Era una notte buia e tempestosa – The Martian Chronicles
Era una notte buia e tempestosa, e una nuova giovane redattrice si cimenta nell’analisi de The Martian Chronicles di Ray Bradbury e Dennis Calero… a voi la lettura!
Da quando l’uomo è sbarcato sulla Luna, nel memorabile 20 luglio 1969, l’umanità fantastica sul resto dell’infinito universo, aspettando trepidante l’uscita di nuove interessanti scoperte scientifiche. Gli interrogativi e le credenze più diffuse riguardano i corpi celesti del nostro Sistema Solare, in particolare Marte. Lo scrittore Ray Bradbury ha rinnovato la fantascienza e ha aperto l’immaginazione ai miliardi di persone curiose del pianeta rosso, proponendo una raccolta di “cronache marziane”.
Bradbury nacque a Waukegan, nell’Illinois, il 22 agosto del 1920 e sin dalla tenera età di sei anni s’interessò a Marte grazie alla sua ingenua curiosità verso le foto di Percival Lowell, a cui era dedicata la strada in cui viveva in Arizona. Quando aveva dieci anni s’appassionò a John Carter, a The Walord of Mars e a qualsiasi altra cosa relazionata al pianeta in questione. Nel 1934 si trasferì con la propria famiglia in California e, dopo aver compiuto vent’anni, cominciò a pubblicare storie nel settore fantascientifico di alcune riviste. Tra le sue opere più famose si ricordano: Gli anni del rogo (pubblicato nel 1951 sulla rivista Galaxy Science Fiction), Fahrenheit 451 e Cronache Marziane.
Esiste anche un sito web a lui dedicato come tributo dopo la sua morte nel 2012.
Cronache Marziane (1950), narra dell’ipotetica colonizzazione di Marte tra il 1999 ed il 2026, fino allo scoppio di una guerra atomica che richiama gli esseri umani sulla patria Terra. In quegli anni, gli umani riescono a insediarsi e trasformano questo nuovo pianeta in una perfetta copia della loro casa, non curandosi di storia, usanze, tradizioni dei marziani. Il rapporto tra le due razze, dunque, è caratterizzato dalla mancanza di rispetto da parte degli esseri umani, presentati come barbari invasori. I protagonisti cambiano da vicenda a vicenda e alcuni sono i successori di precedenti personaggi, infatti si raccontano le storie della Prima, Seconda e Terza Spedizione. Alcuni critici interpretano il libro come una metafora del passato, in particolare della colonizzazione del continente americano, mentre altri lo considerano un avvertimento per il futuro, ma tutti concordano che il romanzo sia uno dei più bei capolavori del suo genere.
Dopo la miniserie televisiva del 1980, The Martian Chronicles, composta di tre episodi e mandata in onda sulla rete NBC, non potevano mancare gli adattamenti disegnati in puro stile comic.
Il fumetto più recente, in inglese, si apre con un’introduzione scritta dallo stesso Bradbury che racconta i suoi interessi d’infanzia, la nascita del suo libro, il successo inaspettato e la sua incredulità per aver creato una tale opera fantascientifica. Nella frase finale il romanziere si rivolge così ai lettori:
I invite you to come to Mars with me and stay forever. (Vi invito a venire su Marte con me e a starci per sempre.)
Voltata pagina, inizia la vera e propria narrazione fumettistica del romanzo, disegnata dall’artista Dennis Calero (famoso per X-Men Noir della Marvel) e pubblicata dalla casa editrice newyorkese Hill & Wang nel 2011.
A partire dalla copertina, lo stile dei disegni è affascinante e intriso di particolari nei primi piani dei personaggi, tuttavia gli sfondi risultano essere poveri o appena accennati, a differenza delle particolari ambientazioni descritte da Bradbury. L’unica eccezione è presente nel capitolo Night Meeting in cui un uomo e un marziano si scambiano i rispettivi punti di vista, scoprendo così di non riuscire a vedere la realtà dell’altro. Il loro incontro avviene nel mezzo di un caratteristico paesaggio marziano, sovrastato da un’immensa vastità di stelle, e i tratti delle montagne rapiscono subito l’attenzione, permettendo una migliore immedesimazione nella vicenda.
Le vignette sono regolari, mediamente ce ne sono sei per ogni pagina, e di forma principalmente quadrata o rettangolare. I tagli dinamici obliqui sono assenti, sono presenti pochissime onomatopee e la maggior parte di queste rimandano a spari di pistola, soprattutto nei capitoli The Earth Men e And the Moon be still as bright. Anche i disegni a pagina intera sono pochi e sono collocati perlopiù nei primi due capitoli, ovverosia la partenza del razzo in Rocket Summer e il finale di Ylla.
I colori scuri di alcune tavole rispecchiano a pieno i momenti di suspense dei personaggi alieni che, nonostante la diversità di specie, provano lo stesso tipo di emozioni umane. Le ombre accentuate donano alle scene un’aria misteriosa e cupa, trasmettendo al lettore un brivido d’inquietudine e tensione. Per fare un esempio, bisogna scorrere le pagine fino al capitolo The Third Expedition in cui il sospetto pessimistico del capitano è rafforzato dalla presenza marcata del nero, blu e rosso sangue. Anche le campiture delle facciate, alternate tra nere e bianche, enfatizzano e avvolgono nel mistero alcune scene clou, come la comparsa di un incappucciato nella prima pagina del capitolo The Summer Night. I personaggi disegnati rispecchiano la fantasia del lettore, basata sulla descrizione fisica data da Bradbury nelle righe del suo libro, e si immergono perfettamente nell’ambientazione marziana, grazie a i tratti e i colori intonati tra loro.
L’aspetto artistico, dunque, è ottimale, ma ci sono alcune lacune nell’ordine della storia. I dialoghi sono molteplici, comprensibili e il lessico è adatto per i ragazzi dalla mia generazione in su, ma sono stati saltati alcuni capitoli, a mio parere essenziali per comprendere al meglio la filosofia del libro stesso. Sicuramente l’esclusione delle parti più complesse ha abbassato la fascia d’età e ha adattato l’opera ai giovani, però, in questo modo, sono andati persi importanti spunti di riflessione e, appunto, si sono creati dei salti nella narrazione; ad esempio è assente il capitolo Le sfere di fuoco, che dona un importante spunto di riflessione religioso, in cui due padri ricercano i marziani sopravvissuti per salvarli dal peccato. Ciò fa perdere punti al fumetto e lascia l’amaro in bocca ai lettori del romanzo originale che, magari curiosi di vedere disegnate le varie vicende extraterresti, potrebbero pentirsi del loro acquisto.
Insomma, questo volume può essere considerato come una lettura più leggera rispetto a quella sofisticata e meditativa del libro, tuttavia lo si ritiene un’idea regalo gradita ai giovani appassionati di cosmo e fantascienza.
Erika Provitera ha presentato:
Ray Bradbury – The Martian Chronicles – The autorized adaption
Adattamento di Dennis Calero
Hill and Wang
154 pp.
$22.00