Zio Paperone e il cavatappi quadridimensionale – Alessio Figalli e la Medaglia Sfilz a Paperopoli

Una storia di Topolino dedicata alla matematica e ispirata da Alessio Figalli, vincitore della Medaglia Fields nel 2018.

La Medaglia Fields è nota anche come “il Nobel per la matematica”, solo che si assegna ogni quattro anni e solo a matematici che non abbiano superato i quaranta anni. Un solo italiano l’aveva vinta, fino al 2018, ovvero Enrico Bombieri nel 1974.

Poi è arrivato Alessio Figalli, con la sua teoria del trasporto ottimale. In realtà non è una novità in sé: fu proposta da Gaspard Monge nel periodo napoleonico per lo spostamento di grandi masse di terra per la costruzione delle fortificazioni, e poi ripresa da Kantorovich che vi vinse un premio Nobel per l’economia.

Ora, su Topolino magazine numero 3336, Alessio Figalli e la sua teoria trovano una loro versione fumettistica nella storia Zio Paperone e il cavatappi quadridimensionale.

Figalli, attualmente impegnato presso l’ETH di Zurigo, compare nella storia con il suo alter ego in Phil Gallis, vincitore della Medaglia Sfilz.

In Zio Paperone e il cavatappi quadridimensionale il trasporto ottimale è stato ottenuto addirittura passando per la quarta dimensione, con l’utilizzo della bottiglia di Klein, in qualche modo equivalente tridimensionale del nastro di Moebius.

Passando per la quarta dimensione, i Bassotti riescono a derubare l’intero contenuto del deposito. Ancora una volta, però, le frontiere della scienza vanno gestite da chi se ne intende, altrimenti si fanno solo danni: Phil Gallis guida i paperi oltre la realtà tridimensionale, salvando il patromonio dello zione e introducendo concetti complessi ai lettori.

I disegni di Paolo Mottura mostrano una profondità prospettica che dà il senso di enormità della mole di denaro di Paperone, consentono così di cogliere prima la sensazione di vuoto, poi il ritorno dei fantastiliardi.

La storia, e soprattutto le parole di Phil Gallis, sono una continua dichiarazione d’amore per la matematica, ma circostanziata e profonda, insieme al tentativo di spiegare e utilizzare le dimensioni oltre la terza, che per il nostro cervello sono del tutto controintuitive.

Una frase come

La matematica è fatta anche di creatività. […] È descritta arida, piena di formule rigide, e invece ci fa scoprire connessioni e idee nuove.

inserita in un contesto ludico, ammorbidisce concetti niente affatto semplici.

Inoltre si arriva, alla fine, alla vittoria finale sui Bassotti che, pur dotati del lampo di genio, poi non riescono a utilizzarlo fino in fondo, perché la grettezza alla fine porta sempre a una caduta. Questa è una indicazione interessante nel contesto del fumetto: far capire a tutti i lettori che è il comportamento retto nell’utilizzo della scienza e della tecnologia a essere vincente, non la tecnologia in sé.

È inoltre interessante il tentativo di proporre graficamente il contenuto della bottiglia di Klein, come pure il passaggio dall’interno all’esterno della bottiglia stessa.

Oltre al contenuto scientifico vero e proprio, emerge l’atteggiamento critico e indagatore dello scienziato, che si pone sempre in maniera costruttiva ma critica nei confronti della realtà e della rappresentazione che ne dà la scienza.

E impara a procedere per fallimenti ed errori.

La collaborazione tra Francesco Artibani e Roberto Natalini, come ammette lo stesso Figalli, porta frutti di grande spessore artistico e divulgativo.

Nell’attesa di una nuova Medaglia Fields tricolore…

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