Donatello – Con le Muse alla ricerca della bellezza

«Trasformazione, sperimentazione, evoluzione, modernità, classicità e Medioevo»: Donatello è tutto questo e anche di più, come raccontato da Favilla & Ballucchi in questo volume per Kleiner Flug.

Con colpevole ritardo, arriviamo alla recensione del volume di Kleiner Flug dedicato a Donatello.

Il volume, uscito nel 2014 e intitolato semplicemente Donatello, è stato scritto da Guglielmo Favilla, sceneggiatore, attore, autore poliedrico. Alle matite Alessandro Balluchi, che per Kleiner Flug ha anche disegnato successivamente La dama degli abissi, da noi già letto e recensito. Viene ora ripubblicato in cofanetto insieme ai volumi che raccontano Leonardo e Benvenuto Cellini.

Il volume collega Donato di Niccolò di Detto Bardi detto Donatello, appunto, alle varie arti. Al punto che Apollo ne racconta la storia a tutte le Muse, le nove muse, relative a tutte le forme di arte.

Ma la sua arte era essenzialmente figurativa, non aveva in realtà molto a che fare con alcune delle nove arti protette dalle Muse. Alla fine, il racconto della vita di Donatello induce il dio ad affidare tutte le arti figurative alla decima musa, Eufene.

La musa è un’invenzione degli autori, ma eufene è una parola che sottolinea proprio nell’etimologia il bell’apparire (εὖ “bene” + φαίνω “mostrare, apparire”). Ed è un tributo alla poliedricità e alla sconfinata arte di Donatello, in primis pittura e scultura. E quindi Apollo affida a lei tutte le opere di Donato, e la sua stessa eredità.

Il volume, nel racconto di Apollo e nelle chiacchiere delle Muse, racconta l’intera vita di Donatello, dagli esordi artistici fino alla morte, e anche oltre, visto che riprende la relazione fra Bertoldo di Giovanni, allievo di Donatello e poi maestro di Michelangelo.

Racconta le sue relazioni con i grandi del rinascimento fiorentino: Brunelleschi e Michelozzo, Masaccio e i suoi stessi allievi. Ma anche con politici e governanti, in particolare Cosimo de’ Medici, con cui avrà sempre un rapporto speciale, anche dopo la sua morte.

Le tante relazioni, in particolare nella Toscana rinascimentale, tanto litigiosa quanto frizzante, sono proprio l’ambiente in cui Donatello si trova a suo agio. E dalla storia emerge bene: Donatello non è mai solo, è sempre in relazione, soprattutto con gli uomini della sua bottega, con i quali condivide le piccole cose di ogni giorno.

Un artista che fin da giovanissimo si mostra eccentrico e alla ricerca spasmodica del concetto e del canone di bellezza, nonostante un carattere difficile. O forse proprio a causa del carattere difficile e del suo animo mai domo. Ma non per questo isolato dal mondo, né da quello dei grandi, né da quello del popolo e dei suoi collaboratori.

Nella sceneggiatura emerge il carattere forte e complesso, senza peli sulla lingua, che non si accontenta di seguire i canoni, ma vuole ridisegnarli, innovarli. E per questo si dedica a tantissime opere, e diverse: dalla scultura in marmo, legno e bronzo, all’architettura bellica, ai dipinti. Con una tensione che non viene mai meno, in una continua ricerca che lo porterà a cercare nuove vie, come lo stiacciato nei rilievi, o le tante nuove tecniche scultoree. Fino alla Maddalena penitente, al David e ai Giuditta e Oloferne in cui porta a compimento le sue ricerche, lasciando a bocca aperta anche Apollo.

Una necessità di lavorare, anzi quasi di oberarsi di lavoro che accresce la tensione. Una tensione che Favilla riesce a far sentire in tutte le pagine, sia raccontando le relazioni non facili, le liti con i colleghi e i potenti mecenati, sia sceneggiando un volume con la griglia delle pagine sempre molto variabile e poco canonica.

Il racconto epico, la cronaca artistica, le riproduzioni delle opere si alternano in un continuo movimento. Sottolineando la drammatica novità delle opere. Emblematico è il caso della statua equestre del Gattamelata, che si rifà a un canone antico, come quello dei condottieri rappresentati a cavallo, ma cerca un modo del tutto nuovo e innovativo per realizzarlo. E infatti diventerà un nuovo canone per i futuri monumenti equestri, fino a quelli più recenti.

Anche nella storia, l’alternanza dei diversi piani di racconto troverà una sintesi: la divinità troverà il modo (sorprendente) di interagire con la realtà storica.

Balluchi artisticamente ci mette del suo nella scelta dei lineamenti del protagonista, caratterizzato da una barbetta da eterno adolescente, e nel tratto che rappresenta bene le diverse ambientazioni e mostra una fisicità piena.

Spesso sembra di sentire il calore della fonderia, o i colpi sullo scalpello, o l’argilla sulle mani, anche se il segno non è completamente realistico e, soprattutto nella rappresentazione dei personaggi, mantiene una componente vignettistica: vengono infatti evidenziati i tratti grotteschi dei personaggi, ma non delle opere d’arte.

I piani della narrazione vengono distinti dai colori predominanti: bianco, azzurro e oro per Apollo e le muse, colori generalmente più caldi per la storia.

Un volume che riesce a presentare in modo piacevole la storia e la personalità di Donatello, con una cronologia rapida. Concentrando la sua enorme produzione artistica e i tanti aspetti della sua vita in 64 pagine ben composte, che si leggono d’un fiato ma danno un piacevole senso di tensione. Sempre in positivo.

Un racconto che ci mostra l’importanza del lavoro di Donatello per l’arte rinascimentale, soprattutto per la scultura. Non male per un artista che nel mondo sembra essere quasi più famoso per aver dato il nome a una delle Tartarughe Ninja…


Guglielmo Favilla, Alessandro Balluchi
Donatello
Kleiner Flug, Collana Prodigi tra le nuvole 3, 2014
64 pagg., colore, brossurato, 21×28,5 cm, €13.00
ISBN 978-88-9843914-0

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