Fisica quantistica: e se bastasse un fumetto?

Ancora un punto di contatto tra fisica e fumetto, stavolta dalla Francia. Cercando di rendere accessibile una delle teoria più controverse e difficili, ma che sembra essere quella che meglio spiega la natura della realtà in cui viviamo.

Quando ho visto la copertina di questo volume della Gribaudo, soprattutto il titolo, ho pensato a una storia in 3D sulla fisica quantistica.

Ma poi dentro non ci sono occhialini in dotazione e le pagine sono per lo più in bianco e nero. Ci sono svariati inserti colorati che sottolineano le cose importanti, e solo alla fine si scoprirà qual è il significato dei colori, anche di quella scritta in copertina che appare come il più classico dei disegni in 3D.

La storia, scritta da Thibault Damour, fisico francese dell’Institute de Haute Ètudes Scientifiques, con quaranta anni e oltre 350 pubblicazioni scientifiche (stando al suo CV, nel sito dell’ente) alle spalle, che si sta dedicando ad altri tipi di scrittura, è stata illustrata da Mathieu Burniat, che l’ha presentata all’ultimo Lucca Comics.

Tutto parte da Bob, un giovane avventuriero dal ciuffo biondo, e dal suo cane bianco parlante che sbarcano sulla Luna con il loro casco a bolla (perché ho pensato a TinTin e Milou?).

E parte con una tragedia, perché il cane Rick viene colpito da un asteroide. E sarà la voce di Rick a guidare il nostro Bob in un viaggio affascinante, a partire da una delle famose Conferenze Solvay, in particolare quella del 2011 sulla fisica: la 25° della serie, intitolata proprio The Theory of the Quantum World, e in occasione della quale si festeggiava proprio il centenario della prima. Tenuta come sempre nell’Hotel Metropole di Bruxelles.

I partecipanti alla Conferenza Solvay del 2011, alcuni sono riconoscibili nei disegni del volume

Qui, durante un intervento non certo alla portata di tutti, tenuta da Viatcheslav (Slava) Mukhanov sulle Fluttuazioni quantistiche in cosmologia, effettivamente presente negli atti della Conferenza (se volete approfondire li trovate qui), e alla quale assiste anche Damour, riconoscibile davanti al protagonista, Bob parte per un viaggio fantastico che lo porterà a incontrare le più grandi menti della storia scientifica dello scorso secolo.

Nell’ordine Planck, Einstein, deBroglie, Heisenberg, Schrödinger, Bohr, Born, seguendo proprio la cronologia delle scoperte della meccanica quantistica, inseguendo una h gialla che è la costante fondamentale che ha fatto uscire la fisica dal continuum classico.

Si vede che la sceneggiatura è di un fisico di professione, che dopo tanta ricerca trova un modo per rendere facilmente masticabili concetti che appaiono, ai più, astrusi. E facendo parlare direttamente i fisici che questi concetti li hanno pensati, si parte dall’idea di quanto, passando per le equazioni (che non ci stanno affatto male, perché, in fondo, tutte quelle lettere greche, sono anche belle da vedere), per arrivare fino alle diverse interpretazioni della meccanica quantistica e ai suoi legami con la filosofia occidentale.

Alla fine sarà Hugh Everett (tra l’altro defunto padre di Mark Everett degli Eels) spiegando il paradosso di Schrödinger, a dare una speranza a Bob di poter ritrovare il suo cane, esponendo la visione della meccanica quantistica nella sua interpretazione a molti mondi, per cui in realtà ogni diverso evento, che ha una probabilità non nulla di verificarsi, in realtà è una opzione che potrebbe verificarsi.

Così in un mondo diverso Rick sarebbe ancora vivo perché appena sfiorato dall’asteroide. E i mondi possibili sarebbero tanti quante sono le possibilità che ha ciascun evento di accadere e quindi di modificare il corso della storia, perché tutte le opzioni sarebbero reali, almeno in parte. Questa interpretazione è del tutto scientifica, non ha implicazioni pseudo scientifiche e ha un chiaro e forte supporto matematico.

E infatti il fumetto non lascia spazio a elucubrazioni o a voli pindarici (a cui appaiono assai più propense serissime testate giornalistiche un po’ ovunque nel mondo, che titolano su mondi paralleli e viaggi nel tempo), ed è di una chiarezza scientifica e divulgativa davvero impressionante.

Altrettanto interessante la parte grafica, con un disegno asciutto e classico, con poche ombreggiature e senza fronzoli. Bob è nello standard dei protagonisti dei fumetti franco-belgi da TinTin a Titeuf: biondi e con un ciuffo di capelli. Le caricature dei fisici sono allo stesso tempo ben caratterizzate e divertenti. A questi aspetti si aggiunge la trovata, secondo me geniale, di rappresentare questa visione della meccanica quantistica con i colori.

Ogni possibile versione dell’universo, in questa interpretazione dei molti mondi, viene colorata diversamente. Ecco l’aspetto policromo delle ultime pagine, in cui Bob diventa consapevole che il mondo quantistico è un mondo molteplice realizzato dalla sovrapposizione di realtà classiche differenti, cogliendo l’interpretazione di Everett, che è una delle tante possibili, in disaccordo con quella probabilistica proposta da Born e maggiormente radicata. Quindi gli uccelli in copertina potrebbero non essere un grande stormo, ma lo stesso volatile in realtà differenti…

Ancora una volta il fumetto si dimostra un medium utilissimo per divulgare la scienza, anzi sta passando dal raccontare le storie degli scienziati a introdurre i concetti veri e propri. E così diventano un complemento quasi necessario le 20 pagine finali, che ci raccontano le biografie dei fisici che compaiono nel fumetto, ma anche le equazioni, gli esperimenti, alcuni aspetti divulgabili delle teorie.

Ci si può fermare alla storia e ai disegni, ma il lettore più scafato troverà il modo di soddisfare anche più di una curiosità intellettuale, e anche tra quelle meno banali.

Il fumetto si dimostra un medium che sa essere lento, che può richiedere letture e riletture, e, al contrario di quanto succede oggi, in cui le informazioni devono essere fruite rapidamente, e spesso poco comprese, consente una lettura agevole e piacevole di cose che, scritte a parole, sarebbero poco leggibili (con le dovute eccezioni, ad esempio il Teorema del Pappagallo o i gialli a sfondo matematico del prof. Toffalori).

Il libro è dettagliato, curato nella parte scientifica e scorrevole nella parte grafica; l’aspetto semi-caricaturale dei personaggi ben si adatta alla storia e all’argomento.

Beh, io mi augurerei che Bob e Rick vivano nel mondo scientifico un numero di avventure pari almeno a quelle dei (per ora) più famosi alter ego fumettistici Tintin e Milou.


Il Mistero del Mondo Quantistico
Thibault Damour, Mathieu Burniat
160 pagg, brossurato
Gribaudo 2017

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