Dimensione Orrore: Horror Theater di Kazuo Umezz

Horror Theater è un’antologia in due volumi di racconti brevi di Kazuo Umezz, genio dell’horror che qui raggiunge momenti di puro terrore visionario.

Halloween è alle porte e il terrore ci accompagnerà fino al 31 ottobre con Dimensione Orrore, la nostra personale rassegna di fumetti a tematica horror che vi farà morire… di paura.


Negli ultimi anni il geniale fumettista horror giapponese Kazuo Umezz (che si pronuncia “Umezu”, ma lui preferisce si scriva con la doppia Z in alfabeto) sta vivendo una sorta di seconda giovinezza grazie al grande apprezzamento di cui sta godendo la sua opera fuori dal Giappone, dov’era invece già una star. In particolare, il Prix du patrimoine ricevuto al Festival di Angoulême nel 2018 in occasione della pubblicazione in francese del suo fumetto Io sono Shingo sembra gli abbia ridato l’autostima e la voglia di lavorare. Poiché la tendinite di cui soffre fin dagli anni ’90 gli impedisce da allora di pubblicare nuove serie, Umezz ha avuto la geniale idea (e non è la sua prima) di realizzare un fumetto “decostruito”, composto da 101 grandi tele dipinte a olio e raffiguranti le 101 singole vignette che compongono Zoku-Shingo, sequel di Io sono Shingo e, di fatto, sua prima opera originale dopo 27 anni di pausa forzata.

Anche in Italia l’interesse su questo autore è in aumento: di colpo case editrici piccole come In Your Face Comix, medie come Hikari Edizioni, e grandi come Star Comics hanno deciso di adattare in italiano le sue opere, prima mai prese in considerazione (e, pare, non per motivi di diritti, dato che Viz Media ha pubblicato negli USA Aula alla deriva già nel 2006). Ora, considerando che fino a pochi anni fa non esistevano affatto riferimenti a Kazuo Umezz su nessunissima fonte in lingua italiana (a parte sul numero 54 di dicembre 1996 di Kappa Magazine, in cui in un’intervista Hirohiko Araki cita Umezz fra i suoi autori preferiti), che non aveva manco una striminzita vocetta su Wikipedia fino al 2018, e che la prima fonte nota su di lui è proprio il nostro articolo del 2016 sul geniale Kami no hidari te Akuma no migi te che per la primissima volta ha presentato quest’autore al pubblico italiano, possiamo umilmente ipotizzare che abbiamo contribuito ad attirare l’attenzione degli addetti ai lavori e dei lettori verso Umezz? Forse che sì forse che no, ma in ogni caso ci piace pensarlo.

Tutta questa lunga premessa per arrivare a complimentarsi con Star Comics per il lavoro che sta portando avanti nel proporre al pubblico italiano quante più opere di quest’autore per troppo tempo ignorato: dopo Io sono Shingo, Baptism e Orochi, la casa editrice perugina propone ora l’antologia in due volumi Horror Theater che raccoglie in totale sette storie autoconclusive pubblicate da Umezz fra il 1965 e il 1983, sei molti brevi sul primo volume e una lunga (divisa in tre parti) che occupa l’intero secondo volume e racconta la lotta della povera Yumiko contro la donna-serpente, una creatura del folklore nipponico.

Si tratta di una lettura molto interessante per ogni fan dell’horror e di Umezz in particolare per almeno tre motivi: prima di tutto sono sette storie che vanno dal buono all’ottimo fino al capolavoro assoluto Il cuore rubato, veramente uno dei vertici visionari di Umezz, per una storia così Edgar Allan Poe in persona avrebbe venduto l’anima al diavolo; sono, inoltre, perfetti compendi della sua arte e del suo stile narrativo e, in alcuni casi, veri e propri “test” dove l’autore sperimenta idee e trovate grafiche che poi esplorerà in maniera più approfondita nelle sue opere lunghe; infine, il fatto che le storie coprano i vent’anni centrali della carriera di Umezz, connettendo il suo periodo acerbo con quello maturo (rispettivamente dedicati soprattutto a opere su commissione – shōjo, commedie, Ultraman, eccetera – e opere originali di genere grottesco e splatter) consentono al lettore di apprezzare chiaramente l’evoluzione letteraria dell’autore. Per questi motivi, Horror Theater è un perfetto entry level a Umezz e il punto di partenza ideale per chi non ha ancora mai letto nulla di suo.

