Freccia Nera – di sovrani, eroi e uomini comuni
Saladin Ahmed e Christian Ward danno vita a una delle testate più interessanti del panorama statunitense del 2017: Freccia Nera.
Una difficile impresa
Quando Saladin Ahmed e Christian Ward hanno accettato l’incarico di realizzare una serie regolare su Freccia Nera (all’anagrafe Blackagar Boltagon), il sovrano del non-più-tanto-perduto popolo degli Inumani, si sono accollati un compito particolarmente difficile: Black Bolt è sicuramente uno dei personaggi Marvel più difficili da scrivere.
Alle storiche difficoltà incontrate nel corso degli anni dalla Marvel a imporre il brand degli Inumani, si aggiunge l’oggettiva complessità che si incontra nel realizzare delle storie su un personaggio da sempre privo di una sua voce propria. Freccia Nera è infatti maledetto dal suo stesso superpotere, la sua voce, e ogni suo minimo sussurro è in grado di radere al suolo un edificio. È evidente come una serie incentrata su un personaggio sostanzialmente muto, impossibile da definire tramite dialoghi, sia una sfida notevole per qualunque autore.
In isolamento
Questo handicap è stato spesso aggirato dagli scrittori Marvel inserendo Freccia Nera all’interno di un racconto corale dove, di volta in volta, un personaggio della famiglia inumana, la moglie Medusa perlopiù, veniva reso portavoce del silenzioso sovrano. La caratterizzazione che ne conseguiva era quella di un personaggio nobile e sempre distaccato dal resto del mondo.
Alla ricerca di un grimaldello che gli permetta di approfondire la psicologia del protagonista Ahmed decide di calcare la mano sull’isolamento del personaggio dal mondo che lo circonda ricorrendo a diversi espedienti.
Il primo è quello di aumentare la distanza col lettore ponendo quest’ultimo nella posizione di narratore onnisciente, lontano dal soggetto della storia. Le didascalie in terza persona, con uno stile ridondante a volte un po’ retrò ma esteticamente appagante, contribuiscono alla creazione di questo divario col lettore.
Altro espediente è quello di sradicare il protagonista dal suo contesto abituale, dalla sua famiglia, dai suoi amici, per inserirlo in un ambiente nuovo a lui alieno: una prigione da qualche parte nello spazio profondo. Impossibilitato a un lavoro diretto di introspezione Ahmed usa l’ambiente circostante per rappresentare l’isolamento di Freccia Nera, così si vengono a creare dei rapporti inediti di solidarietà e antagonismo che hanno lo scopo di rafforzare, o modificare, la percezione della sua natura.
Sovrano o Eroe?
Ahmed intraprende quindi un percorso interessante quanto controcorrente, e anche rischioso, allontanandosi dalla caratterizzazione canonica del sovrano di Attilan.
Laddove prima avevamo un personaggio imperscrutabile e per certi versi machiavellico, che fa della “ragion di stato” il suo motivo principale di esistenza, qui viene invece sottolineata la sua statura morale, il suo essere eroe prima che pragmatico capo di stato. In sintonia con una nuova sensibilità che permea questi ultimi anni il fumetto supereroistico, che vede autori come Tom King o G. Willow Wilson tra i maggiori esponenti, lavora per restituire al lettore un eroe più umano: nel corso della serie Freccia Nera viene posto di fronte a continue scelte che ne sottolineano la sua natura eroica ed empatica. Piano piano nel corso della serie l’isolamento di cui si parlava precedentemente viene sempre più a indebolirsi e la distanza personaggio-lettore si riduce sempre di più.
Una voce fioca
Il misterioso carceriere, antagonista principale del nostro eroe, svolge un ruolo chiave nella serie: da una parte il mistero sulla sua identità è uno dei motori che manda avanti, seppur molto lentamente, la trama concepita dallo scrittore di Detroit; dall’altra la sua abilità di annullare il potere della voce di Freccia Nera ci permette di sentire finalmente la voce del protagonista.
Qui viene a galla forse l’unico punto debole di tutta la serie: la voce di Blackagar Boltagon è deludentemente banale. Le parole che pronuncia sono scarsamente rilevanti nella sua caratterizzazione, potrebbero essere messe in bocca a un qualunque “supereroe generico”, e sembrano figlie di una ricerca introspettiva superficiale e frettolosa. Ben più interessante invece è il quadro che viene fuori dalle sue azioni e dai suoi confronti con gli altri personaggi, particolarmente indovinato è il quarto capitolo incentrato su un incontro dialettico con Crusher Creel (l’Uomo Assorbente): è il racconto di un confronto di classe tra il sovrano di un regno, lontano dalle normali problematiche di ognuno di noi, e l’uomo della strada, costretto dalle situazioni contingenti a condurre una vita di espedienti e crimini. Qui Ahmed mostra la sua cifra di scrittore con la S maiuscola delineando brillantemente il personaggio di Creel, di cui è dichiaratamente fan, riuscendo così a dare vita anche a quello che dovrebbe essere il protagonista della serie ma che viene messo in ombra da un comprimario scritto in maniera decisamente più convincente.
Una storia in Technicolor
Sebbene la storia proceda con un ritmo studiatamente compassato, la narrazione resta avvincente grazie alle tavole psichedeliche di un Christian Ward particolarmente ispirato nella messa in scena dei combattimenti e nell’ampio registro di emozioni che riesce a far trasparire dai volti dei personaggi.
Notevole anche l’uso prepotente del colore in funzione narrativa: i forti contrasti caldo/freddo guidano l’occhio del lettore attraverso le tavole e ne condizionano la percezione dell’intensità delle singole vignette. Gli sfondi neutri vengono caratterizzati da un uso intelligente di diverse gradazioni di colori piatti che conferiscono a ogni vignetta un sottotesto emotivo rilevante. Queste vignette balzano così all’occhio all’interno di palette di colori generalmente limitate ma che esplodono in migliaia di colori nei momenti chiave.
Studiatamente funzionali anche i layout, figli di una concezione “eisneriana” della gabbia, sempre molto articolati e spesso integrati agli elementi presenti nella tavola: non solo confine delle vignette ma elemento stesso del racconto. L’apporto di Ward al racconto è determinante e fondamentale: non possiamo sapere come sarebbe stato Freccia Nera senza di lui ma sicuramente sono pochi gli artisti in grado di contribuire in maniera così decisiva allo sviluppo di un fumetto.
Freccia Nera è sicuramente uno dei migliori prodotti Marvel del 2017 e si colloca tra le proposte più interessanti di tutta la produzione mainstream statunitense dello scorso anno.
Inumani: Freccia Nera #1 – Carcere Duro
Prezzo € 8,90
Data di uscita Febbraio 2018
96 pp, Colore, Brossurato 17X26