Warlock e Thanos alla fine del suo percorso ha raggiunto un’illuminazione spirituale:
Potere. Una merce effimera: difficile ottenerla, facile perderla. Ed una volta pensavo di aver capito. Che presunzione. Adam Warlock, un essere che desiderava solo trascorrere il resto di suoi giorni nel pacifico ambiente della Gemma dell’Anima. Ora egli possiede il potere infinito e tutta la responsabilità che ne consegue. Mentre io, che ho dedicato tutta la vita a inseguire il potere, ora mi ritrovo a guadagnarmi la vita dalla terra. Ironia degna del dramma. Eppure stranamente non invidio Adam Warlock. In qualche modo sento che dopo tutto, Thanos di Titano è uscito vincitore da questa storia.
Thanos decide di astrarsi dallo scopo, da una vita che è l’attesa della realizzazione di un annuncio e smette di cercare un senso alla sua esistenza e soprattutto di cercarla al di fuori di sé. Si rifugia nella ciclicità della natura, delle stagioni, del vivere della terra e di un tempo ciclico che è un eterna ripetizione di se stesso. Inverno, Primavera, Estate, Autunno e poi il ciclo ricomincia. Siccome il tempo è ripetitivo non ha più alcun senso. Thanos quindi è costretto a credere finalmente in se stesso trovando uno scopo e un fine soltanto in sé. Ne risulta quindi il reale vincitore di tutta la saga poiché l’unico capace di avere un’epifania, un percorso rivelatore del vero significato della vita.
Dal punto di visto grafico George Perez regala tavole suggestive, tra affollate scene di massa con un elevato numero di supereroi e vasti scenari stellari, peccato che non riuscì a concludere il lavoro e gli ultimi capitoli furono affidati a Ron Lim, disegnatore senza dubbio meno efficace ma che scriverà, insieme proprio a Starlin, pagine importanti della gloriosa storia della Marvel.
Da Il Guanto dell’Infinito del ’91 per Thanos di Titano ne è passata acqua sotto i ponti, recentemente la miniserie è stata anche ristampata per la collana Le Battaglie del Secolo. Tuttavia questa risulta uno dei crossover più riuscito della Casa delle Idee, fungendo da punto di ispirazione per tanti autori, da ultimo per quel Destino di Jonathan Hickman divenuto un altro Dio in cerca di approvazione nella Secret Wars del 2015. Nell’ambito del rilancio Marvel NOW! che prenderà il via il prossimo ottobre negli Stati Uniti, ci sarà spazio anche per Thanos. Il Matto Titano sarà infatti protagonista di una serie omonima scritta da Jeff Lemire e illustrata da Mike Deodato Jr. con copertine di Jeff Dekal e ci aspettiamo che dia nuovo lustro a uno dei villain più riusciti della Casa delle Idee.