Veniamo ora alle note dolenti, premettendo che il seguente discorso non riguarda solo l’opera in esame né solo la casa editrice che la pubblica, ma è una considerazione generale sullo stato attuale dei manga in Italia che riguarda anche quest’opera e anche questa casa editrice, e che verrà maggiormente approfondito in altra sede e che per ora ci limitiamo a riassume in: non è più possibile pubblicare manga in questo modo. Non è più possibile pubblicare letteratura, perché il fumetto è letteratura, e in particolare l’alta letteratura storicizzata (com’è quella di autori come Tezuka, Mizuki, Hagio, Tsuge e naturalmente anche Umezz), senza la cura editoriale minima indispensabile che questa richiede. I fumetti come Horror Theater, che risale fino a 60 anni fa (sessanta anni fa!), hanno assoluto bisogno di una pur minima contestualizzazione storico-critica che consenta al lettore di capire cosa ha davanti, hanno bisogno di apparati critici, saggi, biografie, cronologie, bibliografie, ovverosia: hanno bisogno di una curatela editoriale. Il recente boom dei fumetti e in particolare dei manga nelle librerie di varia, e dunque la loro esposizione anche a un pubblico di non esperti e appassionati, rende questa necessità non più rimandabile, altrimenti si creano quelle condizioni per cui il pubblico generalista “ignorante” (in senso di “che ignora”, ovviamente) non comprende il valore di quello che ha davanti e lo derubrica a moda transitoria, un fenomeno allarmante di cui qui su DF abbiamo già ampiamente parlato.

Ora, se i fumetti non sono percepiti come letteratura, quanto è colpa del pubblico “ignorante” e quanto delle case editrici che non fanno nulla per educarlo? Nel caso specifico, Star Comics ha fatto tantissimo durante gli anni ’90/’00 per educare il suo pubblico, pubblicando riviste-contenitore e riempiendo i propri albi di redazionali che consentissero al lettore di comprendere il valore delle opere proposte. Questo non accade più. Quanto sarebbe stato meglio, e utile al lettore “ignorante”, se Horror Theater avesse avuto anche solo una paginetta introduttiva con il su scritto paragafo che inizia con «Si tratta di una lettura molto interessante per ogni fan dell’horror e di Umezz in particolare per almeno tre motivi»? Per esempio, limitandoci al solo primo racconto La ragazza bebè, per il lettore “ignorante” sapere che i fumetti shōjo del dopoguerra erano realizzati soprattutto da autori uomini, e che fra questi c’era Umezz a inizio carriera, e che negli anni ’60/’70 c’è stata una grande fioritura di shōjo horror (Star Comics stessa anni fa ha pubblicato i volumi Best Works di Suzue Miuchi che ne contengono nobili esempi) grazie alla quale Umezz ha trovato la sua strada artistica, non sono solo delle curiosità da Trivial Pursuit: sono dati fondamentali senza i quale il piacere della lettura risulta impoverito, la comprensione limitata, e in conclusione l’apprezzamento dell’opera fortemente compromesso.

Pubblicare le opere di Umezz merita solo complimenti, il modo in cui sono pubblicate, beh, molto meno.


Kazuo Umezz
Horror Theater
Star Comics, STAR, Umezz Collectionn, 16 febbraio (vol. 1) e 21 aprile (vol. 2) 2022
320 pagg., b/n, brossura, 15×21 cm, €15.00 cadauno
ISBN: 978-88-226-2987-6 (vol. 1), 978-88-226-3079-7 (vol. 2)

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