Futura Nostalgia di Tony Sandoval – Anteprima

Arriva tra due giorni, per i tipi Tunué, l’ultima opera di Tony Sandoval, il viaggio di crescita di Marie tra realtà e fantasia.

Marie è una giovane messicana in cerca di se stessa e dell’amore, i suoi lunghi capelli neri ondeggiano nell’aria calda degli ampi panorami desertici, e i suoi sogni galoppano scartando le grosse nuvole cumuliformi che sembrano celare figure mitiche e spaventose.

Le sue giornate si dividono tra libri, pensieri e passeggiate fino a polle d’acqua fresca e cristallina dove immagina se stessa prendere il coraggio a due mani e dichiararsi a quel ragazzo biondino che guarda di nascosto da tanto tempo.

Marie è forse anche una novella Alice che, invece di inseguire la corsa convulsa di un coniglio bianco col panciotto, cerca di sfuggire ai dubbi consigli di un ranocchio, piuttosto sguaiato, che, più di una coscienza, stile “grillo parlante”, è un aiutante magico poco utile e molto intrigante.

Marie però è sicuramente la protagonista dell’ultima opera di Tony Sandoval, Futura Nostalgia, edita da Tunué, (come sempre edizione curatissima, ricca di pagine extra con sketch sui personaggi alla fine del volume) e disponibile in vendita dal 29 agosto; un’altra dei suoi personaggi ricchi di carisma, capaci di autodeterminarsi, di crescere vignetta dopo vignetta e di guidare il lettore lungo sentieri intricati e pieni di inganni, di antri oscuri e di aperture luminosissime, che rendono ciechi tanto quanto il buio che le circonda.

Futura Nostalgia è quanto dice il suo titolo: è una lettura in cui ci si aspetta da un momento all’altro che accada qualcosa, e Sandoval da buon regista, regala pagina dopo pagina piccoli indizi, leggeri e inquietanti eventi che non spiegano, che dicono qualcosa in una lingua poco chiara, ma che inducono a tenere i sensi all’erta, a guardarsi intorno perché nella semplicità del racconto quasi quotidiano è ovvio che accadrà qualcosa, perché così vanno le cose e niente è uguale per sempre.

E non è questo modo di raccontare già il simbolo dello scorrere del tempo? Non viviamo tutti i giorni cercando di decodificare fatti e immagini che incontriamo, aspettandoci di scoprirvi dietro chissà quale inaudita verità, senza godere davvero di quello che potremmo sostanzialmente sentire e respirare?

Non sarà per forza un evento catastrofico e inspiegabile a scatenare il nostro rimpianto di quanto avevamo e non avremo più: Marie sa godere di ciò che ha, ma si troverà a dover attraversare un vero cataclisma per sopravvivere e nulla sarà più come prima, la nostalgia sarà fortissima, ma si potrà tornare a vedere la serenità?

Il tratto onirico di Sandoval in quest’opera tende infatti a essere più realistico: i suoi simboli di dolore e morte, di passione e sangue, sono in minoranza: è la realtà che predomina per la maggior parte dell’opera. Anche i colori sono usati con scopi più verisimili, le ombre sono più nette, le sfumature perdono tenerezza; le linee del disegno sono più aspre, le figure più rigide e doloranti, pur mantenendo lo stile inconfondibile.

Marie, come Alice, si trova all’improvviso la di là dello specchio, da una parte la normalità, dall’altra l’assurdo, e sarà costretta ad affrontarlo e capirlo per poter sopravvivere. Richiami questi che ci fanno pensare al mondo attuale, all’odio inspiegabile che ci raccontano o a cui assistiamo giornalmente, alle notizie che aggiungono stupore al dolore e alla preoccupazione per il futuro.

Forse perché in originale la storia è stata divisa in tre volumi, la sceneggiatura mostra a tratti dei salti di contenuto e senso, che rendono difficile la comprensione totale degli eventi, che sembrano capitare senza una consecutio, senza relazione di causa ed effetto.

Forse quello a cui il lettore assiste è il climax dei sentimenti di Marie, che ogni giorno crescono e mutano e, come succede spesso, si sviluppano senza indizio di scaturigine negli adolescenti.

O forse Sandoval sta cercando di dirci che il viaggio di Marie è un monito: è nella quotidianità che l’allerta ci viene richiesta, ed è predominante; dobbiamo guardare bene a quanto abbiamo e stiamo perdendo, a questa realtà che sottovalutiamo e che è la nostra personale Futura Nostalgia.

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