Dimensione Arcobaleno: La vertigine al contrario + intervista a Giopota

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Giopota dà alle stampe un suo webcomics di qualche anno fa, reimmaginandolo completamente come una storia che unisce una parte erotica con una esistenzalista: è La vertigine al contrario, un esperimento grafico e letterario unico.

Be proud of who you are! Per tutta l’estate Dimensione Fumetto arricchirà le sue proposte e si tingerà dei colori dell’arcobaleno… come? Nell’unico modo in cui sappiamo farlo, leggendo e proponendovi fumetti e fumettisti che affrontano tematiche LGBTQIA+: inclusione, rispetto, identità e amore. Buona lettura!


Fotografia di Giopota.

Ciao Giovanni! Quest’anno abbiamo allungato il mese del pride a un’intera stagione, da giugno a settembre, e per chiudere in bellezza abbiamo il piacere di avere te come ospite. L’anno scorso ci presentasti il tuo webcomic Mothersea, ancora in corso, mentre stavolta siamo qui per parlare del tuo nuovo fumetto stampato La vertigine al contrario: raccontaci tutto su questa tua nuova opera.

La vertigine al contrario è un fumetto nato nel 2019 prima ancora che venisse pubblicato il mio precedente volume Inni alle stelle: dopo aver mandato il materiale all’editore mi ci sono subito messo al lavoro con l’intenzione di pubblicarlo esclusivamente sulla mia pagina Patreon e in lingua inglese, per rivolgermi a un pubblico internazionale. La cosa è andata avanti per un po’ finché non mi sono bloccato per vari motivi, il principale dei quali è che ho fatto il grave errore di non preparare nessuno storyboard: forse preso dall’hybris avevo deciso di lavorare in maniera più istintiva, disegnare progressivamente le pagine senza averle prima pianificate. Col tempo però ho capito che questo metodo non mi appartiene e alla lunga mi ha portato verso un vicolo cieco.

Copertina de "La vertigine al contrario" di Giopota.Il fumetto è rimasto lì in sospeso, e forse ci sarebbe rimasto se non fosse stato per Thomas Govoni della casa editrice Renape, il quale sapeva che io ci stavo lavorando e mi ha proposto di tradurlo in italiano e stamparlo una volta finito: ha così tanto insistito e insistito finché alla fine non mi ha preso per sfinimento! Per finirlo davvero, però, stavolta ho dovuto preparare uno storyboard: ho ripreso le 15 tavole già pronte e le ho rimaneggiate sia nei disegni sia nei testi, cambiando i contenuti, ed espanse fino a 24 tavole. Quindi la versione digitale su Patreon è “la 1.0”, quella che verrà stampata da Renape sarà “la 2.0”.

Come mai hai deciso di modificare i contenuti del fumetto?

Perché adesso ho qualcosa di diverso da raccontare. In questi tre anni ho accumulato delle esperienza che prima non conoscevo e le ho riversate nel fumetto.

La vertigine al contrario nasceva dalla mia voglia di scrivere una cosa molto leggera e puramente estetica, di contenuto erotico, anzi diciamo pure pornografico e volontariamente latente di contenuto. Questa mia idea di realizzare un’opera priva di significato all’inizio mi divertiva, ma col tempo mi sono accorto che non mi stimolava più ed è stato uno dei motivi per cui l’ho abbandonata per tre anni.

In realtà ero partito con grandi idee. All’inizio l’avevo pensato in modo che se fosse stato stampato sarebbe stato necessario pubblicarlo su un’unica lunga striscia di carta piegata a soffietto, e quando il lettore arrivava alla fine di questa striscia doveva girarla al contrario e ricominciare a leggere al contrario dal basso verso l’altro.

Ma è un’idea geniale! Sai che nell’editoria tradizionale giapponese, fra l’altro, ci sono dei metodi di stampa che funzionano proprio a soffietto? In particolare per i libri illustrati, per cui era importante che l’inchiostro di un’immagine su una facciata non penetrasse fino all’altra facciata sennò avrebbe distrubato l’altra l’immagine, le pagine non erano stampate su singoli fogli da una lato e dall’altro, ma solo un un lato di un’unica lunga striscia (composta da fogli incollati insieme) piegata a soffietto e lasciata libera, così che il libro si apriva a fisarmonica, oppure rilegata su un lato, così da essere sfogliabile. Molti libri di stampatori ukiyo-e erano pubblicati così.

Sarebbe bello farlo, ma un conto è con il testo scritto o con immagini distinte fra loro e un altro è il fumetto. Inoltre è tecnicamente difficile o impossibile che una piccola tipografia realizzi un prodotto del genere, bisognerebbe rivolgersi a grandi editori che non sono il mio obiettivo per quest’opera. Comunque, vedremo!

