Dante Alighieri: il sommo poeta disegnato

Un albo a fumetti su Dante Alighieri.

La prima cosa che viene in mente è che debba iniziare con Nel mezzo del cammin di nostra vita.

E invece no, il punto di vista è rovesciato, Dante per tutte le 64 pagine non è mai il soggetto, il punto di vista, ma l’oggetto, l’osservato.

E proprio per questo, la Commedia è, giustamente, solo una parte del percorso. E compare solo al momento giusto. Dopo che l’intero percorso della poetica del Dolce Stil novo è compiuto.

Fin dalla copertina si capisce che Dante sarà, per una volta, oggetto, e verrà visto attraverso altri occhi, quelli di Beatrice (Bice) Portinari, notoriamente la musa ispiratrice del percorso dantesco, che sarà pertanto seguito con gli occhi di lei.

E l’opera di Alessio D’Uva e Filippo Rossi ripercorre con lo sguardo di Beatrice la conoscenza, prima umana e poi ultraterrena, tra i due. Facendo in qualche modo il paio con un romanzo, finalista del Premio Strega 2015, scritto da uno degli studiosi più profondi del poeta fiorentino, Marco Santagata e intitolato Come donna innamorata.

Dal punto di vista della scrittura, il libro è filologicamente attento nel riproporre i personaggi fiorentini dell’epoca, da Filippo Argenti a Guido Cavalcanti, ma anche la vita: l’industria laniera, le usanze.

Altrettanto filologicamente ripercorre il rapporto tra Dante e Beatrice come descritto dal poeta nelle sue opere (le donne schermo, come le chiama Amore in persona, e il disdegno di Beatrice che gli toglie il saluto per il presunto interesse di lui per un’altra donna) fino alla consapevolezza che la felicità non dipende dal riconoscimento da parte dell’amata, ma dai versi di lode che si scrivono guidati dall’amore per lei.

E così il punto di svolta del fumetto, come accade realmente nell’opera di Dante, è il capitolo XIX della Vita Nova, ovvero il canto Donne ch’avete intelletto d’amore.

Beatrice muore e guarda Dante che inizia il suo cammino per la selva oscura, parlando non più della loro esperienza terrena, ma del loro percorso nell’opera. E anche qui, le immagini e le parole che vengono utilizzate dai personaggi sono quelle della Commedia.

Così Beatrice chiama Virgilio dal limbo per accompagnare Dante attraverso Inferno e Purgatorio, poi scompare per alcune pagine, nelle quali molto sinteticamente viene raccontato il percorso dei due poeti. Non compare nessun altro personaggio se non il poeta Stazio, per ritrovare rapidamente entrambi sulle rive del Lete.

Lì ricompare Beatrice con la conclusione della seconda Cantica. E qui si conclude il percorso di purificazione di Dante, passato attraverso le fasi dell’amore. Le ultime tappe di questo percorso, compiute nel giardino dell’Eden, vengono descritte in modo dettagliato, attingendo alle pagine della Commedia, da due tavole che sono significative anche dal punto di vista grafico, intitolate proprio L’allegoria del carro e La meretrice e il gigante.

Anche graficamente poi, il volume è ricco di citazioni, di vario livello, dall’uccellino logo della casa editrice che solca il cielo, al dipinto del preraffaellita inglese Henry Holiday riprodotto fedelmente da Astrid Lucchesi,

Il tratto della giovane toscana è molto dinamico e coinvolgente.

La stessa dinamicità si trova nelle pagine, dal taglio delle vignette all’uso dei colori. Il passaggio dalla Vita Nova alla Commedia mi pare segnato visivamente da una maggiore luminosità dei colori. In ogni caso i colori (spesso) acquerellati contribuiscono moltissimo da una parte a dare un senso di pacatezza, proprio anche del racconto “indiretto”, da un altro a rendere bene la dinamicità .

Dal punto di vista della griglia, l’impostazione di base è quella di quattro righe, anche se spesso la suddivisione è diversa, con vignette più grandi o linee oblique. Lo stesso avviene verticalmente.

Spessissimo vengono usate splash-page nelle quali vengono inserite vignette più o meno numerose, in modo che la pagina risulta quasi fare da sfondo all’azione che si svolge nelle vignette o ai personaggi che si stagliano sullo sfondo.

Altre volte invece l’azione, l’ambientazione o i personaggi necessitano di più spazio. Come succede alla selva oscura o a Beatrice sul carro. In quel caso la dinamicità della storia si prende una pausa di respiro e lascia il lettore fruire dell’arte di Astrid.

Non andando alla ricerca dei dettagli, ma cogliendo i piani e le prospettive sottolineati dal colore.

Penso che non a caso la proposta sia stata fatta a una disegnatrice, perché l’occhio con cui viene vista l’esperienza amorosa è quello femminile.

E la matita e dei colori guidati da una mano muliebre hanno saputo interpretare questo punto di vista in una splendida sinergia con gli scrittori di questo fumetto.

Ancora una volta Alessio D’Uva e la Kleiner Flug hanno colto del segno. Soprattutto con la nota attenzione a non voler dare una interpretazione totale della vita e della poetica del personaggio in oggetto, ma restringendosi ad alcuni aspetti o, come in questo caso, modificando la prospettiva.

Di Dante Alighieri, infatti, a partire dalla selva oscura o dai tanti personaggi della sua Commedia, in molti si sono occupati. Ma guardarlo con gli occhi di colei che tanto gentile e tanto onesta pare è una bella novità, e descriverlo con 64 tavole di pregevole fattura, coglie ancora una volta nel segno.

Viene infatti stimolata la curiosità, togliendo al personaggio e all’opera quella patina polverosa che si deposita solitamente su tutto quello che fa parte dei programmi scolastici.

Che possa essere, come già detto in passato, un modo per veicolare anche alle giovani generazioni opere tanto stimolanti e belle?

 

Alessio D’Uva, Filippo Rossi, Astrid
Dante Alighieri

Collana: Prodigi fra le nuvole
64 pag., brossurato, colori
Formato 21×28,5 cm
prezzo: 13,00 €

Andrea Cittadini Bellini

Scienziato mancato, appassionato divoratore di fumetti, collezionista di fatto, provo a capirci qualcosa di matematica, di scienza e della Nona Arte...

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