Edizione orihon delle "53 stazioni sulla Tōkaidō" di Utagawa Hiroshige. Fonte: https://page.auctions.yahoo.co.jp/jp/auction/r1053833746
Una vecchia edizione orihon (“libro pieghevole”) della celebre raccolta di stampe 53 stazioni della Tōkaidō di Utagawa Hiroshige: un unico lungo nastro di carta piegato a fisarmonica. Gli orihon erano, e talvolta sono ancora, usati anche per immagini che occupavano due facciate contigue, in modo che le pagine fossero completamente apribili e non venissero “risucchiate” dalla rilegatura al centro; in particolare queste edizioni erano usate per gli shunga, ovvero le immagini erotiche (anche in edizioni tascabili da viaggio, in caso di necessità): ieri come oggi era importante vedere bene proprio lì in mezzo.

In ogni caso, grazie al fatto che il fumetto era nato come webcomic, nella versione finale de La vertigine al contrario ho pensato un andamento di lettura “mobile” come sui dispositivi digitali, ruotando man mano i disegni nelle tavole: naturalmente questo gioco si mantiene anche nella versione stampata, ma l’ideale sarebbe leggerlo su un tablet così che si possa girare fra le mani seguendo la direzione dei disegni. In pratica, capovolgi il fumetto per continuare a leggerlo… è un po’ una sfida per il lettore!

Continua a sembrarmi geniale e ora sono ancora più interessato, quindi: puoi raccontarci di cosa parla La vertigine al contrario?

Il contenuto del fumetto si è costruito nel tempo. È, per usare un’espressione poetica, un viaggio onirico, e un racconto dei piaceri e delle paure dell’esistenza: uno dei piaceri massimi dell’essere umano è il sesso, una delle paure massimo dell’essere umano è l’infinito, il non sapere cosa c’è oltre, il sentirsi persi in un vuoto.

Mi sembra di vedere un parallelismo con un altro fumetto, Bocca a forma di cuore, che pure parla del piacere del sesso e della paura, in quel caso non dell’infinito bensì del vedersi rifiutati. Sei partito da premesse simili per poi arrivare a risultati diversi?

Non proprio, perché all’inizio La vertigine al contrario doveva essere molto più semplice e più specifico su una paura precisa, ovvero l’agorafobia. Il protagonista Tiziano si ritrova insieme a un paio di amici su una spiaggia di notte, probabilmente dopo una bevuta, e ha con loro dei momenti di intimità, ma a un certo punto avverte una sorta di vertigine vedendo la Luna sorgere in cielo: Tiziano si blocca spiegando agli altri la sua sensazione di disagio per gli spazi aperti che da sempre lo accompagna, quindi gli amici cercano di confortarlo “giocando” con lui per aiutarlo a sciogliersi, finché non cominciano a levitare verso il cielo, così, naturalmente, e lui si rende conto che in fondo la cosa non è così male. C’è un elemento di realismo magico che mi interessava integrare nell’opera, un immaginario a cui sono legato e a cui mi piaceva tornare.

Il fumetto del 2019 si fermava lì, coi tre che volano verso l’universo, e da questo punto in poi continua e diverge nella sua versione stampata con l’aggiunta di un tema che non sapevo di voler raccontare, e che credo che qui si innesti bene, ovvero l’assenza di libido. Può apparire come un tema paradossale all’interno di un fumetto erotico, ma a causa di una terapia di psicofarmaci che ho intrapreso da quest’anno, la mia libido ha subito dei cambiamenti che mi hanno fatto vivere il sesso in maniera differente, ed è una cosa che ho sentito la necessità raccontare. In questa condizione il sesso non è annullato, eh, ma la dinamica è diversa e ho dovuto imparare a conviverci.

Vignetta da "La vertigine al contrario" di Giopota.
Soft Landing on the Moon, come cantava qualcuno.

È interessantissimo come questo fumetto nato come un divertissement erotico sia diventato una sorta di profonda confessione psicanalitica. In effetti, oggi che abbiamo il porno a disposizione su Internet 24/7, la narrativa erotica può diventare per un autore un’occasione per raccontare qualcosa di diverso e personale. Dal tuo punto di vista, a cosa serve la letteratura erotica d’autore, oggi?

Be’, considera che disegnare l’erotismo, il sesso, la nudità, è qualcosa a cui si sono dedicati tantissimi artisti nel corso della storia, sia per lavoro sia per piacere personale. Anche nel campo del fumetto ci sono autori che hanno fatto dell’erotismo il proprio punto forte, e ciononostante non si sono relegati solo a quell’area lì: l’esempio più ovvio è quello di Milo Manara, ma ci sono molti autori che hanno realizzato – che so – illustrazioni per bambini e storie erotiche. La storia di Tomi Ungerer mi colpì molto: un illustratore che non limitava il suo lavoro ai libri per bambini, ma si espandeva fino all’arte erotica. Erano gli anni ’70 credo, ci fu molta controversia e lui dovette lottare per affermare la sua identità di artista con due anime, dove una non comprometteva l’altra.

La rappresentazione dell’eros è una forma narrativa legata alla necessità dell’espressione e alla volontà di condividere un aspetto intimo di sé. L’arte è sempre un’espressione di sé, e in particolare quella erotica credo che riesca meglio di altre ad abbattere e superare dei tabù imposti: ecco perché credo che abbia ancora senso che venga realizzata e credo che non si smetterà mai di realizzarla, perché rappresenta una parte fondamentale dell’essere umano.

Nel mio caso, voglio usare l’arte erotica in maniera consapevole, in particolare perché c’è bisogno di un tipo di rappresentazione nell’erotismo che è scarsamente presentato al pubblico: in particolare, parlo della diversità dei corpi e della normalizzazione dei tipi umani “non convenzionali”, un tema per me fondamentale. In questo senso, per me l’erotismo è una forma di affermazione politica.

Tavole da "La vertigine al contrario" di Giopota.
Il cielo notturno stellato è sempre stato un tema grafico ricorrente nell’arte di Giopota.

Prima hai detto che La vertigine al contrario nasceva in origine dalla tua voglia di realizzare un fumetto pornografico. 40 anni fa, nel 1982, i Cure hanno pubblicato un album intitolato Pornography: questo titolo non deriva da contenuti dei testi, ma da una conversazione avuta fra i membri della band, ognuno dei quali aveva un’idea diversa di cosa fosse la “pornografia” e di quali fossero i valori e i tabù della società che ci portano a chiamare questa o quella cosa come “pornografica”. Che senso dai tu alla parola “pornografia”, anche collegata alla tua arte?

Personalmente per “pornografico” intendo qualcosa che non si fa scrupoli nel rappresentare nella maniera quanto più esplicita un tipo di rapporto fra persone che molti riterrebbero scabroso e pubblicamente inaccettabile. Per me non ha alcun valore negativo, ma al massimo rafforzativo rispetto alla parola “erotico”, e se i miei lettori dovessero ritrovarsi eccitati durante la lettura dei miei lavori la cosa non mi disturberebbe affatto, anzi. D’altronde non ho interesse nel dare una “dignità estetica” al porno, alla nudità o al sesso, dato che per me hanno già una loro dignità.

Certamente, d’altronde il posto che oggi nel XXI secolo diamo al sesso è molto diverso e squalificato rispetto a com’era in passato: si vede bene nella letteratura, anche in quella del massimo livello, da Le metamorfosi di Apuleio in cui Lucio/asino va con chiunque fino ad Alla ricerca del tempo perduto di Proust in cui ci sono scene esplicite di ogni tipo immaginabile, incluso sesso in pubblico fra ragazzini. Da oltre duemila anni l’eros è sempre stato al centro della grande letteratura, ma forse attualmente i nostri canoni sociali si sono modificati su questo argomento.

Ne La vertigine al contrario il sesso è uno degli argomenti trattati: se a te lettore interessa bene, sennò puoi spostare la tua attenzione su altro. Il mio scopo era fornire al lettore, più che una storia densa di trama, un’esperienza di lettura che ha un suo messaggio. Come dici tu, il sesso è sempre stato ovviamente presente nella società umana e dunque nelle arti, eppure è spesso visto in maniera morbosa, o proibita, o tabù: il mio scopo è superare questa visione. Per me non dovrebbe più essere un tabù: può essere un elemento che aggiunge “sapore” a un’esperienza, al limite. Per me il sesso è più legato all’intimità con la persona a cui vuoi bene, e per questo il mio scopo è normalizzarlo e privarlo di ogni stigma sociale, soprattutto per quanto riguarda il contesto dei corpi non conformi che, lo ribadisco, è un argomento oggi più importante che mai.

Mi sembra tutto estremamente interessante. Com’è possibile acquistare La vertigine al contrario?

Uscirà il 23 settembre, ma è già disponibile in pre-ordine. Poiché anche il nuovo libro d’illustrazioni ĭdem di Emilio Pilliu esce questo stesso mese, Thomas Govoni ha pensato di abbinare i nostri due volumi in un bel bundle a prezzo speciale acquistabile sul sito di Renape, altrimenti, è possibile acquistare il solo fumetto sul mio shop personale o leggerlo in versione digitale sulla mia pagina Patreon. Infine, se volete potete sostenermi anche su Ko-fi.

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Perfetto allora, così ognuno può decidere come comprarlo e come leggerlo… girandolo. Grazie mille!

Grazie a voi!


Giopota
La vertigine al contrario
Renape, 23 settembre 2022
28 pagg, colore, spillato, 21×4,8 cm, €7.00

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